Il
Nostro Presidente del Consiglio ha recentemente dato
dell’Italia una descrizione oscena, oltraggiosa e
soprattutto falsa. L’Italia è una grande Nazione come
dimostrato dal fatto che, nonostante Berlusconi, Bossi e
Tremonti siano alla testa del Paese da tempo, l’Italia
non è ancora affondata.
Oggi constatiamo con mano quello che il Partito
Democratico ha più volte ribadito in tutte le sedi ed a
tutti i livelli: le tanto sbandierate riforme del centro
destra e delle lega nord : federalismo fiscale,
devoluzione o devolution, liberalizzazioni, meno tasse
per tutti, meno Stato erano solo slogan elettorali. Il
federalismo fiscale, doveva voler dire meno stato, meno
tasse, più servizi. Non è stato nulla di tutto questo.
L’unica cosa che ha prodotto è stato il Giro Ciclistico
della Padania ed a leggere i giornali è stato un fiasco
anche quello.
Abbiamo capito che quando il Governo parlava di
attenzione ai territori, alle comunità locali non
intendeva certo mettere al centro i bisogni e le
esigenze delle comunità ma guardava con attenzione,
appunto, ai loro soldi, ai soldi dei Comuni.
I Comuni sono tra gli Enti più virtuosi della Nazione a
differenza dei Ministeri e della Presidenza del
Consiglio che, tral’altro, ogni volta che è presieduta
da Berlusconi vede aumentare le proprie spese in maniera
esponenziale.
Il Governo invece che tagliare drasticamente lo spreco
dei ministeri, della presidenza del consiglio e di tutta
quella serie di enti piccoli se non piccolissimi,
cosiddetti inutili, il cui unico scopo è piazzare
boiardi, clienti e trombati nei CDA, continua ad
accanirsi sui Comuni.
Pertanto, anche nella Pubblica Amministrazione vale
quello che di solito si dice per i singoli cittadini: a
pagare sono sempre i soliti.
Quindi, i Comuni che, secondo le parole del ministro del
federalismo Umberto Bossi avrebbero potuto trattenere
nelle loro casse buona parte dei soldi pagati in tasse
dai propri concittadini per poter migliorare i servizi,
si ritrovano a dover dare sempre più soldi allo Stato
tagliando per di più servizi essenziali.
Se un tempo Roma era ladrona ora con Bossi e Berlusconi
siamo allo strozzinaggio.
La crisi mondiale è diventato il paravento dietro il
quale questo governo nasconde i propri fallimenti. Crisi
che è bene ricordare per Berlusconi non esisteva ma era
frutto dell’immaginazione di una sinistra disfattista e
di un’ opposizione anti italiana. Berlusconi Bossi e
Tremonti continuano a fare manovre economiche, vertici
di maggioranza, incontri con i propri stati maggiori, il
cui risultato è solo confusione, tasse e tagli.
Ogni manovra che fanno cambiano al ribasso i parametri
del patto di stabilità degli enti locali, togliendo ai
Comuni non solo la possibilità di effettuare quegli
interventi e quelle opere già stabilite e già finanziate
ma costringendoli anche ad effettuare numerosi tagli in
settori anche socialmente molto sensibili.
Pertanto noi risparmiamo e loro spendono.
Non è così che si combatte la crisi, ma anzi la si
accentua.
Infatti, sono state proprio le imprese edili, attraverso
le loro associazioni di categoria, a lanciare l’allarme.
Molte aziende sono fallite o meglio sono state portate
al fallimento dalla non politica economica di questo
governo. Impedendo ai Comuni di pagare i lavori
appaltati si sono ritrovati a non poter pagare i
fornitori ed i dipendenti e quindi a chiudere. La
chiusura di un’ azienda non comporta solo più
disoccupati, meno ricchezza prodotta ma anche meno
competitività. Ogni azienda possiede una serie di
conoscenze ed esperienze, un know how che la rende
competitiva ed unica sul mercato. Abbiamo, così, perso
conoscenze e maestranze che difficilmente troveranno
altra collocazione nel nostro paese in un settore sempre
più in crisi. Sono centinaia le aziende che lavorano con
il pubblico che hanno dichiarato fallimento in questi
tre anni.
Questo Consiglio Comunale aperto, che l’Anci ha voluto
fortemente, colgo l’occasione per ringraziare il
Presidente Perego e l’amministrazione per avervi
aderito, è parte di una lotta per la sopravvivenza dei
comuni che il Partito Democratico anche a Cernusco
intende continuare.
Mai come oggi, infatti, l’autonomia e la funzione dei
Comuni sono a rischio ed i sindaci potrebbero non essere
più in grado di fornire ai propri concittadini persino i
servizi essenziali. I cittadini vedrebbero cosi
peggiorare la loro qualità di vita. Aumenterebbe la
disparità sociale dando vita a lotte sociali i cui
embrioni già oggi sono visibili.
Il Governo non solo continua ad ignorare la voce dei
comuni ma cerca con mezzi discutibili di metterla a
tacere. La lega nord ha proibito ai suoi sindaci di
prendere parte alla giornata di protesta di oggi. Bossi
ha detto ai suoi sindaci di scegliere tra il partito e
la la gente. Confido che i sindaci leghisti scelgano la
gente.
Il comune è l’istituzione più vicina alla gente ed un
suo fallimento significherebbe il fallimento dello
stato.
Noi non chiediamo l’impossible, chiediamo solo di poter
spendere i nostri soldi, di alleggerire il patto di
stabilità o di permettere delle deroghe a comuni
virtuosi come il nostro.
I Comuni quali enti locali sono riconosciuti e tutelati
dalla Costituzione. Basterebbe ricordare questo ad un
governo responsabile ma sappiamo purtroppo fin troppo
bene qual è l’opinione di Bossi e Berlusconi sulla
costituzione, ma per noi è il fondamento della nostra
democrazia e libertà.
In conclusione, Presidente, Le rinnovo il ringraziamento
per aver convocato questo Consiglio Comunale ed aver
aderito all’iniziativa dell’ANCI e posso comprendere la
decisione dell’opposizione. Infatti, questa manovra che
non ha trovato nè padri nè madri a livello nazionale non
può certo trovarne a livello locale.
Raffaele Di Bello
Capogruppo PD al Consiglio Comunale
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