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Spazzatura e cultura

 

In questi ultimi anni abbiamo usato spesso questo binomio riferendoci ad una certa “qualità” soprattutto della TV (si parla spesso di TV –spazzatura) e dei mass-media. Mai avremmo pensato di iniziare questo 2008 facendoci conoscere in tutto il mondo come italiani per la spazzatura di Napoli e per il livello culturale dell’università la Sapienza di Roma. Un gran bell’inizio!

Formato da una buona tradizione cristiana ho imparato a cercare di mettermi sempre nei panni degli altri (Fa agli altri quello che vorresti fosse fatto a te…) e anche in questo caso ho provato ad immaginare le ragioni dei 67 docenti che hanno contestato l’invito del Papa per l’inaugurazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, ma con tutti gli sforzi non sono riuscito a trovare alcuna valida ragione, se non l’attaccamento cieco e bieco a posizioni di intransigenza anticlericale che in Italia è così dura a morire. È un atteggiamento antistorico, anticulturale, retrivo. Ma cos’è che fa paura a questi luminari? Ho insegnato per diversi anni ed ho imparato che quando uno studente denigra un insegnante molto spesso è in stato di inferiorità e siccome non riesce ad apprendere bene deve diminuire il livello del docente. Hanno forse paura dell’elevata capacità intellettuale del pontefice? Del consenso che nonostante tutto ottiene ad ogni livello? La scienza che sempre più perde quella connotazione di infallibilità dal suo stesso interno si sente minacciata dal confronto con l’etica e la fede?

Mi sembra anche ridicola la presa di posizione di questi docenti che si dissociano dalla reazione “molto agitata” degli studenti”. Cosa pensavano che rimestando le acque torbide non venissero fuori reazioni chimiche malsane? Ma la storia non ha insegnato proprio nulla? Gli studenti avranno pure le loro responsabilità in questa manovra ma l’apparente ingenuità dei docenti mi sembra quantomeno fuori luogo ed è maggiormente colpevole perché viene da chi per istituzione si è assunto il compito di essere esempio di dialogo.

Sulla questione specifica contestata a Ratzinger, gli stessi detrattori hanno fatto la loro bella figura da ignoranti perché non hanno letto bene il testo. Il teologo aveva citato quell’espressione di Feyerabend per dissociarsi. Dimenticano tra l’altro che la revisione della condanna di Galileo fatta un po’ di anni fa da Giovanni Paolo II era stata curata dallo stesso Ratzinger. E più in generale chi afferma che questo Papa dice cose più conservatrici rispetto a Giovanni Paolo II non si rende conto che per 24 anni le cose importanti che ha detto Wojtyla sono state redatte da Ratzinger o quanto meno verificate con lui.

L’Italia ha perso l’ennesima occasione per dimostrare il suo valore. La questione antipatica è che in uno stato democratico siamo ostaggi di una piccola frangia che urla per farsi sentire. Il resto del paese ha un atteggiamento positivo e di dialogo. Ma come far sì che queste situazioni non si ripetano?

Credo che non si possa continuare con questo anticlericalismo ottocentesco tutto italiano, e questo nasce non solo a grandi livelli ma anche nelle nostre piccole comunità. La Chiesa deve muoversi con cautela negli spazi laici ma soprattutto i laici devono smetterla di confondere l’indipendenza culturale con un laicismo che diventa chiusura e grettezza.

Forse il Papa avrebbe dovuto comunque presenziare all’inaugurazione e chi era pronto a reazioni violente si sarebbe assunto la responsabilità di tali iniziative.

Ha vinto qualcuno? Può darsi. Chi esce sconfitta è la cultura!

 

gianni cervellera

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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