A MILANO SARÀ POSSIBILE COSTRUIRE DUE MOSCHEE
Il
Comune di Milano ha individuato tre aree per la costruzione di
luoghi di culto non cattolici: probabilmente due moschee e una
chiesa evangelica.
Il
condizionale è d’obbligo perché per conoscere l’esatta
destinazione d’uso delle aree bisognerà attendere
l’assegnazione del bando. Le tre zone (via Sant’Elia, via
Marignano e via Esterle) sono state rese note negli scorsi
giorni dal Comune di Milano. «Non è accettabile – ha detto
l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino - che si preghi
sui marciapiedi, è un tema di civiltà» aggiungendo poi che i
luoghi scelti «sono tutti in disuso e in stato di degrado: in
questo modo verranno recuperati». Majorino ha spiegato poi che
le tre aree non potranno essere attribuite allo stesso culto.
«Al massimo saranno due», ha detto facendo così intravedere una
doppia assegnazione ai musulmani.
Dopo
la votazione della relativa delibera in giunta comunale,
avvenuta venerdì scorso, seguirà la pubblicazione del bando, al
quale potranno accedere solo le associazioni presenti nell’albo
citato. Nelle intenzioni di Palazzo Marino l’intero iter dovrà
concludersi entro fine anno. Alle confessioni sarà richiesto di
provvedere alla riqualificazione a proprie spese dell’area per
la quale sarà corrisposto anche un affitto.
La
polemica politica -
La comunicazione delle tre aree che saranno destinate ad
altrettanti luoghi di culto, di cui due probabilmente moschee,
ha acceso la polemica politica. Al presidente della Regione,
Maroni, che aveva già dato l'altolà alla giunta di Pisapia
(«sulle nuove moschee i comuni sono sottoposti alla legge
regionale») il vicesindaco De Cesaris ha ribattuto che tutte le
aree individuate «sono già comprese del Piano di governo del
territorio come aree per i servizi, compresi i servizi
religiosi». La Lega Nord si è detta pronta a sfidare Pisapia con
un referendum sul territorio fra i cittadini. «Cercheremo di
contrastare con tutti i mezzi che la legge ci mette a
disposizione la strada che volete percorrere – ha affermato il
consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato -
perché questa è una competenza dello Stato e non del Comune».
Anche Forza Italia ha annunciato di volersi mobilitare per dire
"no" ai luoghi di culto: «È assurdo consentire la realizzazione
di moschee senza avere garanzie su chi le finanziera e su cosa
avverrà all’interno di quei luoghi – ha attaccato il
coordinatore cittadino, Giulio Gallera - senza alcuna
autorizzazione a livello ministeriale e senza alcuna garanzia di
sicurezza per i cittadini».
La
Diocesi ambrosiana
si è già pronunciata, in più occasioni, a favore della
costruzione di nuovi luoghi di culto per le altre confessioni
religiose, dicendo no “all’approccio frettoloso” e ai “colpi di
slogan” che “non sono d’aiuto a nessuno”. Sì, invece, a
soluzioni “accoglienti e rispettose della libertà di culto”:
perché “se non c’è luogo di culto, la libertà di culto non è
compiuta”. Ma la prima questione è e resta “l’esistenza di una
comunità che vive, ama, lavora a Milano e prega a Milano, quindi
ha l’esigenza di un luogo di culto”. Che sia proporzionato “al
suo bisogno reale”.
Cernusco sul Naviglio, 13 ottobre 2014
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