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RISPOSTA A DARIO COLLIO

Caro Dario

Ti ho voluto  sentire personalmente dopo aver  letto il tuo pezzo e mi hai assicurato che lo stesso non voleva essere un attacco personale rivolto a me. Faccio sinceramente un po’ fatica a crederci e rimango fortemente stupito.

Ti rileggo e  mi incanto di fronte alle  “cristalline “ certezze che tu racconti e che mi riguardano.

La campagna elettorale è iniziata e  ognuno credo abbia la propria  verità. Rimango affascinato dalla tua più curiosa  che tenta, sia pur negandolo, di giustificare  chi  aveva piena responsabilità  di governo per scaricarle su chi, come me e come te, sicuramente aveva responsabilità politiche  importanti (ma condivise con altri soggetti), ma sicuramente non  la guida del comune. 

Credo che la mia vicenda  personale importi a pochi ma la tua lettera  mi obbliga a  spiegare alcuni aspetti che ritengo gravemente lesivi e che più volte ho visto scritti in questi anni, ma che solo ora mi convinco a chiarire per tutelare la mia persona .

Come ti ho già detto la tua disamina  mi ferisce perchè  manca di una serie di  particolari importanti.

Ma di fronte a tante accuse  gratuite credo sia utile chiarire che:

1)      dopo una campagna elettorale per me  devastante  e dopo otto anni di soddisfazioni come sindaco io avevo deciso di non occuparmi più del comune direttamente ma di garantire la sola presenza politica in consiglio per rispetto dei quasi 500 voti personali dei cittadini. (E’ la stessa scelta che ho fatto in questi giorni : tenterò di entrare in consiglio con i voti della gente per poter dare idee alla città.Stop). Questo fatto è ipernoto  a tutti ma stranamente tutti sembrano sempre dimenticarsi che il sottoscritto, fu  pressoché obbligato\convinto\pregato in ginocchio di entrare in giunta. Solo dopo 15 giorni di  assoluta indisponibilità (controllate i giorni di  nomina di giunta a parte del sindaco) accettai la carica di assessore  (quanto mai!!!!!) insieme a Giorgio Mandelli (firmammo assieme!) con la promessa reciproca  di restare entrambi  per un anno in ausilio al sindaco che ci aveva  richiesto una disponibilità in tal senso

2)      la carica di direttore generale mi fu  in seguito proposta poiché, come previsto,dopo un anno di “passaggio di consegne “ , non potevo più conciliare la mia attività lavorativa con gli impegni dell’assessorato e quindi ero obbligato a “lasciare”

3)      vorrei sottolineare che non avevo affatto  bisogno di uno stipendio per il solo fatto che  già lo avevo altrove, ma era certo che rimanendo a fare l’assessore rischiavo di perderlo per motivi aziendali (tra benefits e base stipendiale  quest’ultimo era comunque per la cronaca  più alto di quello guadagnato in comune come direttore generale)

4)      come testimonia una mia lettera personale del 8 luglio 2003 indirizzata al sindaco  era  comunque mio intendimento rinunciare in tempi non sospetti alla carica d DG propostami. Allora dicevo (ben 4 mesi prima della nomina a direttore) :”  il clima politico non è favorevole all’ipotesi che mi vedrebbe ricoprire la carica di DG e anche se per un attimo lo fosse, sono sicuro che lo stesso non mi permetterebbe in seguito di svolgere il mio lavoro in piena serenità, tranquillità, indipendenza “ ;  “ho sempre cercato in questi anni di agire libero da ricatti di qualsiasi genere e non credo proprio sia giunto il momento dopo 10 anni di onorato servizio alla città di farmi ricattare da 4 ceffi  per uno stipendio che già percepisco altrove”e ancora  “ora è chiaro il tentativo di sottoporre la mia “ingombrante” presenza politica ad un vile ricatto stipendiale”;

credo quindi che, scartata l’ipotesi della direzione generale da te gentilmente proposta, la mia presenza in giunta (che non è né scontata né necessaria) sia legata per i miei improrogabili impegni professionali ad un solo fattore : rafforzare la giunta…..”

E ancora “prendi questa come un consiglio ben sapendo che in ogni momento le mie dimissioni sono a tua disposizione

E ancora “ ti avevo garantito un anno di fedele “affiancamento” : credo con te di essere stato di parola . Nella vita politica di ognuno di noi, dopo tante mediazioni almeno una volta penso si possa aver diritto di decidere liberamente per se stessi (riferendomi alla mia volontà di dimettermi da assessore )

Mi dimisi  dopo pochi giorni da assessore e tornai al mio lavoro senza aver alcuna certezza  di un posto, quello di DG, che di sicuro mi affascinava e lusingava ma che non è mai stato oggetto da parte mia di trattativa politica, semmai di una disponibilità personale ricca di dubbi e incertezze politiche e di opportunità.

Vorrei da ultimo chiarire che le mie “dimissioni forzate”  da DG furono causate dal mio comportamento intransigente sul caso Formest  (era la struttura comunale da me guidata che aveva scoperto le ruberie !) e non certo per il  fatto contrario come sembra trasparire dalla lettera di Dario.

Sono certo che il mio impegno nel Cuore mi riserverà  “simpatici” attacchi, ricostruzioni fantasiose di eventi politici e processi alle intenzioni.

Il non essermi uniformato a certi schemi politici nonostante le immani  “pressioni”, il non aver piegato la testa sicuramente mi rende un ottimo bersaglio.

E’ un prezzo che pagherò volentieri per la mia città.

La posizione “terza” o terzista è una posizione dura….ma che in fondo dà soddisfazioni.

Grazie per l’attenzione

Paolo Frigerio


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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