Il Villaggio solidale

 

Mercoledì 11 ottobre, su Radio Cernusco Stereo, fm 93.900, nell’ambito del programma Persona e Città, si è svolto un dibattito sul Villaggio che sorgerà alle porte della nostra città.

 

Un progetto innovativo  

La parola è stata data innanzitutto al “regista” di questo progetto, don Virginio Colmegna, dal 1998 al 2004 direttore della Caritas Ambrosiana e poi Presidente della Fondazione Casa della carità.

Don Virginio ha partecipato nei primi dieci minuti della trasmissione, con un intervento telefonico.

Dalle sue parole traiamo le linee guida del progetto: un’idea di solidarietà, in spazi abitativi, partita per dare risposta ad un emergenza e trasformata  in un percorso di socialità e di legalità per italiani e stranieri

Il Villaggio non sarà, ha continuato nel suo intervento don Virginio, un campo Rom di emergenza, bensì un luogo in cui le persone rimarranno fino a un massimo diciotto mesi  per un percorso di reinserimento sociale,  seguito da educatori della Casa della carità. Don Virginio ha citato un esempio di reinserimento attuato presso la Casa della carità di Milano, costituito dalla realizzazione di gruppi musicali Rom che pagano per le esibizioni regolare Siae.

Si tratta, dunque, di partire da un atto concreto per creare una cultura della solidarietà nuova, che si scrolla di dosso la demagogia delle parole.

Le parole spesso passano, ma i problemi reali rimangono. Ecco allora che il Villaggio solidale vuole essere una risposta concreta all’emergenza, al disagio sociale.

Nella realtà dei fatti il Villaggio solidale sarà così composto: una struttura ricettiva della Casa della carità (30 posti letto più i 5 per gli operatori) più la struttura ipotizzata per i bisogni del Comune di Cologno (30 posti letto per alloggio temporaneo per persone fragili o in sfratto); un laboratorio formativo nel campo botanico, una sala musicale, un polo multidimensionale sperimentale per attività didattiche, formative e lavorative. La gestione e la custodia  saranno assicurate da figure qualificate; mentre la sicurezza sarà affidata agli operatori locali ( per maggiori informazioni  http://www.casadellacarita.org ).

Da ultimo don Virginio, ha ringraziato pubblicamente le istituzioni - Regione, Provincia e Comune di Cologno - per la loro immensa disponibilità.

 

Gli enti interessati

La Provincia, ha ricordato l’Assessore ai Diritti dei cittadini, Francesca Corso, è stata la prima che ha creduto nel progetto della Casa della carità. La scintilla che ha fatto pensare alla sua realizzazione, è stata lo sfratto dei Rom da via Capo Rizzuto a Milano, e la conseguente esigenza di dare un tetto a bambini, donne e persone malate. Dunque, la soluzione di un’emergenza è stata l’occasione per pensare a un progetto di  reinserimento sociale e abitativo.

Da qui la necessità di sondare la disponibilità di alcuni comuni.

Il Comune di Cologno Monzese, presente con l’assessore ai Servizi Sociali, Massimo Verdino, ha ricordato come la sua amministrazione abbia aderito all’invito della Provincia a trovare una area territoriale per ospitare il Villaggio. Il progetto è piaciuto alla giunta di Cologno Monzese, perché dall’analisi fatta a livello locale, c’è una forte emergenza abitativa. Per Verdino, l’aspetto interessante di questo progetto è che si occupa di integrazione sociale e lavorativa e non solo di casa.

La Regione ha costruito un bando per la realizzazione della struttura ricettiva.

Il Politecnico di Milano, dal canto suo, ha pensato al progetto del  Villaggio, come luogo che potesse gestire insieme l’accoglienza e gli spazi comuni di integrazione sociale.

 

La posizione del nostro Comune

Per quanto riguarda Cernusco, il Sindaco, Daniele Cassamagnaghi, ha sottolineato di essere stato informato dell’esistenza del progetto leggendo un settimanale locale. Si è detto, quindi, contrario al Villaggio, ribadendo che per l’emergenza casa il “Contratto di quartiere” in via di attuazione (riqualificazione case Aler di via Don Sturzo e nuovi alloggi sull’area dell’ex Centro sociale di via Buonarroti) ben risponde all’emergenza casa della nostra città. Il nostro Primo cittadino non condivide l’idea di don Virginio, di  un progetto di integrazione che vada al di là della sola emergenza casa, perché secondo lui il Villaggio solidale porterà ulteriori problemi di sicurezza. Cassamagnaghi ha sottolineato solo i lati meno belli del popolo Rom, quando invece don Virginio, che vive insieme a loro alla Casa della carità, ne aveva ricordato quelli positivi.

 

Le opinioni degli ascoltatori

Durante la trasmissione ci sono stati due interventi telefonici. Il primo di Umberto Sirtori a favore del Villaggio, che ha ricordato come a Cernusco manchi una struttura di accoglienza: a fronte di un’emergenza non si sa a chi rivolgersi. Ha, quindi, domandato all’assessore di Cologno, perché il Villaggio debba sorgere proprio a fianco dell’impianto di compostaggio? Verdino ha risposto che quel terreno era l’unica area subito disponibile per questo progetto.

Un secondo intervento è stato quello di Rocco Pandiscia, dichiaratosi presidente del Comitato per la tutela dei cittadini di Cologno Monzese, contrario al Villaggio. Pur condividendo l’opera sociale che don Virginio svolge, si è dichiarato solidale con il Sindaco di Cernusco. Ha ricordato anche che a fianco dell’impianto di compostaggio si sarebbero dovute create delle aree di piantumazione ad alto fusto per nascondere il fabbricato che lo contiene. E su questo c’è già una convenzione che aspetta di essere attuata. Cosa ne sarà?

 

Alcune considerazioni

Per prima cosa si rileva la difficoltà a considerare  l’emarginato e il diverso a tutti gli effetti persone e cittadini a pieno titolo. Si continua a pensarli in termine di estranei, di altri da noi, quasi che i meno fortunati non abbiano diritto a una piena cittadinanza, ad una casa, ad un lavoro, a istruzione e percorsi di integrazione e socialità. 

Che politica è, quella che non sa o non vuole dare risposte alle persone più in difficoltà?

Ma come realizzare una reale cultura della solidarietà e dell’uguaglianza in una società sempre più basata sull’immagine e sul consumismo?

Questo progetto, senz’altro interessante, fatto di persone e non solo di cose, perché costruirlo proprio accanto ad un luogo malsano?  Non ci sono proprio altri terreni disponibili?

Vediamo se a questo punto è possibili impostare un tavolo di lavoro tra i comuni coinvolti e le associazioni di volontariato per condividere questo o qualsiasi altro progetto di reinserimento sociale.

Mentre a Cernusco alcuni gruppi politici raccolgono firme contro il Villaggio solidale, Persona e Città - la nostra trasmissione radiofonica del mercoledì sera - è ben lieta di raccogliere l’invito fatto da tutti i partecipanti al termine del dibattito per realizzare un incontro con don Virginio Colmegna e i rappresentanti delle istituzioni coinvolte, parrocchie e Caritas cittadina comprese.

 

Claudio Gargantini