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L'OMELIA DI DON LUIGI CALDERA
AL TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO - 31/12/2007

 

“Col Vangelo il tempo trova il cuore”

 

«Un altro anno è trascorso, un nuovo anno sta per aprirsi: ricorrenze astronomiche e simboliche che portano tutti a riflettere sul senso del tempo, sul suo snodarsi regolare attorno a noi e agli eventi che ci circondano. E a ogni capodanno sembra prevalere l'immagine ciclica del tempo, il rituale del ricominciare sempre possibile, in cui le delusioni patite e le gioie assaporate si rivestono sovente di speranza per il futuro e, a volte, di gratitudine per il passato. (Anche noi cristiani acconsentiamo) a questa umana  visione del tempo e fatichiamo a illuminarla con l'inedito, che è lo specifico della nostra fede: il farsi uomo d Dio. Sì, perché ciò che caratterizza il tempo cristiano, quel tempo di cui l'apostolo Paolo dice che si è ormai “fatto breve”, non è l'essere ciclico e nemmeno il conoscere un inizio e una fine, ma è il fatto di avere un “cuore”. Ora, un cuore è qualcosa di più di un semplice “centro”, rispetto al quale ci si può sentire attirati o respinti, verso il quale si può convergere o attorno al quale tutto può ruotare: il cuore è anche questo, ma è soprattutto il luogo dal quale si dirama la vita e verso il quale il flusso dei nostri sentimenti si dirige per purificarsi e poi nuovamente diramarsi fin nelle più piccole parti del nostro essere. Ebbene, il cuore del tempo cristiano è l'incarnazione, il divenire umano di Dio in Gesù di Nazaret: lì trova luogo Colui che non ha luogo, lì entra nel tempo Colui che è eterno, lì scopre il proprio fine la nostra ricerca di senso che non ha fine. È il cuore di Dio, un cuore “amante degli uomini”, che costituisce il “tempo” dei cristiani, un cuore che da sempre e per sempre scandisce il ritmo dell'amore, contrassegna gli anni, i mesi, i giorni e le ore con il sigillo della carità, del chinarsi verso i piccoli e i poveri. È la misericordia - cioè il “cuore per i miseri” - di Dio che orienta il nostro tempo, gli dà senso e direzione, lo trasfigura, da sterile ripetizione di eventi e occasioni in “storia di salvezza”, in una vicenda impastata di tutta la nostra umanità e, al contempo, abitata dal soffio dell'eternità.»

(Enzo Bianchi, priore di Bose - Avvenire, 31 dicembre 2003)

 

All’incessante riaprirsi del cuore di Dio verso di noi rileggiamo il cammino di questo anno per invocare il suo aiuto nel vivere con fedeltà il Vangelo.

  

Con il 1° settembre 2007 le tre parrocchie cittadine sono state costituite in un'unica Comunità pastorale. Ciascuna parrocchia mantiene la propria identità e l'unità è garantita dal Direttivo della Comunità pastorale e dal Progetto pastorale unitario. I sacerdoti adesso sono al servizio dell’intero territorio cittadino. Gradualmente si arriverà anche ad un unico consiglio pastorale rappresentativo della città e ad un unico consiglio per gli affari economici.

Domenica 9 settembre 2007, in ogni singola parrocchia, c’è stato l’ingresso del parroco e la presentazione del Direttivo della Comunità pastorale, alla presenza del Vicario Episcopale della nostra Zona Pastorale, monsignor Carlo Faccendini.

La Chiesa sei tu. Chi può darti di più? Ho preso a prestito uno slogan della pubblicità per tentare di dare a quella giornata così importante un messaggio che potesse essere ricordato. Oggi, nel contesto sociale in cui noi viviamo, la fede si gioca sull’appartenenza alla Chiesa, sull’essere Chiesa, sul sentirsi Chiesa, cioè comunità, sul far parte della famiglia dei figli di Dio. Non si tratta di essere persone per bene, né di credere in Dio (perché questo anche i diavoli lo fanno), ma di essere la Chiesa di Cristo.

“La Chiesa sei tu” non può assolutamente essere un invito a pensare che noi siamo il centro di tutto, la cosa più importante. Noi siamo Chiesa perché Cristo ci convoca, ci raduna attorno alla mensa della sua Parola e alla mensa del suo Corpo.

Poi ho anche aggiunto che: “La Chiesa sei tu con gli altri” e “La Chiesa sei tu per gli altri”.

 

Il 17 luglio ci ha ricordato il 75° anniversario di consacrazione di questa nostra chiesa prepositurale. Ricorrenza che non abbiamo sottolineato con particolari iniziative perché pensavamo di farlo al termine dei lavori di ristrutturazione, che inizialmente programmati per la scorsa primavera aspettano invece ancora di essere avviati a causa dei ritardi con cui le competenti autorità pubbliche e diocesane stanno esaminando i nostri progetti.

75 anni sono un’età significativa. Molti, tra quelli che vengono da fuori, quando la vedono sono così colpiti dall’armonia creata dall’intersecarsi delle linee curve con quelle rette che la invecchiano di qualche secolo, chiedendomi se risale al 1800 o al 1700, e con loro devo difendere la sua giovane età. Racconto che è un giochino da 2.400 metri quadri.

“Cara la mia chiesa - ho scritto nello scorso luglio - mi piace stare con te quando tutte le porte sono chiuse. Mi fermo a guardare questa o quella vetrata, resto incantato a guardare il sole che produce effetti incredibili, vengo da te a porte chiuse soprattutto quando ho qualche motivo nuovo o improvviso o importante per pregare”.

Invito anche tutti voi a fare la medesima esperienza. Gesù eucaristico è sempre qui ad aspettarvi. 

 

Quest’anno abbiamo avuto la gioia di un’ordinazione sacerdotale. Don Franco Rogato, il 13 ottobre, è stato ordinato prete nella Cattedrale di Ferrara per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Paolo Rabitti. A noi mancherà, ma siamo comunque felici perché abbiamo visto che i ferraresi gli vogliono davvero bene. Don Franco ci ha detto che benché “incardinato a Ferrara, (si sente) tuttavia prete e dono per l’umanità intera, per tutta l’umanità dove c’è bisogno, per ogni uomo e per tutto l’uomo.” E ha aggiunto: “Credete nella vita perché è il dono più grande che abbiamo, credete nella vita e celebrate la sua bellezza, credete anche nell’uomo, nelle sue possibilità, ma soprattutto fidatevi di Dio.”

 

Un altro concittadino, don Luca Piazzola, lo  scorso 7 ottobre è stato ammesso dal nostro Arcivescovo al diaconato ed il prossimo giugno sarà ordinato prete. Un cammino iniziato sei anni fa, con l’ingresso in seminario, dopo aver conseguito la laurea in economia e commercio. Il cardinale Tettamazni ha ricordato ai diaconi che sono “chiamati e mandati a portare consolazione e speranza. Non dimenticatelo, la vostra missione è parte viva della grandiosa ed immensa missione di Dio che rinnova il cuore dell’uomo.”

Accompagniamo don Luca, verso l’ordinazione, con la nostra preghiera.

 

Un’iniziativa importante dell’anno è stata l’Assemblea di ascolto delle famiglie, tenutasi sabato 17 febbraio al centro cardinal Colombo. È stata un modo per segnalare la grande risorsa che la famiglia rappresenta e per dire a tutti, credenti e non, che a noi sta a cuore la famiglia e ognuno può trovare, nella comunità cristiana, chi lo accoglie e condivide con lui il cammino. L’Assemblea cittadina di ascolto delle famiglie non è stata pensata per catechizzare o per fornire facili ricette ma per incontrare ed ascoltarsi. Obbiettivo raggiunto grazie alla disponibilità di chi ha partecipato e condiviso le proprie esperienze A partire dalle testimonianze semplici e forti che sono state proposte. Dal dibattito sono emerse letture analitiche della situazione della famiglia di oggi. Ci sono state parole di conforto e di incoraggiamento, offerte di condivisione e di aiuto, richieste di altri momenti simili. Abbiamo raccolto quelle indicazioni e dobbiamo cercare di non disperderle.

Sempre in tema di famiglia, di grande rilievo anche il Family Day. Manifestazione che - svoltasi sabato 12 maggio a Roma, in piazza San Giovanni in Laterano, con oltre un milione di partecipanti - ha colpito per freschezza e serenità, per senso civico di rispetto degli altri e di proposta. È stata una testimonianza forte e corale a favore del matrimonio quale nucleo fondante e ineguagliabile per la società. Al Family Day hanno partecipato anche alcuni gruppi di  Cernuschesi.   

 

In questa occasione ci è caro ricordare anche i diversi anniversari dei sacerdoti che sono nativi di Cernusco o che qui hanno esercitato il loro ministero. Alcuni li abbiamo festeggiati personalmente altri invece li abbiamo semplicemente ricordati su “Voce Amica”.

Abbiamo ricordato l’80° compleanno di don Damiano Di Monte, che è stato a Cernusco dal 1978 al 1990, e di don Carlo Tradati, a Cernusco dal 1953 al 1956.

Nell’ambito della Festa di Santa Maria, don Luciano Farina ha festeggiato i suoi quarant’anni di Messa; mentre don Luca Raimondi ha ricordato il suoi 15 anni di Messa. In novembre, per don Enrico Bertazzoli si sono compiuti i primi 10 anni di Messa.

Ma abbiamo fatto anche memoria del 25° di morte di padre Carlo Della Torre, partito per la missione nel 1926 e mai più tornato in patria. La sua causa di beatificazione sta proseguendo e ci auguriamo vivamente di poterlo presto annoverare tra i beati della nostra città. Per questo invito tutti a pregare.

Abbiamo ricordato anche il 15° di morte di don Felice Riganti, a Cernusco dal 1956 al 1976, e il 10° di morte di monsignor Arcangelo Rossignoli, prevosto della nostra città dal 1962 al 1989. Finalmente siamo anche riusciti a dargli definitiva sepoltura, esaudendo così un suo vivo desiderio: quello di essere tumulato con la sorella Emilia.

Abbiamo voluto ricordare ancora don Nando con la posa di un altorilievo al Centro Cardinal Colombo, luogo che lo ha visto premuroso ed intelligente promotore di tante iniziative per tramandarne anche alle future generazioni la sua memoria.

 

Non può mancare il ringraziamento a padre Gregorio per l’anno trascorso in mezzo a noi. Lo ringraziamo per tutto quanto ha fatto in questo anno e gli assicuriamo il ricordo e la vicinanza nella preghiera.

 

Nelle diverse iniziative proposte dalla nostra parrocchia un posto significativo hanno i pellegrinaggi. Ricordiamo quello dal 5 al 7 febbraio a Roma per accompagnare i vescovi lombardi in visita ad limina al Santo Padre; quello dal 12 al 19 marzo in Terra Santa per ricordare l’80° compleanno del cardinale Carlo Maria Martini e il 50° di ordinazione sacerdotale del cardinale Dionigi Tettamanzi; quello ormai tradizionale a Caravaggio, con il decanato, il 4 maggio.

Senza dimenticare quelli organizzati ogni mese per gli adulti e, nello scorso ottobre, l’Itinerario dello spirito in Sicilia occidentale.

 

Il nostro Oratorio quest’anno ha svolto un’intesa attività. L’Oratorio feriale ha registrato oltre 700 presenze, con 70 animatori: un servizio per i ragazzi e le famiglie ed una stupenda opportunità educativa per la parrocchia. Quasi 400 tra ragazzi, adolescenti e giovani hanno poi partecipato alle altre proposte estive. Mi unisco a don Andrea nel dire: “Ringraziamo il Signore che, anche quest’anno, ci ha concesso di veder realizzato un sogno: il nostro oratorio pieno di ragazzi che ascoltano la Parola, crescono non solo in età ma anche nella fede”

 

La nostra comunità dispone anche di importanti strumenti di comunicazione sociale e di promozione culturale. Da trent’anni diffonde i suoi programmi Radio Cernusco Stereo e da dieci è in attività il cinema teatro Agorà.

La forza della nostra radio è quella di raccontare il territorio, di far parlare la gente, che ha relazione vere. Troppo spesso, infatti, le radio nazionali propongono modelli “inventati”. L’attuale programmazione di RCS mi sembra che vada proprio in questa direzione. Poi, non dobbiamo scordarci, che a livello locale, RCS è in buona compagnia con Voce Amica e  il sito web CernuscoInsieme. Tra questi strumenti si dovrà rafforzare la collaborazione, per dare forza e diffusione al messaggio evangelico e aiutare a formare una coscienza critica, cristianamente ispirata.  

 

A proposito di Voce Amica, con dicembre si è chiuso un altro capitolo della sua lunga storia e da gennaio 2008 se ne aprirà un altro. Infatti, come deciso dai tre consigli pastorali parrocchiali durante l’incontro del 6 ottobre all’Oasi di Santa Maria, Voce Amica sarà un nuovo giornale, espressione della neonata Comunità pastorale, pur mantenendo viva una spiccata attenzione alle peculiarità e ricchezze delle tre parrocchie. Non si tratterà, insomma, di un collage dei due attuali mensili parrocchiali. Unanime è stata la volontà di continuare a mantenere il nome Voce Amica, tornando peraltro alle origini, così si chiamava, infatti, all’inizio anche il “Notiziario parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore”. E’ stato ritenuto anche opportuno mantenere l’abbinamento con il mensile della Diocesi, Il Segno.

 

La nostra parrocchia da sempre guarda con particolare attenzione e gratitudine alle associazioni di volontariato, sociale, culturale, sportivo e ricreativo.

Quest’anno ricordiamo, in particolare, 10° anniversario dell’Auser, che opera soprattutto a favore delle persone anziane; il 10° anno di attività della Residenza sanitaria assistenziale per persone disabili “La Parolina”; il 30° dell’Anffas Cernusco ora Anffas Martesana; il 40° della società di hockey su parto e il 60° della Conferenza di San Vincenzo.

 

Nel corso del 2007, nella nostra parrocchia, ci sono stati: 

166 battesimi (nel 2006 ci si era fermati a 138);
e per trovare un numero più alto di Battesimi bisogna risalire al 1977;

58 matrimoni (più 22 preparati qui e celebrati in altre parrocchie); nel 2006 erano stati 55;

153 funerali (148 nel 2006).

 

Affidiamo all’infinita misericordia del Padre celeste tutti coloro che ci hanno lasciato nel corso di quest’anno. Desidero in particolare ricordare due persone: Giovanna Bestetti, assessore all’assistenza, all’igiene e alla sanità del nostro Comune dal 1964 al 1975, per la sua dedizione a favore dei più deboli e per il suo impegno nella vita politica.

E Piergiorgio Tresoldi, che in questa chiesa ha lungamente camminato in meditazione, per la sua semplicità e umiltà.   

 

Affidiamo al Signore:

- tutti gli abitanti di questa nostra città, insieme alle parrocchie cittadine, alle pubbliche istituzioni e ai loro rappresentanti;
- tutti coloro che, a diverso titolo, collaborano in Parrocchia;
- tutti i religiosi e le religiose cernuschesi, in Italia ed all’estero;
- tutti coloro che sono impegnati nelle istituzione caritative ed educative della nostra città;
- i Fatebenefratelli e le religiose che collaborano nell’assistenza agli ospiti del loro Istituto;
- le Suore Marcelline, gli ospiti ed il personale del Soggiorno Biraghi;
- i malati e tutti coloro che sono impegnati nella loro assistenza nell’Ospedale Uboldo.

In modo speciale, affidiamo al Signore coloro che - per difficoltà economiche, mancanza di un lavoro stabile, sofferenze fisiche o morali, lontananza da casa - fanno fatica a guardare con speranza al nuovo anno.

 

«Per noi (tra poche ore) si apre un nuovo anno, ma agli occhi di Dio è l’incessante riaprirsi del suo cuore verso l’umanità che ha tanto amato da volerne divenire parte: per Dio la novità è il manto di perdono con cui ancora una volta egli avvolge il nostro passato, è l’anello regale che ancora una volta infila al dito di noi, suoi figli ritrovati».

 

Lasciamo che sia veramente il cuore di Dio, un cuore “amante degli uomini”, a scandire il ritmo della nostra vita.

 

 

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