“Don Mario, un gran bravo prete”
Tantissimi cernuschesi, ma non solo, hanno voluto dare - giovedì 21 settembre - l’ultimo saluto a don Mario, morto a 65 anni nella notte tra il 19 ed il 20 settembre.
Arrivato nella Parrocchia Santa Maria Assunta nel gennaio 2005 - dopo aver insegnato nel seminario di Seveso, essere stato Assistente dell’Azione Cattolica, Rettore del Collegio De Filippi di Varese, prevosto di Gavirate - si è dedicato in modo particolare alla Riconciliazione e alla formazione dei laici. Da tempo le sue condizioni di salute erano molto precarie; un improvviso aggravamento, all’inizio di agosto, lo ha portato in soli quaranta giorni alla morte.
La camera ardente è stata allestita a Santa Maria, dove nel Santuario gremito di fedeli, la sera prima c’è stata una veglia di preghiera con la recita del santo rosario e la rilettura, da parte del Prevosto, dei giorni di malattia e sofferenza di don Mario, come a voler sfogliare le pagine di un diario, con momenti di intensi sentimenti e altri di profonda fede. Un cammino da non confinare nel privato ma da condividere perché, come ripetuto da più persone, la malattia di don Mario è stata “un’esperienza edificante”.
Il corteo funebre si è mosso dal Santuario di Santa Maria Addolorata verso la chiesa prepositurale. Il feretro è stato collocato su di un carro funebre ed era preceduto da una ventina di sacerdoti, con in testa il Vicario episcopale della nostra zona pastorale, monsignor Carlo Faccendini, e seguito dai gonfaloni di tre città (Verano Brianza, paese natale di don Mario, Gavirate e Cernusco) con i rispettivi sindaci e poi dai parenti e dai fedeli.
Alla solenne liturgia funebre, presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano, hanno partecipato altri quattro vescovi e un’ottantina di sacerdoti. Nella prepositurale gremita, la corale parrocchiale ha accompagnato la celebrazione eucaristica, eseguendo anche alcuni canti scelti proprio da don Mario, prima di morire.
“La vita di don Mario - ha detto monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, che ha tenuto l’omelia - stata segnata dalla consegna che egli ha fatto di se stesso al Signore Gesù per servire gli altri attraverso questa sua caratteristica: ricercare la verità nella ragionevolezza e nella fede. Così unite in lui - ragione e fede - da costituire il fondamento delle sue scelte e delle sue parole. Il legame tra ragione e fede sono stati la sua passione, unite ad un cuore libero di aprirsi, trasparente, pronto ad ogni ricerca di aiuto che le persone gli rivolgevano o che egli sentiva necessario alla loro crescita.”
Un ritratto che si ricollega alla formazione personale di don Mario, laureato in filosofia, e alle sue prime esperienze pastorali: insegnante in Seminario e a Varese, educatore di generazioni di giovani ed adolescenti.
A conclusione della sua omelia, Giudici ha chiesto al Signore di dare a Don Mario il premio promesso a coloro che sono stati perseveranti nelle prove perché lui è stato tra noi un “autentico figlio di Dio”
A conclusione della celebrazione sono stati letti anche i messaggi inviati dai cardinali Tettamanzi, Martini e Nicora.
“Voi cernuschesi avete voluto bene a don Mario - ha scritto l’Arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi - perché avete trovato in lui un sacerdote ricco di fede, attento e rispettoso nell’ascolto, sapiente e forte nel consiglio e nella direzione spirituale, ma sempre aperto e generoso perchè vi teneva tutti nel suo cuore e vi voleva condurre tutti al Signore. Don Mario aveva una grande passione: la passione per Dio.”
“Conservo di lui - ha detto il Cardinal Carlo Maria Martini - la memoria di un prete intelligente e zelante, animato da grande amore per la Chiesa e sempre disponibile a servire con generosità la Diocesi nei diversi incarichi che ha avuto.”
Intenso il ricordo del cardinale Attilio Nicora, suo compagno di ordinazione sacerdotale. “La Diocesi e la parrocchia perdono un gran bravo prete. Una persona intelligente, attenta, semplice, schietta, sorridente, sin quasi talvolta all’ingenuità, dedita generosamente al proprio ministero senza fronzoli esteriori ma per convinzioni interiori. Appassionato per ogni intrapresa culturale e caritativa. Battagliero nelle cause che riteneva giuste, ma incapace di voler male a qualcuno.
Se ne va un altro autentico prete ambrosiano che ci lascia tutti un po’ più poveri.”
Il Prevosto della città, don Luigi Caldera, ha infine letto il testamento spirituale che don Mario ha scritto lo scorso 15 agosto, nella festività della Madonna Assunta, nostra patrona.
“Ringrazio il Signore - ha scritto don Mario - per tutto quello che ha fatto per me. Mi ha concesso una vita bellissima, con una famiglia straordinaria e con esperienze sempre più belle.
Non ho mai scelto il posto dove andare, mi sono fidato del Signore e mi sono trovato sempre bene.”
Nel suo testamento don Mario ha manifestato il desiderio di “essere sepolto a Cernusco. Qui mi ha portato la volontà di Dio e qui resto in attesa della risurrezione. Ancora una volta voglio seguire Dio sino all’ultimo trasloco nella casa del Padre, dove Gesù mi ha preparato un posto. Voglio essere sepolto in terra comune.”
Un lungo applauso ha salutato l’uscita del feretro dalla prepositurale e ancora tanti fedeli lo hanno accompagnato al camposanto.
Ora don Mario riposa nella nuda terra. I cernuschesi forse si sono accorti tardi di avere in mezzo a loro un prete dalle doti non comuni e, quando hanno iniziato a conoscerlo e ad amarlo, il male che lo accompagnava da tanto tempo è diventato improvvisamente aggressivo ed in soli quaranta giorni lo ha portato via.
Un “autentico figlio di Dio” ha detto Giudici. “Un gran bravo prete” ha scritto Nicora. Non dimentichiamocelo!
Redazione di “Voce Amica” (C.G.)