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Una questione di stile


…Infine, vorrei proporvi una piccolissima nota sullo stile. Anche qui si tratta di un tema che ho già toccato altre volte, ma che continua ad essere di attualità: il rapporto tra maggioranza e minoranza, il rapporto tra opposizione e governo locale.
Non c’è democrazia senza dibattito. E il dibattito fatto con convinzione, con entusiasmo, con passione, con irruenza, non deve scandalizzare: appartiene alla natura delle cose.
Però il dibattito democratico vede un uomo di fronte all’altro impegnati su una questione, non sull’insulto reciproco, sulla vicendevole disistima, sull’idea che l’altro è un nemico da abbattere.
È un bene per tutti. È un dovere di tutti. Ritroviamo allora i modi e i toni corretti per un civile dibattito democratico, senza finzioni e “trappole”, senza strategie nascoste per distruggere l’altro. Combattiamo per un’idea, per un progetto, per scelte politiche diverse o alternative, ma per questo e solo per questo, senza usi e costumi, senza comportamenti e atteggiamenti che immeschiniscono la politica e la rendono odiosa agli uomini.
I politici e gli Amministratori hanno gravi responsabilità sulla stima o sulla disistima che nascono nei confronti della democrazia e della politica, anche a livello locale. La partecipazione o l’effettiva possibilità della partecipazione o il desiderio della partecipazione si radicano qui.
Pensiamo all’avversario come a una persona che ha il nostro stesso impegno nel costruire un futuro migliore, ma che sceglie altre strade e propone altre soluzioni.
Vorrei dirvi: stimatevi a vicenda, siate avversari leali, confrontatevi sul merito delle questioni. Gli altri, allora, capiranno la passione e la foga, i toni concitati, l’entusiasmo, perfino la collera.
E tutto costruirà, proprio a partire dal basso, una diversa stima per la politica e per la democrazia. È una responsabilità non piccola per voi, ma è feconda di risultati per l’intero Paese.
Ecco un’altra ragione a sostegno del fatto che fare l’amministratore locale è fare politica e non, come sostengono alcuni, un mero “amministrare”, inteso in senso riduttivo.
È un amministrare così denso di possibilità di intelligenza e passione che non può che essere autentica “Politica”.

 

No, non è farina del mio sacco: è il Cardinale Dionigi Tettamanzi che parla agli amministratori locali nel febbraio 2004 (l’intero documento, non molto lungo e dal titolo Amministrare la Città: una politica per servire l’uomo, è disponibile sul sito della nostra diocesi ed offre interessantissimi spunti per leggere quanto accade in questi giorni ed orientarsi in queste elezioni, così come altrettanti spunti sono offerti dai messaggi del 2006 e di quest’anno).

Io credo in queste cose, e cerco di insegnare ai miei figli il rispetto delle persone pur nella legittima diversità delle idee, l’onestà anche nel parlare e porre il proprio pensiero, la ricchezza che nasce dal confronto nella diversità, una città che è nostra e non solo mia.

Continuerò a crederci, nonostante tutto quello che ho visto e sentito.

Giancarlo Melzi

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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