BESLAN, DUE ANNI DOPO, QUALE RESPONSABILITA' ???
Sono passati due anni dalla strage di Beslan
quando alle 9:30 di mattina del primo settembre di due anni fa, 60 terroristi
ceceni, non 32 com'è stato sempre detto, presero in ostaggio 1.200 persone,
tra alunni, maestre e genitori, nella scuola numero 1 di Beslan, nella
repubblica russa dell'Ossezia del Nord.
In tutta Italia sono diversi i comuni che hanno deciso ricordare la strage che
seguì a quel rapimento di massa.
Tra questi anche Cernusco ha diffuso
i
manifesti su cui si legge: "UNA FIAMMELLA ACCESA PER I BAMBINI DI BESLAN" una
piccola luce alla finestra per illuminare il ricordo di centinaia di bambini
dell'olsezia vittime del terrorismo. Un terrosismo che colpisce soprattutto gli
innocenti!
E' indubbio che senza il rapimento da parte dei miliziani ceceni non ci sarebbe
stata alcuna strage di russi, ma quali furono le responsabilità di quei fatti?
Chi davvero uccise i 331 ostaggi?
Peacereporter pubblica oggi i risultati di due anni di inchieste durante le
quali si accertarono le responsabilità.
La polizia locale era a conoscenza del piano fin dalle 6:30, ma, corrotta dai
terroristi, non mosse un dito per fermarlo.
Dopo due giorni di stallo, il tragico epilogo: 331 ostaggi uccisi, di cui 172
bambini.
La maggior parte di loro, oltre duecento, trovò la morte nel crollo del tetto
della palestra, avvenuto a causa della prima esplosione, alle 13:03 del 3
settembre. Si disse che a causarla fu una bomba piazzata dai terroristi, e che
il blitz delle forze speciali russe scattò solo dopo.
Ma fin dall'inizio, sopravvissuti e testimoni raccontarono un'altra verità, oggi
confermata da un rapporto di 700 pagine stilato da Yuri Saveliev, scienziato
russo esperto di esplosivi interpellato della commissione d'inchiesta della Duma
russa. Secondo lo studio di Saveliev - basato su centinia di interviste,
fotografie e filmati, e pubblicato pochi giorni fa - a sparare per primi furono
i militari russi: due granate incendiarie termobariche RPO-A lanciate sul
tetto della palestra, che collassò provocando il primo massacro. Gli altri
ostaggi, oltre cento, vennero trucidati dai colpi dell'artiglieria russa, che
impiegò carri armati ed elicotteri da guerra. Pochissimi furono quindi gli
ostaggi uccisi dai terroristi.
Sarà per questo che il sindaco di Mosca ha vietato in modo assoluto ogni
celebrazione per ricordare i morti di Beslan?
Nel frattempo, la mente del sequestro, il leader ceceno Shamil Basayev, è stato
ucciso il 10 luglio dalle forze russe. Ma la guerra in Cecenia tra
indipendentisti islamici e truppe russe - che prosegue da ormai 12 anni e che ha
ucciso 300 mila ceceni e almeno 25 mila soldati russi - non è finita. Bombardamenti aerei, scontri a fuoco, agguati, rappresaglie contro i civili,
rastrellamenti, rapimenti, torture, esecuzioni extragiudiziali sono l'infernale
realtà in cui la Cecenia continua a vivere ogni giorno.
I terroristi hanno sbagliato, ma quante stragi come quella di Beslan si stanno
compiendo in questi anni, nel silenzio mediatico e senza candele alle finsitre,
nella dimenticata Cecenia?
E il manifesto di Cernusco può essere corretto?
Roberto Codazzi
www.kuda.tk