Come hobbit

 

Non so se la crisi ormai cronica in cui versa l’amministrazione comunale ( magari non crisi formale, ma di fatto ) sia dovuta alle discussioni sui PII o sul PRG,  se sia conseguenza dei sogni di onnipotenza ( in un passato ancora piuttosto recente) di quel sindaco che ora si erge a paladino dell’urbanistica partecipata, o sia dovuta a quell’altro sindaco per cui sono più importanti gli oneri ( a credito) di urbanizzazione rispetto agli oneri ( a debito ) di assistenza e di crescita culturale e sociale dei cittadini. 

Non so se nelle analisi di questi giorni, nel diluvio di comunicazioni dalle “segreterie” prevale l’interesse per il bene comune o la visibilità del proprio gruppo politico, in vista delle amministrative, che sono alle porte.

Sento, negli interventi che si susseguono , che tutti vogliono agire per l’interesse dei cittadini, per il bene comune. C’è da chiedersi se sanno, quale sia questo bene comune.

 

Quello che è certo, a Cernusco, è che:

-         molte famiglie, giovani e meno giovani, sono costrette  ad “emigrare” nei paesi limitrofi ( l’ottimo, seppur molto tecnico, intervento di Sergio Pozzi, dà i numeri del  fenomeno);

-         il traffico è diventato endemico, anche in zone a vocazione residenziale , e non è solo traffico d’attraversamento; oltretutto l’impressione che si ricava dagli interventi urbanistici in atto , rotonde, marciapiedi e piste ciclabili,  è che prevalga l’aspetto estetico a quello funzionale ;

-         gli esercizi commerciali, per quella che in evoluzione  viene detta deriva genetica, si trasformano tutti in negozi di intimo, in agenzie immobiliari e interinali ( con buona pace dell’ex assessore al commercio che invitava a fare acquisti in centro; e nei pressi delle scuole non c’è più nemmeno una cartoleria );

-         sempre per il motivo qui sopra , a puro titolo di esempio, a fine anno un intero quartiere si troverà sfornito di negozi di alimentari

-         l’attenzione sociale è diventata un optional, emblematiche a questo proposito sono le vicende della coop. Intermedia,  punta di iceberg di una zona grigia che non appare nelle patinate pagine dei periodici comunali, ma che si espande, nostro malgrado, nel tessuto della città.

 

Di questi fenomeni si parla come inevitabili, come se il progresso di una città debba prevedere questi sacrifici.  Ma è proprio così?   Dobbiamo per forza acconsentire che in nome di un aumentato prestigio della nostra città la qualità della vita  peggiori sempre di più?

Credo che i politici debbano mettersi sulla soglia delle loro sedi, lasciar perdere le discussioni sulle segreterie, sui commissariamenti e sui documenti programmatici e guardare fuori, la città che si muove e che deve affrontare i problemi quotidiani, dalla cacca dei cani sui marciapiedi a quei mostri che a nord stanno irrimediabilmente caratterizzando l’aspetto ( e il traffico ) della nostra città

Da parte dei cittadini la tentazione è  di fare come gli hobbit, che ignari della guerra che incombe, coltivano i propri orticelli, accudiscono i propri giardini, curano i propri  affari, convinti che nulla possa turbare il quieto viavai delle attività quotidiane.

Bisogna stare attenti però, perché la nostra bella Contea rischia di diventare come il regno di Mordor.

 

Loris G. Navoni

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato