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RIFLESSIONI SU STURZO
 

Desidero farvi avere alcune riflessioni sull’esperienza amministrativa di Luigi Sturzo, attualissime e spero utili per tutti coloro che stanno affrontando la campagna elettorale in vista del rinnovo delle cariche elettive a Cernusco.
Spero siamo frutto di riflessione e condivisione comune.

“Il municipio si è creduto un asilo di beneficenza per tutti gli spostati,un diritto per tutti i poco corretti nella vita; un mezzo sicuro per le mezze fortune avvilite, per gli scontenti dell’esistenza,i protetti dei partiti, gli amici del potere. Questa psicologia invadente, generale, comune, ha riflettuto su di noi una luce poco equa e sicura”
Luigi Sturzo (sedici mesi di amministrazione-resoconto alla cittadinanza, 1907)

Le figure di uomini politici che maggiormente hanno influito sulla mia formazione sono senza ombra di dubbio Carlo Cattaneo lucido e laico pensatore umanista, con le sue stupende pagine sul federalismo e Luigi Sturzo uomo di fede profonda sempre attento all’insegnamento di amore, di verità e di libertà .
Accomuna questi due sommi pensatori l’essere stati profeti poco ascoltati durante la loro vita ma profondamente attuali e vitali ai giorni nostri.

In questa mia riflessione vorrei evidenziare come l’esperienza di amministratore comunale a Caltagirone fra il 1899 e il 1920 abbia permesso a Luigi Sturzo di cogliere aspetti politici della vita amministrativa locale di una modernità ed attualità straordinari.
Il Comune assume nelle sue riflessioni un ruolo preciso in cui viene posta con forza la differenza fra politica (competizione fra forze politiche per la selezione della classe dirigente) e amministrazione (compiti istituzionali da assolvere al servizio dei cittadini tutti ) alla base di un nuovo municipalismo che supera gli steccati di partito, un fronte compatto tra i Comuni contro il centralismo carico di resistenze al dispiegarsi della spinta amministrativa locale.
(Sturzo sostenne la partecipazione attiva all’ ANCI nata nel 1901 su iniziativa dei partiti della sinistra).
In un periodo di personalismi e clientelismi, nella profonda Sicilia riuscì a far sì che la competizione politica diventasse gara sulle idee e sui programmi concreti insegnando agli eletti ad avere profondo rispetto per gli elettori ed agli elettori di richiedere sempre agli eletti di rendere conto del loro operato.
Il Comune è, per Sturzo, il primo ed insostituibile pilastro della vita civile, libera dalle ingerenze statali, non ente burocratico con funzioni delegate, ma responsabile e gestore delle proprie attività, stimolatore e guida dello sviluppo locale, espressione della volontà popolare come ente di governo autonomo in cui il cittadino, la famiglia e le società intermedie imparano la difficile arte del vivere insieme in democrazia.

“Il Comune ha propri diritti naturali organici ed autonomi. Non è perciò vero che lo Stato deleghi suoi diritti supremi alla famiglia, alla classe, al Comune, ma è lo Stato che a tali diritti garantisce l’esercizio”.

Il Comune non è dunque puro organo amministrativo ma luogo ove gli uomini imparano ad essere liberi ed imparano ad esercitare la convivenza democratica.

“L’organismo del Comune non è uno, tipico, assoluto;è invece concreto, multiforme, relativo al suo sviluppo, alle crescenti esigenze dei cittadini, al moltiplicarsi delle funzioni con il moltiplicarsi dei bisogni. Nessuno disconosce quanta diversità di funzioni vi sia fra una grande città e un piccolo Comune rurale”.

Ma l’orgoglio e l’autonomia del proprio Comune anche se piccolo non vuole dire isolamento e così il pro-sindaco di Caltagirone studia e promuove i raggruppamenti di piccoli Comuni in consorzi “onde provvedere agli uffici e agli elementi tecnici per i lavori pubblici, l’igiene, la sanità, l’istruzione, l’ispezione finanziaria e simili”.
Si batte inoltre per proporre schemi di finanza locale e nuovi rapporti con lo Stato per permettere ai Comuni di svolgere i loro compiti. Questo proposito non va contro lo Stato ma nell’attuazione di quello che oggi chiameremmo federalismo fiscale, Sturzo vede il rafforzarsi della responsabilità e delle autonomie locali contro lo statalismo dilagante.
Negli anni ’50 nei suoi scritti di “battaglie per la libertà” affronta il tema della lotta alla partitocrazia, allo statalismo, allo sperpero di denaro pubblico.
Le autonomie locali, se vuote di sostanza e di risorse sono poca cosa.
Il vero centralismo è la partitocrazia e sino a che questa domina, non vi possono essere reali autonomie locali. I Comuni e le Regioni dove si fanno e si disfano i governi in base alle decisioni prese altrove per interessi di partito e di schieramento non sono enti locali ma terminali del peggior centralismo:

”Io ho invocato e torno ad invocare il principio di autonomia negli affari locali, nego l’ingerenza del Governo nelle elezioni di qualsiasi natura. Nego l’ingerenza dei centri politici dei partiti nelle elezioni amministrative locali. Non nego né i contatti, né i consigli, né i suggerimenti, né la collaborazione fra i vari organi di ciascun partito per una condotta coerente in tutta la gamma dell’attività e dell’autonomia degli organi in cui un partito si articoli. Il limite è dato dalla specifica responsabilità. Nessuno può negare che un Comune,una Provincia,una Regione, ha le sue responsabilità organiche basate sulla propria autonomia. Non si può invadere il campo delle responsabilità dirette, senza con ciò alterare il sistema democratico basato proprio sui valori organici dei diversi corpi elettorali”.

Il sacerdote di Caltagirone sapeva bene che la vita democratica abbisogna di una grande educazione dei cittadini alla libertà,alla morale pubblica, alla verità, alla disciplina, all’intransigenza sui valori di fondo. Questa educazione incomincia nel Comune dove si impara a vivere,ci si confronta, ci si guarda negli occhi e si lavora insieme per il bene comune.


Claudio Cogliati
Candidato sindaco della Coalizione del Cuore

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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