Ci sono tanti modi per festeggiare il 25° anniversario
di matrimonio, la parrocchia di Cernusco sul Naviglio è
solita programmare annualmente le celebrazioni di tali
anniversari, comprendendo meno o più di venticinque
anni, con una prebenda comunitaria, ma io e la mia
signora siamo ambedue sordi e in quel profluvio
festaiolo di bei ricordi espressi e ascoltati, ci
saremmo sentiti a disagio come due pesci con poca acqua
in cui nuotare, così, sabato 6 ottobre 2012, abbiamo
preventivato una cerimonia tutta nostra in chiesa, la
parrocchia Divin Pianto (nella foto, il particolare
della Madonna), chiedendo al prete dei "silenziosi" di
Milano, Mons. Emilio Puricelli di officiare la liturgia,
dopo aver ottenuto l'autorizzazione del Prevosto, don
Ettore Colombo, e del parroco don Renato Corbetta, con
la figlia Laura nel ruolo di interprete LIS (Lingua dei
Segni Italiana) e attorniati da parenti e amici, sordi
e udenti, così ci siamo trovati ad ascoltare una Messa,
assaporandone tutte le sfumature procedurali e
ascoltando visivamente l'omelia dove il sacerdote,
tradotto in LIS, ha narrato compiaciuto la storia dei
due coniugi sordi, della loro vita spesa per la
famiglia, i figli, i nipoti, e pure per un ideale
sociale e umano, una storia stupendamente vissuta e
tutta loro, degli sposi protagonisti di una intensa
vita, in parte non ben conosciuta da tutti gli amici, un
racconto che ha reso memorabile, per chi c'era, quella
funzione religiosa, semplice e completa.
Rammento che il
metodo classico, per i 25 anni tradizionali dei
matrimoni, è di programmare una nuova luna di miele, che
però a me e a mia moglie, Melania, 142 anni in due
suddivisi in parti uguali, ci pareva banale, noi siamo
in luna di miele effettiva da 9.125 giorni, quando il 10
ottobre 1987 ci eravamo detti consapevolmente "Sì!"
sull'altare della graziosa chiesetta di Fabbrica Durini,
circa 400 anime lì residenti, nella frazione di Alzate
Brianza, in quel di Como, quindi in questa circostanza
ci siamo limitati a consumare, insieme alle persone a
noi più care, un buon pranzo in ristorante, e poi
concludere la giornata in casa nostra fino a sera, a
consumare il dessert casalingo e andando a ritroso con
la memoria: "rammenti che….?" , e sono già venticinque
anni che si sgranano le rievocazioni.
Marco Luè
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