FRANCESCO: “DIO È INNAMORATO DI NOI”
“Credo che non ci sia alcun teologo che possa spiegare questo
(innamoramento): non si può spiegare. Soltanto si può pensare,
sentire e piangere. Di gioia. Il Signore ci può cambiare.”
Dio “è innamorato di noi”,
e questo nessun teologo lo può spiegare. Lo ha detto il Papa,
che nell’omelia della Messa celebrata lo scorso lunedì, 16
marzo, a Santa Marta (commentando le letture del giorno: Isaia
65,17-21; Giovanni 4,43-54) ha ricordato che “il Signore sogna,
ha i suoi sogni, i suoi sogni su di noi”. “Dio - ha proseguito
Francesco - pensa a ognuno di noi” e “pensa bene, ci vuole bene,
sogna di noi. Sogna della gioia di cui godrà con noi. Per questo
il Signore vuole ri-crearci, fare nuovo il nostro cuore,
ri-creare il nostro cuore per fare trionfare la gioia”: “Avete
pensato? ‘Il Signore sogna me! Pensa a me! Io sono nella mente,
nel cuore del Signore! Il Signore è capace di cambiarmi la
vita!’. E fa tanti piani: ‘fabbricheremo case, pianteremo vigne,
mangeremo insieme’ tutte queste illusioni che fa soltanto un
innamorato. E qui il Signore si fa vedere innamorato del suo
popolo. E quando gli dice, al suo popolo: ‘Ma io non ti ho
scelto perché tu sei il più forte, più grande, più potente. Ma
ti ho scelto perché tu sei il più piccolo di tutti. Anche puoi
dire: il più miserabile di tutti. Ma io ti ho scelto così’. E
questo è l’amore”.
Dio “è innamorato di noi”,
ha ripetuto il Papa: “Credo che non ci sia alcun teologo che
possa spiegare questo: non si può spiegare. Soltanto su questo
si può pensare, sentire e piangere. Di gioia. Il Signore ci può
cambiare. E cosa devo fare? Credere. Credere che il Signore può
cambiarmi, che Lui è potente: come ha fatto quell’uomo che aveva
il figlio malato, nel Vangelo. ‘Signore, scendi, prima che il
mio bambino muoia’. ‘Va, tuo figlio vive!’. Quell’uomo credette
alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Credette. Credette che Gesù aveva il potere di cambiare il suo
bambino, la salute del suo bambino. E ha vinto”. “La fede è fare
spazio a questo amore di Dio, è fare spazio alla potenza, al
potere di Dio ma non al potere di uno che è molto potente, al
potere di uno che mi ama, che è innamorato di me e che vuole la
gioia con me”, ha concluso il Papa: “Questo è la fede. Questo è
credere: è fare spazio al Signore perché venga e mi cambi”.
Cernusco sul Naviglio, 23 marzo 2015 |