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HOME > Papa Francesco > 1 Dicembre 2014

FRANCESCO: “PER CAMMINARE VERSO IL FUTURO
SERVONO MEMORIA, CORAGGIO, SANA E UMANA UTOPIA”

Al Consiglio d’Europa, il Papa ha detto che “l’innalzarsi del pensiero, della cultura, delle scoperte scientifiche è possibile solo per la solidità del tronco e la profondità delle radici che lo alimentano”.

 

“Il progetto dei Padri fondatori era quello di ricostruire l’Europa in uno spirito di mutuo servizio, che ancora oggi, in un mondo più incline a rivendicare che a servire, deve costituire la chiave di volta della missione del Consiglio d’Europa, a favore della pace, della libertà e della dignità umana”. Lo ha sottolineato Papa Francesco nel suo discorso, lo scorso 25 novembre, al Consiglio d’Europa. In precedenza, sempre a Strasburgo, aveva parlato al Parlamento Europeo.

La via privilegiata per la pace - Per il Pontefice, “la via privilegiata per la pace” è “riconoscere nell’altro non un nemico da combattere, ma un fratello da accogliere. Si tratta di un processo continuo, che non può mai essere dato per raggiunto pienamente”. Purtroppo “la pace è ancora troppo spesso ferita. Lo è in tante parti del mondo” e “anche qui in Europa, dove non cessano tensioni. Quanto dolore e quanti morti ancora in questo continente, che anela alla pace, eppure ricade facilmente nelle tentazioni d’un tempo! È perciò importante e incoraggiante l’opera del Consiglio d’Europa nella ricerca di una soluzione politica alle crisi in atto”. La pace è “anche provata da altre forme di conflitto, quali il terrorismo religioso e internazionale”, che “è purtroppo foraggiato da un traffico di armi molto spesso indisturbato”. E poi “la pace è violata anche dal traffico degli esseri umani, che è la nuova schiavitù del nostro tempo e che trasforma le persone in merce di scambio, privando le vittime di ogni dignità”.

Per camminare verso il futuro serve il passato - Per Papa Francesco, dopo aver riconosciuto che l’Europa, “nel corso della sua storia, si è sempre protesa verso l’alto, verso mete nuove e ambiziose”, ha aggiunto che “l’innalzarsi del pensiero, della cultura, delle scoperte scientifiche è possibile solo per la solidità del tronco e la profondità delle radici che lo alimentano”. Infatti, “per camminare verso il futuro serve il passato, necessitano radici profonde, e serve anche il coraggio di non nascondersi davanti al presente e alle sue sfide. Servono memoria, coraggio, sana e umana utopia”. D’altra parte, “le radici si alimentano della verità”, che, a sua volta, “fa appello alla coscienza, che è irriducibile ai condizionamenti, ed è perciò capace di conoscere la propria dignità e di aprirsi all’assoluto, divenendo fonte delle scelte fondamentali guidate dalla ricerca del bene per gli altri e per sé e luogo di una libertà responsabile”. http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

Multipolarità - In una società caratterizzata dall’”individualismo indifferente”, dal “culto dell’opulenza” e dalla “cultura dello scarto”, appare “l’immagine di un’Europa ferita, per le tante prove del passato, ma anche per le crisi del presente”, ha osservato Papa Francesco. Perciò, “l’Europa deve riflettere se il suo immenso patrimonio umano, artistico, tecnico, sociale, politico, economico e religioso è un semplice retaggio museale del passato, oppure se è ancora capace di ispirare la cultura e di dischiudere i suoi tesori all’umanità intera. Nella risposta a tale interrogativo, il Consiglio d’Europa con le sue istituzioni ha un ruolo di primaria importanza”. Poi “ci sono le sfide attuali del continente”. Il Pontefice ne ha menzionate due: la sfida della multipolarità e la sfida della trasversalità. “Parlare della multipolarità europea significa parlare di popoli che nascono, crescono e si proiettano verso il futuro” e “oggi l’Europa è multipolare nelle sue relazioni e tensioni; non si può né pensare né costruire l’Europa senza assumere a fondo questa realtà multipolare.

L’altra sfida è “la trasversalità”. “Se volessimo definire oggi il continente, dovremmo parlare di un’Europa dialogante che fa sì che la trasversalità di opinioni e di riflessioni sia al servizio dei popoli armonicamente uniti”, ha osservato Francesco, per il quale “nel mondo politico attuale dell’Europa risulta sterile il dialogo solamente interno agli organismi (politici, religiosi, culturali) della propria appartenenza. La storia oggi chiede la capacità di uscire per l’incontro dalle strutture che ‘contengono’ la propria identità al fine di renderla più forte e più feconda nel confronto fraterno della trasversalità”. Perciò diventa importante investire nel dialogo inter-culturale, compresa la sua dimensione religiosa.  

Cernusco sul Naviglio, 1 dicembre 2014

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