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CERNUSCO:
RIFLESSIONI PER UNA NUOVA POLITICA DI WELFARE
 


 

Premesse: queste sono le prime riflessioni per un nuovo concetto di  “sociale cittadino” elaborate  da me  e dai Gruppi di lavoro della Coalizione del Cuore. Vengono rese pubbliche per stimolare la discussione e per ricevere da tutte le persone di buona volontà spunti, suggerimenti e adesioni al nostro progetto.

Claudio Cogliati - Candidato Sindaco della Coalizione del Cuore

 

    1.    DATI E INDICATORI

 

     Gli iscritti all’anagrafe  comunale al 29 dicembre 2006  sono 29.352

I maschi rappresentano il 48.1%(14123) e le femmine  il 51.9%(15229)  fino all’età di  41 anni la percentuale di maschi è superiore (7204 maschi 7014 femmine ,dai 42 agli 83 anni aumenta     progressivamente quella delle femmine(6782 maschi,7730 femmine ) fino  ad arrivare ad un rapporto di 1 a 3.5 fra gli 84 e i 100  anni  - 137 maschi 485 femmine)

 

Gli  abitanti  con più di 65 anni sono 5757  il  19.6% .

 

     Dal 1994 al 2002 i residenti  sono aumentati da 27.239 a 27861(622)                                                                                          

      e dal 1 gennaio 2003 al 29 dicembre 2006 da 27861 a 29352(1491).

 

I giovani  (0-14 anni)  rappresentano il  14.4 % della popolazione

L’INDICE DI VECCHIAIA(rapporto fra Pop. >65 anni / Pop 0-14 X 100) E’ 135.7 .

A MILANO ERA NEL  1981     90.2       NEL 1991     176.3       NEL 2001   195.3    E  NEL 2003   DEL    203.3  . 

 

Il numero di nuovi nati   dal 1994 al 2005 non è significativamente variato: 250-280 all’anno. Il numero di morti   dal 1994 al 2005 si è mantenuto costante intorno ai 240 all’anno.

 

     Le famiglie formate da 1 solo componente sono il 27.4%,da 2 componenti  il 29.6%.da 3 il 22.8%,da 4 il 16.7%,da 5 il 2.9% da 6 lo 0.43% da 7 lo 0.01%.

   

      Oltre il 90% delle famiglie è  proprietario della casa in cui vive.

 

 

2.   Obiettivi  :   PERSONA   e   FAMIGLIA

 

Il principale interesse di ogni politica di  Welfare non può che avere come primo interesse la famiglia ,unità primaria in cui la rete delle relazioni permette di garantire la solidarietà nei confronti dei soggetti più deboli

del sistema .

La famiglia è il più importante ammortizzatore sociale che agisce in maniera  efficiente (rapporto risorse- prodotto) ed efficace (rapporto risorse- risultati) nelle situazioni critiche  che si vengono a creare nel corso della vita  (nascita dei figli, malattia ,handicap, disagio lavorativo, presenza  di persone parzialmente non autosufficienti…)

Gli scambi  di aiuti fra genitori e figli  sono centrali  nelle reti di aiuto così come   la solidarietà fra le famiglie sia in forma libera che in piccole forme associative.

Al pari della famiglia , la persona , deve essere considerata  nella sua libertà individuale e nella sua unicità,  portatrice del massimo grado di dignità  riconosciuta  dalla società.

Qualsiasi programmazione  di  intervento  non può non considerare  famiglia e persona  come   attori del sistema  di  Welfare .

 

3.  Metodo  :   LA  SUSSIDIARIETA’

 

L’intervento in campo sociale ,sanitario e assistenziale  è ancora visto come una valutazione di bisogni   a cui l’Ente pubblico   risponde con dei servizi  erogati da attori pubblici o privati .

Riteniamo invece che  ogni sforzo debba essere fatto  per mantenere efficiente la rete familiare, con una pluralità di interventi che prevedano l’attivazione  di proposte e di soluzioni  da parte della famiglia stessa che diventa “attore” e  non solo fruitore del sistema . 

“Saldo principio importantissimo nella filosofia sociale… siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere  con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità ,così è ingiusto  rimettere a una maggiore  e più alta società quello che dalle minori ed inferiori comunità si può fare “ 1931  Enciclica : Quadragesimo anno .

Questa esposizione chiara e sintetica del principio di sussidiarietà è la guida per il nostro intervento : intervenire sui bisogni  permettendo a chi sa offrire i servizi più congrui e più efficaci, di operare a prescindere dalla sua natura giuridica o dalla sua  ragione sociale.

Dobbiamo progressivamente passare dal Welfare State  (lo Stato che interviene erogando in proprio  servizi in funzione dei bisogni espressi )al Welfare Community(L’insieme di tutti gli attori presenti in una comunità in grado di intervenire  sui bisogni reali).

 

 

4. LE RISORSE E IL TERZO SETTORE

 

 

L’aumento esponenziale dei bisogni è caratteristico delle società postindustriali  europee in particolare negli ultimi 25  anni .

Le risorse per gli interventi debbono essere utilizzate  in maniera efficiente in quanto la domanda (inarrestabile) mal si concilia con  una offerta  non espandibile, poco flessibile, poco efficiente, incapace di valutare la propria efficacia  e spesso “veterosindacalizzata” nell’impostazione del Welfare State .

Per   “SERVIRE IL PUBBLICO “ si è progressivamente sviluppato  nel mondo occidentale  il settore  NON PROFIT (soggetti privati non a scopo di lucro)in grado di  produrre servizi  efficienti  grazie ad agili strutture organizzative e gestionali  di tipo privatistico ed ad una spinta  positiva volontaristica che nasce dal desiderio dell’Uomo di rispondere ai bisogni dei meno fortunati.  

Cernusco è ricchissima di questi attori che spesso non riescono a “mettersi in rete” per conoscersi e farsi conoscere.

 

 

5. IL COMUNE  :  UN RUOLO NUOVO

 

Lo schema tradizionale di intervento pubblico prevede che ai BISOGNI ESPRESSI (talvolta non reali ma supportati da lobby o dai Media) l’Ente Pubblico  con propri finanziamenti ,propria struttura operativa ,proprio controllo eroga  i servizi  richiesti rinunciando talvolta ad una valutazione di efficacia  a favore di una organizzazione burocratica sindacalmente interessata a tutelare se stessa  e poco attenta al rapido mutare delle situazioni di bisogno. Cernusco sta cambiando radicalmente e in tempi rapidi la sua struttura produttiva e demografica. Le necessità del mondo della produzione e degli interessi immobiliari e finanziari creano nuove situazioni di disagio sociale non sempre facili da intercettare con  vecchi strumenti.

Cernusco ha una ricchezza inascoltata e poco pubblicizzata: una rete di organizzazioni spesso informali ,molto capillari ,con ragione sociale disparata, di natura privata  o “non profit”  che attendono di ESSERE MESSE IN RETE . La rete deve permettere la reciproca conoscenza degli operatori, il loro miglioramento di operatività, la possibilità di ottenere finanziamenti (comunali, provinciali, regionali, nazionali, europei, da fondazioni o Enti privati),la validazione da parte del Comune che agisce come AGENZIA  tra la domanda e l’offerta  di servizi sociali e sanitari.

Tutto ciò non significa  né riduzione delle risorse messe a disposizione  né rinuncia ad interventi diretti ove meglio non sia fatto da  famiglia, individui, organizzazioni  in forma autonoma.

L’Ente pubblico Comunale dovrà privilegiare da una parte la sua funzione  di OSSERVATORIO dei BISOGNI INESPRESSI, snellire e semplificare le strutture  operative dirette  a favore di interventi di formazione e di supporto alla RETE DELLA SOLIDARIETA’, migliorare la capacità di corretta analisi dell’efficacia degli interventi, migliorare la propria struttura manageriale di controllo di gestione .

 

Claudio Cogliati

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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