Riprendono tutte le attività, comprese quelle per i ragazzi e per i giovani.

L'ORATORIO FA BENE A TUTTI



 

SIAMO VENUTI AD ADORARLO Non può essere stata solo l'avventura del gruppo numeroso che vi ha partecipato dalle nostre Parrocchie e dal nostro Decanato o l'evento mediatico dell'estate appena finita. La Giornata Mondiale della Gioventù è stata un passo di un lungo cammino per i giovani, ma anche per tutti noi. E mi piace riproporre lo slogan scelto per questa giornata, che è poi lo scopo del viaggio dei Magi e di ogni persona: "Siamo venuti per adorarlo". Lo ripropongo perché questo, l'incontro con Gesù, è il punto di partenza per ogni cammino di fede e anche la Festa d'inizio dell'attività oratoriana non può essere confusa con una sagra di paese. Scrive il nostro Arcivescovo: "anche all'Oratorio il principio di tutto ciò che muove e rende autentico e bello il nostro cammino umano e cristiano è la persona di Gesù Cristo. Lui è il motivo e il centro e il vertice della nostra festa! L'Oratorio inizia sempre da Gesù risorto". Proprio Lui, Gesù risorto, è ciò che rende unica, irripetibile la comunità cristiana (quindi anche l'Oratorio che ne è parte) rispetto a qualunque altro tipo di gruppo o di associazione: non stiamo insieme perché ci piace o ci troviamo bene, non perché abbiamo scopi comuni e nostri da raggiungere, non per contare di più e essere più forti, ma perché convocati e radunati da Gesù e dalla sua Parola.

IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Su questo numero di Voce Amica ci sono diverse pagine che riguardano gli itinerari formativi, i cammini proposti ai ragazzi, ai giovani e agli adulti. Ai ragazzi chiedo la fedeltà nel partecipare agli incontri previsti per loro e di vivere questi momenti con entusiasmo: lì si mettono le basi, si imparano i fondamentali per il grande gioco della vita. Agli adolescenti e giovani suggerisco di accostarsi con gioia e con lungimiranza a quanto viene loro proposto: è indispensabile saper incontrare i loro coetanei nella scuola e in tutti gli altri ambienti con una personalità radicata e sicura, capace di confrontarsi senza complessi di inferiorità. Agli adulti dico che ci sono proposte più che interessanti e che non si può lasciare che la propria fede diventi esangue, perché non la si nutre mai. Ciascuno si scelga un suo percorso e lo viva in pienezza.» In particolare agli adulti e ai giovani (impegnati in qualunque settore e a qualunque titolo nelle attività della Parrocchia) chiedo di partecipare ai tre (3!) incontri proposti alla domenica pomeriggio durante l'anno (il primo è il 23 ottobre, alle ore 15.30, presso il Centro Cardinal Colombo). Il tutto perché oggi è indispensabile dare uno spessore culturale alla nostra fede: non si vive la fede solo con le devozioni (malamente intese)!

SIETE SALE
Questo è lo slogan dell'Anno Oratoriano 2005/2006. Il rischio (soprattutto in Oratori grandi, come il nostro) è di essere ben consapevoli che abbiamo una grande struttura, che si fanno tantissime iniziative, che c'è un calendario sempre strapieno, ma che a tutto questo manchi un'anima e tutta la reale ricchezza precedente diventi luogo senza sapore, scipito! Perché non sia così, bisogna dare sapore, essere sale e testimoni di luce: cioè è indispensabile partire dalla parola di Dio per ogni cammino di fede da testimoniare a tutti; è necessario che ogni iniziativa tenda ad annunciare il Signore Gesù; ci vuole il coraggio di andare controcorrente, scegliendo di comportarsi in modo diverso da quello che fanno tutti, anche per quel che riguarda le scelte morali più qualificanti. Altrimenti si diventa sale che non serve più, perché non sala, non da sapore, è identico a tutto il resto e, quindi, è inutile, da buttare via: sarebbe un bei guaio, non ce lo possiamo permettere!

IN ORATORIO PER USCIRNE
Scrive il nostro Arcivescovo nella presentazione dell'anno pastorale che bisogna "far emergere dal vissuto e mostrare come anche oggi è possibile, per i cristiani, essere presenti nelle più diverse realtà secolari, portandovi i valori del Regno di Dio e testimoniando la propria fede". Non si deve morire in Parrocchia o in Oratorio: bisogna riacquistare un gusto nuovo e una rinnovata responsabilità verso il mondo. Anche in questo settore bisogna lavorare, valorizzando quello che esiste già e creando un atteggiamento di attenzione verso il sociale: e anche qui mi pare proprio che i possibili campi di impegno non manchino proprio. Certo, è più rischioso e forse da meno soddisfazione lavorare in questi campi, magari da anche meno visibilità, però è giusto sperimentare come le forze possono essere usate in campi nuovi, incontrando anche visioni di vita diverse, ma non necessariamente inconciliabili.

LA MESSA DEI RAGAZZI ALLE ORE 11
Da domenica 9 ottobre ci sarà una piccolissima rivoluzione: i ragazzi si sposteranno alla Messa delle ore 11. Molte mamme si lamentavano da tempo che alle 9.30 era troppo presto, che non ce la facevano a vestire i bambini, che il sabato sera è l'unica sera in cui si può fare un po' tardi, eccetera. Il problema è dei grandi, non dei ragazzi. Quegli stessi grandi che, se il figlio deve andare a fare qualche torneo o se c'è da andare a sciare, non si fanno problemi. Tant'è! Proviamo per quest'anno a fare così, poi tireremo le somme. Ci sono certamente aspetti positivi in questo cambio, altri problemi nasceranno. È sicuro che anche così a qualcuno non andrà bene, ma ci adatteremo un po' tutti. Sarebbe bello non cominciare a lamentarsi subito per partito preso. Resta inteso che si può andare a Messa a qualunque ora e in qualunque posto, purché si vada! Ringrazio il nostro coro, guidato da Franco Cipriani, che ha accettato di spostarsi e adesso sarà presente alle ore 9,30: questa diventerà, quindi, la Messa solenne della comunità e le varie associazioni, tendenzialmente, per le loro ricorrenze parteciperanno a questa Messa. Del resto, anch'io mi sposterò. Chi non deve spostarsi sono gli adulti e gli anziani che non c'entrano niente con la Messa dei ragazzi.

PER I PICCOLISSIMI... Siamo molto contenti che partecipino a diverse Messe famiglie con i bambini piccoli. Questi, giustamente, talora piangono, giocano facendo tumore, emettono i loro gridolini... Per continuare a partecipare all'Eucaristia senza arrecare disturbo agli altri (che peraltro devono avere pazienza e comprensione), quando succede questo ci si porti in penitenzieria (locale tra l'altare della Madonna e quello dei Santi) dove è stato predisposto un apposito servizio di amplificazione. Questo servizio è stato fatto anche in sacristia, ma di norma la sacristia è meglio riservarla a chi si occupa della Liturgia.

 

Ciao!

don luigi