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HOME > Sguardi, Oltre il Naviglio > 29 Giugno 2015

DISABILI: IN LOMBARDIA 530 CASI DI DISCRIMINAZIONE

 

«Nonostante si pensi che sia stato fatto molto,  vediamo che c’è ancora molto da fare per superare i problemi legati alla disabilità».

 

 

In Italia non mancano le leggi che tutelano le persone disabili. Ma sono ancora troppe, secondo ¡ legali della Ledha - la Lega per i diritti delle per­sone con disabilità - le di­scriminazioni che si registrano ogni anno. Nella sola Lombardia, sono 530 i casi de­nunciati nel 2014. Nel lungo elenco delle di­scriminazioni ci sono casi, ad esempio, in cui le scuole chiedono alle famiglie di pagare in toto le spese per il trasporto, oppure riduco­no arbitrariamente il numero di ore di assistenza scolastica di cui gli alunni hanno bisogno. In alcuni casi sono gli stessi tribunali (cui ricorre chi si sente discriminato) a discriminare le persone con disabilità e le loro famiglie. Come nel caso di Elena e Patrick che vivono in provincia di Varese. Sposati dal 2004, hanno un bambino, di nome Nicolò, affetto dalla sindrome di Dravet, una rara forma di epilessia. Nel 2011 decidono di allar­are la famiglia e avviano le pratiche per l’adozione internazionale: ma la loro domanda viene respinta dal Tribunale dei minorenni di Milano, che giudica la coppia "non idonea" all'adozione di un minore straniero. Un diniego motivato esclusivamente dal fatto che Nicolò è disabile. Con il supporto dei legali di Ledha, la famiglia presenta un ricorso alla Corte d’Appello di Milano. I giudici di secondo grado ribaltano la decisione del Tribunale dei minorenni, riconoscendo che la condizione di disabilità del figlio naturale non rappresenta uno svantaggio ma, al contrario, una risorsa per i due genitori in quanto già "preparati alla diversità".

 

«Siamo entrati nella percezione comune che tutti i problemi che riguardano la disabilità sono normali: è nor­male che uno studente disabile debba supe­rare mille difficoltà a scuola come è norma­le che una persona disabile rimanga fuori dal mondo del lavoro, ha sostenuto Alberto Fontana, presidente della Ledha. Nonostante si pensi che sia stato fatto molto, noi vediamo che c’è anco­ra molto da fare per superare i problemi le­gati alla disabilità».

 

«Ma sono le istituzioni e la società nel suo complesso a doversi impegnare per rispettare i diritti fondamentali di tutti i cittadini, com­prese le persone con disabilità» ha aggiunto il presidente della Ledha. La Ledha chiede anche «equità e ragionevolezza» nell’applicazione del nuovo Isee. «Noi vogliamo pagare il giusto – ha spiegato Fontana - in base cioè all’accesso ai servizi e alla effettiva inclusione sociale».

 

Con una lettera inviata ai 1.546 sindaci dei Comuni lombardi, Ledha chiede che venga applicato il cosiddetto “Isee ristretto”, con il quale cioè la compartecipazione al costo del servizio può essere quantificata facendo ri­ferimento ad un nucleo familiare più “ri­stretto” rispetto a quello preso in considera­zione dall’Isee ordinario. (fonte: Avvenire, 23/06/2015)

 

 

Cernusco sul Naviglio, 29 giugno 2015

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