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MONSIGNOR LUIGI GHEZZI
A SESSANT’ANNI DALLA MORTE

Il ricordo di questo nostro illustre concittadino nelle parole di Elisabetta Ferrario: "Lo zio monsignore, così veniva chiamato in famiglia don Luigi, fratello del nonno materno, Stefano Ghezzi. I miei ricordi non sono vissuti in prima persona, morì quando avevo solo tre anni, ma mediati da mia madre che ricordava spesso l'alto prelato legato a Cernusco da quel sentimento per le proprie radici che i Cernuschesi ben conoscono perchè impresso nel nostro DNA."

 

Il testamento morale

Nel nome del Padre, del Figliuolo, dello Spirito Santo;
Madonna Sant
issima Addolorata, aiutami!

 

Per il giorno e per l'ora della mia morte, intendo fin d'adesso di fare atto di piena sottomissione filiale alla santa Volontà di Dio, ringraziandolo di tutti i benefici (e furono senza numero) elargiti nella vita, supplicandolo di misericordia per tante infedeltà e freddezze nell'adempimento dei miei do­veri sacerdotali.

Dichiaro di volere morire nel grembo di Santa Romana Chiesa, in piena sudditanza ed intenso amore al Vicario di Cristo, il Sommo Pontefice, e al mio Arcivescovo.

A tutti i miei superiori e colleghi di sacerdozio domando perdono e compatimento, mentre li ringrazio dei buoni esempi che mi hanno dato e del bene che mi hanno voluto.

Ai miei fratelli e congiunti tutti domando scuse e ricordo; li supplico di conservare nelle loro famiglie i principi e la pratica cristiana, quali ci hanno lasciato i nostri cari genitori, che finalmente - come spero - vado a rivedere in Paradiso.

A tutti gli amici, a quanti mi hanno conosciuto e voluto bene, il mio sluto, il mio ringraziamento e, se alcuno ho offeso o peggio scandalizzato, lo supplico di perdono. Nessuno dubiti del mio perdono se temesse di avermi qualche volta offeso.

Ai miei cari Cernuschesi, se non sono indiscreto, vorrei raccomandare di non dimenticare mai la divozione alla nostra cara Madonna di Santa Maria, da cui avranno sempre grazie e favori grandi.

Prometto di ricordare tutti e ciascuno nell'altra vita d'innanzi al trono di Dio misericordioso e della Madonna. Dispongo e domando di essere sepolto a Cernusco sul Naviglio, accanto ai miei cari genitori e fra i miei cari paesani.

Siano sul mio sepolcro queste sole parole: "Riposano qui le spoglie di monsignor Luigi R. Ghezzi. Per lui una preghiera che promise di ricambiare in Cielo, "

Mi si riponga nella cassa coi paramenti sacerdotali, col crocifisso e la mia corona del rosario. Mi si copra il volto col fazzoletto della mia prima Messa.

Il mio funerale a Cernusco, e se morissi altrove, lo si ripeta a Cernusco, ma sempre senza lusso di carro e senza fiori.

(Voce Amica, giugno 1952)

 

- Ricordo di monsignor Luigi Ghezzi a sessant'anni dalla morte

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