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HOME > Comunità Pastorale > don Luigi Caldera > Omelie > 25/12/07

L'OMELIA DI DON LUIGI CALDERA
ALLA S. MESSA SOLENNE DI MEZZANOTTE 2007

 

SUONA UN CELLULARE

Ve lo dico sempre di spegnere i cellulari quando venite in Chiesa…

Oh scusate, è il mio! Non posso non rispondere: è una chiamata dall’alto!

SMETTE LA SUONERIA

 

Pronto, è vero che qualche volta parlo al telefono con persone importanti, ma questa non mi era mai capitata. Sono alla Messa di  mezzanotte. Aspetta che ti metto in viva voce, così sentono anche tutti i presenti. Ci sei?

 

+        Sì, sì, ti sento forte e chiaro

 

-         Come devo chiamarti, papà? Non lo so, ci provo.
Caro papà (non mi viene proprio bene, perché le formule mi fanno sempre dire “Padre”, ma fa niente), ne approfitto per ringraziarti  perché ogni anno, con questa festa del Natale di tuo Figlio Gesù, noi restiamo stupiti dell’imprevedibilità del tuo Amore.

 

+        Sì, mi è venuta proprio bene questa iniziativa: del resto io vi amo proprio tanto, perché voi siete il mio capolavoro.

 

-         Dio, ci sono uomini e donne bellissimi, ma ce ne sono alcuni che lasciano proprio a desiderare. È grande che tu ci abbia donato la libertà, perfino la libertà di dirti di no, di dirti che non siamo interessati al tuo progetto, che preferiamo il nostro.

 

+        Ogni uomo, fin dal primo, ha voluto sostituirsi a me e prendere il mio posto. Questo atteggiamento voi oggi l’avete tradotto anche in uno slogan della pubblicità telefonica: quando dite “Tutto ruota attorno a te” sottolineate la scelta di pensarvi come il centro di tutto, l’origine e il fine di ogni cosa. Non è così, e ancora oggi questa è la radice del peccato.

 

-         È per aiutarci a vincere questo egocentrismo che tu hai mandato tuo Figlio. Però per noi non è facile, perché tutto (anche quello che scopriamo grazie alle capacità che tu ci hai donato) noi lo consideriamo proprietà nostra, anziché un dono.
Mi viene in mente quanto accaduto a Perugia: droga, sesso selvaggio, violenza omicida. Ma il guaio è che questo è solo la punta di un iceberg, perché la mentalità dominante è quella di permettersi tutto senza rispetto per niente, soprattutto senza tener conto della propria dignità.

 

+        Ci sono però anche molte persone che soffrono nel loro corpo e nello spirito, e quest’anno nella tua comunità sono stati tanti quelli coinvolti da malattie pesanti: anche se non lo sanno, essi collaborano alla morte in croce di Gesù, a vantaggio del suo corpo che è la Chiesa e dell’umanità intera.

 

-         Dio Padre, tu parli della sua morte, ma noi siamo qui a celebrare la nascita di tuo Figlio Gesù. Pensa che bello se un giorno tutti gli uomini, proprio come i pastori oggi nel presepe, convergessero verso Gesù! Il Papa ci ha appena detto che l’annuncio del Vangelo, insieme all’Eucaristia, è il fondamento della fede cristiana. Anche noi, qui a Cernusco, dobbiamo eliminare la paura e diventare più missionari.

 

+        A proposito di Cernusco, sento parlare della Comunità Famiglia di Nazaret: faccio fatica a capire bene di che cosa si tratta, non vorrai mica sostituire la famiglia che c’è nel presepio con una più moderna…

 

-         Caro papà, mo’ si che ti sento vicino vicino! Stai tranquillo, la Comunità Pastorale Famiglia di Nazaret non è una concorrente, perché sarebbe solo una brutta imitazione. Che tu non abbia capito bene mi fa solo piacere, perché tu dovresti sapere quante cose non ho ancora capito io! E comunque è una realtà molto bella che tenta di unire in un unico progetto pastorale le tre parrocchie della nostra città: non ti nascondo che mi piace molto, perché constato che unisce tanto le persone che scelgono di lavorare insieme e che guardano al futuro. È impegnativo, ma fa vivere momenti belli: penso al 9 settembre, giorno dell’inaugurazione, alla benedizione delle famiglia (e ringrazio per l’accoglienza la quasi totalità delle famiglie che si è fatta trovare in casa), alle confessioni di questi giorni, al lavoro del Direttivo e dei Consigli Pastorali, a Voce Amica  che sarà unica per tuta la città e così via. Abbiamo bisogno del tuo Spirito che ci sostenga nel cammino.

 

+        Vedrò di tenermi aggiornato, ma voi cercate di lavorare ancora di più con le famiglie: gli Oratori curino la preparazione remota, le Parrocchie siano attente agli itinerari in vista del Matrimonio, ai gruppi familiari, alle famiglie che accompagnano i figli all’iniziazione cristiana, alle famiglie che vivono momenti di difficoltà morale o affettiva, a quelle avanti negli anni, a quella città invisibile (l’avete messa a tema nel vostro presepio) che spesso passa inosservata, pur avendo problemi enormi…

 

-         C'è un’altra cosa che voglio dirti: da queste parti abbiamo appena fatto la moratoria sulla pena di morte. È una cosa bellissima e questa sera ci sono i monumenti illuminati in tutta Italia per ricordarcelo. Diecimila all’anno (arrotondo per eccesso) sono le condanne a morte eseguite nel mondo. Ma c’è ancora un numero che fa rabbrividire: 45 milioni all’anno (arrotondo per difetto) sono gli aborti terapeutici, dove la terapia è la morte. Anche qui c’è bisogno di una grande moratoria!

 

+        Don Luigi, io confido che la ragione, la scienza e l‘intelligenza dell’uomo porteranno a capire che ogni embrione può diventare come quel bambino di nome Gesù, di fronte al quale oggi state tutti a bocca aperta.   Io credo ancora in voi, per questo vi mando mio Figlio.

 

-         Pronto? Pronto? Non sento più niente. Probabilmente ho finito la ricarica. Ma tu mi senti lo stesso: mi viene voglia di dirti che ‘Life is now, la vita è adesso, la vita è qui, la vita sei Tu!’.

 

    Grazie papà, e Buon Natale anche a te!

 

 

 

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