Le dimissioni di Collio: una lettura politica
Proverò a dare una lettura politica delle dimissioni di Dario Collio. Una lettura che va al di là dei proclami dello stesso assessore. Proclami che mi hanno lasciato molto stupito soprattutto in considerazione del fatto che sino al giorno prima delle dimissioni nessuna dichiarazione o comportamento del Collio poteva far presagire le sue dimissioni. È lecito infatti domandarsi cosa abbia spinto Collio a gridare le sue dichiarazioni sulle pressioni delle presunte lobby, quando sino alla settimana prima andava predicando la forza e la consistenza e la serietà della giunta ormai apprezzata dalla città, paragonandola alle giunte precedenti (dove lui non c’era, ovviamente).
Cosa può essere successo? Allora guardiamo un po’ indietro, e vediamo cosa è successo dal momento della sua nomina e della nomina della nuova giunta ad oggi.
Indubbiamente l’entrata di Collio non è stata ben vista da tutte le altre forze politiche della maggioranza. La personalità forte e aggressiva di Collio, la provenienza e la storia politica con gli ultimi ammiccamenti che non davano una chiara visione della sua attuale appartenenza e collocazione negli attuali schieramenti di maggioranza o minoranza, la sua professione di giornalista che spesso lo ha visto attaccare l’azione amministrativa del Sindaco e della maggioranza sostenendo spesso le critiche delle opposizioni, erano tutti fattori che obiettivamente potevano suscitare più di un dubbio sulle sue reali intenzioni di collaborare con il Sindaco Cassamagnaghi e la sua giunta.
Comunque fu nominato assessore.
Il lavoro svolto dall’assessore Collio ha confermato via via nel tempo tutte le perplessità paventate. La sua posizione in giunta è sempre stata quella di porsi come leader, di dare un’impronta e un immagine di sè efficiente e decisionista. Tracciare la linea Collio e farlo vedere all’esterno. Ne sono un esempio, la delibera di giunta sulla regolamentazione dei sottotetti: tutti noi assessori a seguito della nuova legge urbanistica volevamo studiare una nuova regolamentazione dei sottotetti, ma volevamo arrivarci con più cautela e ponderazione, dopo un attento e più approfondito esame della legge. Collio ha imposto la fretta perché la città a suo dire aveva urgente necessità di tale regolamentazione. Risultato: la delibera di indirizzo fu approvata come Collio voleva. Ma il consiglio comunale nell’approvazione definitiva apportò alcune modifiche dopo aspre critiche. Io dico che forse la delibera oggi andrebbe rivista tenendo meglio conto delle esigenze dei cittadini e del territorio cernuschese.
Collio di fatto in giunta dettava i punti e i tempi dei lavori anche in settori la cui responsabilità era affidata ad altri assessorati (abbiamo sbagliato a tollerarlo!). Collio chiamava operatori, imprenditori, si occupava di urbanistica, edilizia, rappresentanza, Collio portavoce del sindaco, Collio assessore alla biblioteca, Collio alla manifestazione della liberazione del 25 aprile, Collio alla beatificazione di Mons. Biraghi, ecc., Collio ovunque!
Un altro aspetto importante è che Collio si è posto subito quale interlocutore con le forze politiche della minoranza e ha dato l’impressione di avere un filo diretto soprattutto con la Margherita e Obiettivo Cernusco, e con altri esponenti delle passate amministrazioni. Su alcune questioni ha cominciato a dare l’impressione di sostenere e portare avanti più gli obiettivi di queste forze politiche che quelli della maggioranza.
Ad un certo punto questa super attività ingigantendone la figura ha cominciato a creargli dei seri problemi nel mondo della politica cittadina.
Primo, perché offuscava l’immagine del Sindaco, tanto che (è noto) in città si vociferava già che Collio era il sindaco ombra. Secondo, perché alcuni vi hanno visto un chiaro intento di volersi costruire, peraltro a discapito delle altre forze politiche di maggioranza, la sua immagine di leader per proporsi quale futuro sindaco o capopartito. Terzo, perché la sua linea politico amministrativa non dava garanzia di successo, ed era da prendere in considerazione e da valutare come quelle altre linee espresse dagli altri partiti e liste.
Non solo; ma Collio per la sua iper attività e la sua posizione, a mio avviso, andava a squilibrare anche gli equilibri all’interno delle forze dell’Ulivo, le quali, se da un lato reputano comodo politicamente sfruttare in questo momento il “Collio pensiero”, sono d’altro canto preoccupati dagli spazi che potrebbe occupare nella prossima campagna elettorale anche per i collegamenti politici di Collio nella città, e, quindi, per limitarne le possibili ambizioni politiche hanno iniziato a criticarlo fortemente cominciando dalla sua scelta di entrare in maggioranza e di appoggiarne alcuni progetti.
Ad un certo punto Collio si è trovato di fronte ad un bivio: o portare avanti una sua propria linea politico amministrativa imponendola alla maggioranza e alla giunta, di modo che potesse avere il consenso pure della minoranza per non subirne l’agguerrita critica (soprattutto dell’area più oltranzista) e rischiando, inoltre, di perdere l’appoggio dell’area moderata (Margherita e Obiettivo Cernusco); oppure, se ciò non gli sarebbe riuscito, non gli restava che uscire dalla giunta cercando di lasciare un’immagine di sè di leader indipendente e libero, motivando le dimissioni come un contemporaneo Savonarola fustigatore di vizi e costumi, facendo contemporaneamente un significativo assist alla minoranza.
Così è stato. Collio ha cercato di imporre la sua linea politica, ma non vi è riuscito non avendo un sostegno politico; non c’è riuscito anche perché il sindaco e le altre forze politiche non glielo hanno permesso (logicamente). A Collio non restava che crearsi il pretesto per uscire dalla maggioranza. Infatti è uscito su una questione di dettaglio: la delibera di indirizzo della Villa Alari (si sottolinea “delibera di indirizzo e non di sostanza”). Delibera che comunque la Giunta ha approvato quale indirizzo di acquisire la Villa Alari al patrimonio comunale, ma la cui decisione definitiva è giuridicamente di competenza del Consiglio Comunale.
Mi dispiace che Collio sia uscito, e che sia andata così. A noi della giunta e della maggioranza non resta che valutare quali siano le reali esigenze e priorità di cui la città ha bisogno e perseguirle con equilibrio e determinazione nell’interesse dei cittadini, senza farsi influenzare nè dalla lobby del mattone, né dalla lobby dei giornalisti, ne’ da qualsiasi altra lobby, ma aperti a sentire e dialogare con tutti coloro che intendono collaborare per una Cernusco moderna e proiettata nel futuro. Aprire, quindi, un più intenso dialogo serio e costruttivo anche con le forze politiche di minoranza e di opposizione, con le forze sociali e le associazioni e tutti insieme, aldilà delle logiche e degli schieramenti di bandiera, pensare alla Cernusco del futuro.
Così la vedo io.
Pino Guido
Presidente di SMILE!Cernusco
CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato