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Intervento di Eugenio Comincini sul P.I.I. GARZANTI
al CONSIGLIO COMUNALE 26 MARZO 2007
 



La politica urbanistica di questi anni è stata priva di capacità programmatoria. L’intervento che l’Amministrazione oggi vuole concretizzare non tiene affatto conto di quanto sino ad oggi realizzato e di quanto ancora si farà.

Ricordo che nel Consiglio comunale del 25 luglio 2005 (che votò il PZ sull’edilizia convenzionata), di fronte alla mia elencazione dei volumi che attraverso il PRG e i PII si sarebbero realizzati, si levarono boati dai Consiglieri di maggioranza, quasi a voler sostenere che mai si sarebbero raggiunti quei livelli di cementificazione in così poco tempo; oggi possiamo tirare delle somme. Ebbene: dopo soli 20 mesi da quella serata le mie previsioni si sono avverate.

Di tutto quello che allora citai, solo il PA1/AS Vespucci-Monza non è partito. Ma in compenso abbiamo aggiunto il PII Alberti e il PII Alari. Tutte le realizzazioni negli ultimi anni approvate ammontano a circa 485.000 metri cubi. Se teniamo conto anche degli ampliamenti in centro consentiti dal PRG, dei sopralzi, dei recuperi dei sottotetti, arriviamo a concludere che si stanno realizzando circa 2.300 appartamenti, di cui circa 600 in edilizia convenzionata e affittanza a canone moderato (conteggiando anche il Contratto di Quartiere).
 

Metri cubi

Descrizione

50.000

ARCO FALK

13.600

PP3

54.000

PA4-Boccaccio/Lucioni

37.000

PII LANAR

27.000

ADP FATEBENEFRATELLI

81.000

PZ

48.000

PII ALBERTI

24.000

PII ALARI

18.000

PII RONCO

48.000

PA2/AS-Nord via e Amicis

85.000

PA3/AS-Battiloca

485.600

TOT.

 

Nell’immediato, quindi, il problema non è quello dell’emergenza casa. Piuttosto pare ci sia un’emergenza elettorale da risolvere: Cassamagnaghi ha la necessità di far dimenticare ai cernuschesi il cemento ad elevato prezzo che è stato realizzato in questi anni. Ci si è forse accorti che tale politica paga poco e oggi si cerca di rifarsi una verginità perduta.

L’operazione che state conducendo ha solo come obiettivo secondario quello di poter offrire casa a prezzo più basso di quello di mercato. Il primario obiettivo è stato quello di tentare di danneggiare la coesione della nostra coalizione e più in generale utilizzare a scopo elettoralistico tale iniziativa.

Dietro tale scelta c’è un disegno politico preciso: per certi versi non è vero che voi manchiate di programmazione… È una programmazione della quale la città dovrebbe avere timore e che dovrebbe rifuggire!

Nell’intervista rilasciata al Punto di marzo il Sindaco ha dichiarato:

“Parlare solo della Garzanti è fuorviante e fuori fuoco. Forse qualcuno lo fa in malafede, perché non prendendo in esame il contesto può dimostrare strumentalmente di avere ragione. Occorre invece prendere in esame tutto il comparto: l’idea guida è quella di sviluppare non solo il tema Garzanti, ma tutta l’area, portando fuori dalla zona aziende ancora presenti, magari attraverso un PIP. Non vogliamo fare un isola, ma creare qualcosa di organico”.

Se già è rischioso pensare ad uno sviluppo residenziale di quell’area, l’allargamento dello sguardo su tutto il comparto è di una gravità inaudita: questo progetto vuole essere l’apripista di un disegno urbanistico più ampio che prevede un’ulteriore espansione residenziale rispetto a quanto prevede il PRG! Ulteriore cemento, ulteriore abitanti! Meno lavoro, più spostamenti! Ma quale dimensione di città avete in mente? Quanti abitanti volete che raggiunga Cernusco?

Nell’intervista citata si passa quindi ad annunciare la realizzazione di una nuova strada che attraverserà il cannocchiale di villa Alari, collegando la zona Garzanti con viale Assunta. Ma la nuova strada – in trincea o al piano che sia – sfregia la conservazione di un importante patrimonio ambientale quale è il cannocchiale della villa Alari. Ne prendo atto.

In chiusura d’intervista, con un incredibile sfrontatezza, il Sindaco aggiunge:

“Il centrosinistra vede cemento dappertutto”.

Per sua sventura, signor Sindaco, non è il centrosinistra che vede cemento dappertutto: sono i cittadini che lamentano tale condizione! Del resto fu proprio un suo assessore ad abbandonarla accusandola di essere ostaggio di una lobby di mattonari!

Il commissario cittadino di Forza Italia, in altra intervista rilasciata al Punto nel mese di febbraio, ha sostenuto che la deindustrializzazione che ha colpito l’area milanese è un

“processo irreversibile che ha investito anche Cernusco”.

Poche righe dopo, però, si parla della necessità di

“un piano PIP per incentivare la nascita e la crescita di nuove piccole e medie imprese per ridare slancio all’apparato produttivo di Cernusco”.

Dunque: l’attività produttiva è in crisi o no? Ha ancora possibilità di sviluppo o no? Pare ci sia confusione al riguardo.

Poi va a sostenere che l’intervento di cui parliamo attenuerà la tensione dei prezzi. Interventi di tale portata potrebbero avere effetti calmieranti sui prezzi delle case se non fossero accompagnati da altre migliaia di metri cubi di edilizia residenziale libera, che vanno ad annullare ogni possibile effetto positivo. (Fatto salvo per abbassamento dei prezzi dovuto però ad un eccesso di offerta rispetto alla domanda…)

Del resto, nella primavera del 2005, ad un convegno organizzato da Forza Italia sulla nuova legge urbanistica regionale, Gianstefano Frigerio sosteneva la necessità di una maggiore programmazione e di una minore incidenza dell’uso dei PII. Ma quelli erano tempi lontani dalle elezioni…

Orbene: noi riteniamo prioritario che ogni nuova scelta urbanistica sia inquadrata in un nuovo processo di governo del territorio che garantisca un ambiente vivibile e servizi adeguati. Questa Amministrazione ha sempre usato il metodo contrario: prima il cemento e poi – forse – i servizi. Siamo alla vigilia del voto e del Piano dei Servizi non c’è neppure l’ombra…

La nostra opinione, già espressa pubblicamente, è che l’area possa essere mantenuta nella sua attuale destinazione produttiva, ipotizzando la creazione di un polo che unisca gli elementi della qualità del prodotto, la connessione con il tessuto produttivo della zona e l’offerta di posti di lavoro stabili anche per i residenti. Possibilmente il campo di attività di questo polo dovrebbe essere inerente alle tecnologie volte alla salvaguardia dell’ambiente (risparmio energetico,materiali innovativi ecc.). Il mutato quadro economico che sta facendo tornare a correre l’economia della Nazione può diventare utile anche ad un progetto simile e alla proprietà stessa dell’area.

Certo: è necessario che l’Amministrazione comunale si faccia parte diligente ed attivi tutti i canali possibili affinché si creino le condizioni politiche ed economiche perché un così ambizioso progetto possa trovare compimento e possa incontrare la soddisfazione – anche economica – dell’operatore proponente.

Ci sono canali inesplorati: dall’Agenzia Milanese per lo Sviluppo, al neo-nato “Tavolo Milano”, presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. Enrico Letta, che vede insieme Stato, Regione, Provincia e Comune per elaborare progetti e mettere a disposizione risorse per lo sviluppo e l’adeguamento dell’area milanese. C’è la prospettiva dell’Expo 2015, nella quale potersi inserire con progetti meritevoli di sostegno. C’è la Provincia che ha messo a disposizione fondi per lo sviluppo economico innovativo.

C’è da far tornare la politica protagonista delle scelte. C’è bisogno di innovazione, di futuro, c’è bisogno di fantasia da far correre insieme a competenze e capacità di sfida.

C’è bisogno di nuovi amministratori che credano in tutto ciò e siano partner credibili delle realtà del territorio che vogliono giocare questa sfida.  

In tale dibattito, sulla stampa, c’è chi ha tentato di porre il sottoscritto e il centrosinistra contro l’operatore proponente del progetto di cui parliamo. Niente di più falso e di più calunnioso.

La Constantes è stata ed è una componente attiva e propositiva all’interno della realtà cittadina cernuschese, particolarmente nel campo della solidarietà rivolta alla soluzione del problema casa, ma non solo in tale settore. L’impegno di questa cooperativa, a partire dal secondo dopoguerra, è stato quello di contribuire a dare al paese uno sviluppo armonico, impedendo il rischio che si trasformasse in una immensa periferia o in un dormitorio. Tale impegno ha trovato amministratori pubblici capaci di coniugarlo in scelte concrete, coerenti e costanti.

Dalla nascita della cooperativa – voluta dall’allora Sindaco dott. Mario Pirola e dall’allora Parroco Mons. Claudio Guidali – è passata molto acqua sotto i ponti del Naviglio. La Cooperativa Constantes il prossimo anno festeggerà i 60 anni di vita. Se lo spirito d’un tempo sembra essere svanito ciò non è dovuto al fatto che la cooperazione abbia cambiato obiettivi – per niente! –, ma perché in questi ultimi anni non ha più trovato un valente interlocutore comunale che sapesse essere seriamente orientato verso quel progetto cooperativo che aveva saputo garantire a tante famiglie cernuschesi la casa.

Molti cernuschesi in questi anni hanno lasciato la città per i prezzi troppo alti delle case e nuovi flussi immigratori ne hanno preso il posto: parliamo di un turn-over di circa 8.000 persone. Si è trattato di una sorta di “mutazione genetica” dell’identità cittadina.

Su questi banchi, più volte anche in questi anni, ci siamo fatti tutori di un’idea di sviluppo della politica della casa e dell’abitare che incrociava le visioni dell’operatore. Chi è stato nemico della cooperazione in questi anni ha altri nomi e cognomi!

Avere un’idea diversa su di un progetto specifico non è “essere contro”. Avere una visione di sviluppo della politica della casa e dell’abitare che possono incrociarsi, questo è ciò che ha importanza. Chi oggi tra i partiti è a favore del PII e domani percorrerà strade opposte, sta compiendo un’operazione elettorale sganciata da qualsiasi progetto politico di ampio respiro.

L’amministrazione deve operare programmando in modo serio i propri interventi: occorre che le scelte vadano nella direzione di un corretto equilibrio tra l’uomo, la famiglia e l’ambiente in cui si vive. Gli interventi spot, che sanno di “contentino” per portare a casa consenso, non servono a disegnare uno sviluppo che stia nel solco tracciato quasi sessant’anni or sono.

Certo: anche per la cooperazione sono cambiate regole e contesto nel quale si opera. Anche le realtà cooperative devono sapere adeguare la loro mission ai nuovi tempi. Limitare il ruolo di una cooperativa edilizia alla sola impresa di costruire case a prezzi più bassi di quelli del mercato oggi non è più sufficiente. C’è bisogno di operatori che sappiano accogliere le sfide dell’innovazione: c’è necessità che si parli di housing sociale, di affittanza a canone calmierato, di condominio solidale, di autocostruzione e di bio-edilizia.

In una società complessa come la nostra la politica della casa non può oggi essere declinata solo come politica edilizia: gli Amministratori pubblici e gli operatori privati devono rielaborarla quale politica abitativa, cioè come parte significativa delle più complessive politiche sulla città e sulle strategie orientate al suo sviluppo. C’è bisogno di tornare a domandarsi quali esigenze di socialità, solidarietà e sviluppo si accompagnano al bisogno di una casa.

Eugenio Comincini non è contro la Constantes né contro la cooperazione. Neppure il centrosinistra lo è.

Sono cresciuto vicino al mondo cooperativo cernuschese: lavoro in una cooperativa, ho amministrato una cooperativa, sono socio di altre cooperative, ho studiato cosa siano e dove vanno le cooperative. Credo di poter dire di essere ben radicato in tale settore di attività. Mi sento un cooperatore e sento di poter capire gli autentici valori della cooperazione e le esigenze ed i problemi di chi guida tali realtà.

So che per ogni impegno ci sono ruoli e responsabilità diverse a cui dover rispondere.

Se tra due mesi circa mi sarà dato di guidare l’Amministrazione di questa città ci sarà modo di poter affrontare il tema dell’area Garzanti – come sopra delineato – insieme con la proprietà. Sapremo elaborare una proposta diversa che abbia un suo apprezzabile valore.

Certo: il problema della casa resta e non va sottaciuto.

Ma occorre che l’Amministrazione operi in modo differente da come sin qui fatto. Non interventi spot slegati da un’analisi seria del bisogno abitativo e dei servizi. Decidiamo quale dimensione di città vogliamo vivere domani. Partiamo dallo studio sul piano dei servizi. Programmiamo interventi abitativi che mixino diverse tipologie di intervento. In tale contesto il contributo e la partecipazione di una storica realtà come quella della Constantes saranno fondamentali.

All’operatore e ai cittadini dico: fidatevi! Comincini e la sua coalizione hanno a cuore i bisogni della città e sapranno affrontarli in modo corretto e coerente con la storia che caratterizza ciascuno.

Del resto: quale serietà attribuire ad un gruppo di amministratori che da tempo reggono il loro governo su ribaltoni e cambi di maggioranza? Quale serietà e affidabilità attribuire ad un gruppo di amministratori che ha tenuto questo progetto nel cassetto per un anno e che ora lo propina a due mesi dal voto? Quale credibilità? Nessuna!

Se la coerenza e la storia di ciascuno hanno ancora senso – e noi lo crediamo – ecco spiegata la nostra posizione su tale progetto.

Per la Cernusco di domani e il suo futuro urbanistico c’è bisogno più che mai di idee nuove, che sappiano disegnare progetti innovativi. C’è bisogno di uomini eticamente solidi e coerenti, di rapporti chiari tra pubblico e privato.

Noi ci impegniamo a garantire tutto ciò!

Eugenio Comincini
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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