DIRITTO DI SUPERFICIE: IL COMUNE RIDUCE LE QUOTE RICHIESTE

RISULTATO POSITIVO MA METODO INACCETTABILE

 

Poco prima dell’estate 2005 i proprietari di appartamenti di alcuni edifici costruiti su aree ex legge 167 avevano ricevuto dal Comune un’offerta per trasformare il diritto di superficie delle loro abitazioni in diritto di proprietà. Le cifre richieste dall’amministrazione (in qualche caso superiori ai 20.000 euro) erano però assolutamente spropositate rispetto a quelle chieste da altri comuni in situazioni analoghe.

 

Vivere Cernusco aveva quindi organizzato, nel settembre 2005, un’assemblea pubblica per informare i cittadini dei loro diritti, citando in particolare le linee guida di un protocollo sottoscritto dall’ANCI (associazione dei comuni italiani) con l’APU (associazione proprietari e utenti) in merito alla questione. A seguito dell’assemblea i cittadini interessati avevano costituito un comitato di rappresentanza che, nel giro di pochi giorni, aveva raccolto quasi il 90% delle deleghe. Questo comitato ha chiesto immediatamente, con lettera protocollata, di avere un incontro con sindaco ed assessore competente. Nonostante ripetute sollecitazioni, anche in sede istituzionale (è del 22 dicembre 2005 un’interrogazione di Vivere Cernusco in merito), per oltre sei mesi il sindaco si era rifiutato di incontrare il comitato. La prima nota ufficiale sulla disponibilità a un incontro risale infatti al 13 febbraio 2006 (un comunicato a firma non del sindaco, ma del suo neoportavoce, assessore Collio), e l’incontro avviene solo due mesi dopo.

 

Durante tale incontro, però, Cassamagnaghi aveva affermato di non riconoscere al comitato legittimità rappresentativa, rifiutando di avviare un dialogo con esso. L’amministrazione avrebbe provveduto autonomamente a formulare una nuova offerta. È quella che è stata portata in discussione nel consiglio comunale del 26 luglio scorso. La nuova offerta comporta una riduzione del 30% rispetto alle cifre richieste in precedenza: uno sconto per tutti, per convincere i cittadini a pagare e consentire al comune di fare cassa in tempi rapidi.

 

Ovviamente guardiamo con favore ad una proposta che riduce in modo significativo le richieste  fatte in precedenza e siamo convinti che tutto ciò non sarebbe avvenuto se non ci fossimo mossi tempestivamente per informare i cittadini e se questi non si fossero attivati in modo concorde attraverso la costituzione del comitato. Un risultato positivo è stato quindi raggiunto ma, ancora una volta, siamo costretti a stigmatizzare il metodo, assolutamente irrispettoso dei cittadini e dei loro organismi di rappresentanza, con cui si è pervenuti alla nuova proposta. Fa specie che, nella delibera, si faccia riferimento al protocollo d’intesa tra ANCI e APU, omettendo però quelle linee guida che non sono state rispettate. Che ne è stato dell’invito a “concordare con l’utenza, attraverso le proprie associazioni di rappresentanza, tempi, modi e procedure attuative del processo”? Oppure l’impegno a “destinare preferibilmente le risorse derivanti allo sviluppo dell’edilizia sociale e alla riqualificazione del patrimonio comunale”? Nulla di tutto ciò nella delibera portata in consiglio e nell’iter che ha portato alla sua formulazione.

 

Noi avremmo voluto votare in consiglio comunale una delibera che fosse il frutto di un confronto tra amministrazione comunale e comitato dei cittadini. Abbiamo chiesto invano di rinviarne l’approvazione dopo un incontro tra sindaco e comitato. Il sindaco e la sua maggioranza compatta hanno rifiutato. Per questo Vivere Cernusco e tutti gli altri gruppi di opposizione si sono astenuti al momento del voto, non volendo avallare un metodo che, ancora una volta, dimostra come l’abitudine al confronto non sia assolutamente nel DNA di questa amministrazione.

Vivere Cernusco

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato