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 CACCIA A OTTOBRE ROSSO

 

Non conosco il sig. Sigismondi, altrimenti gli avrei risposto personalmente. A pensarci bene peró, gli argomenti che solleva nel suo scritto intitolato “Alla fine è successo…” sono probabilmente condivisi da altri sostenitori della sua parte politica, pertanto le considerazioni che esporró brevemente qui potrebbero essere destinate anche ad altri.

Mi qualifico, con tutto il rispetto ma anche con estremo orgoglio, come un esponente di quella ‘sinistra cernuschese’ alla quale il sig. Sigismondi non sembra guardare con particolare benevolenza e comincio con l’affermare che non c’è stata nessuna volontà di “nascondere la faccia dietro a quella sorridente di un ragazzo dell'oratorio”. La composizione della coalizione che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Eugenio Comincini è stata resa nota con grande anticipo sulla scadenza elettorale -segno tangibile di un percorso comune non improvvisato attorno ad un grumo di interessi locali- e tutte le forze che ne fanno parte hanno partecipato con le proprie risorse e con pari dignità alla messa a punto del programma di governo, in un continuo e proficuo rapporto con la società cernuschese in tutti i suoi aspetti. Sull’assenza di significato di una bandiera verde che ha rappresentato lo spirito unitario con il quale la coalizione si è mossa ed attorno al quale si sono raccolte le speranze di cambiamento in questa città, rimando il mio interlocutore ai tanti che quella bandiera sventolavano lunedì pomeriggio o l’hanno esposta dal balcone di casa nelle settimane precedenti.

La sinistra cernuschese non “è andata avanti a frignare per dei mesi contro i politici della Cdl rei di aver posto l'accento sulla forte componente radicale presente nella coalizione di Comincini”, ma tutti ci siamo battuti contro una propaganda elettorale mirata a deflettere l’attenzione dei cittadini dal confronto sui temi concretamente locali ad una marmellata di questioni generali (DICO, tasse, droghe, zingari) poste sulla base di slogan privi di fondamento. 8493 elettori, che il sig. Sigismondi si è preso la briga di definire “increduli cernuschesi abbindolati”, se ne sono resi conto. 

Sorvolo sul contenuto poco lusinghiero dell’espressione “baciare i piedi al prete”, per constatare come ripetute ostentazioni di fede cattolica, tanto tardive quanto chiassose, non siano mancate nell’ultimo periodo della vita amministrativa cittadina; tutte hanno avuto precise connotazioni che ne fanno individuare il mittente senza eccessivo sforzo investigativo. Aggiungo che non mi sorprende la nostalgia per don Camillo da parte di chi ha apprezzato la campagna elettorale che una parte ha improntato ai livelli della popolare saga di Guareschi.

Concludo condividendo in pieno il messaggio in chiusura: sono queste le lezioni dalle quali si impara sul serio. Si impara a dimostrare finalmente con gli atti la validità di ció in cui s’è sempre creduto e si impara ad esercitare una seria e responsabile funzione di controllo democratico sull’operato degli amministratori eletti. Questo è l’augurio che sommessamente rivolgo tanto a me stesso che al sig. Sigismondi, nell’ambito dei rispettivi ruoli che il risultato elettorale ci ha assegnato.

Ermes Severgnini


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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