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HOME > Papa Francesco > 12 Maggio 2014

FRANCESCO: “NON LASCIAMOCI RUBARE
L’AMORE PER LA SCUOLA!”

“Una festa” caratterizzata dall’essere “per” e non “contro”. Così Papa Francesco, in una piazza San Pietro e via della Conciliazione gremite di studenti, professori e anche genitori, ha definito l’iniziativa promossa dalla Cei “La Chiesa per la scuola” dello scorso 10 maggio.

 

 “Prima di tutto - ha detto il Papa - vi ringrazio, perché avete realizzato una cosa proprio bella! Questo incontro è molto buono: un grande incontro della scuola italiana, tutta la scuola: piccoli e grandi; insegnanti, personale non docente, alunni e genitori; statale e non statale”. Francesco ha, quindi, aggiunto: “Si vede che questa manifestazione non è ‘contro’, è ‘per’! Non è un lamento, è una festa! Una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo”. Ma “voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola”. “Dico noi - ha chiarito - perché io amo la scuola, l’ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da vescovo”. http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

“Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà” - Francesco ha voluto spiegare perché ama la scuola, confidando che è stata la sua prima insegnante a fargliela amare. Poi ha proseguito così: “Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre lo riesce a esserlo e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni”. E noi, ha aggiunto, “non abbiamo diritto ad avere paura della realtà, la scuola ci insegna a capire la realtà”. E “questo è bellissimo!”.
“Nei primi anni - ha detto quindi Papa Francesco - si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare - è questo il segreto - questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà!”. Questo “lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: don Lorenzo Milani”. Per Francesco, “gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà” perché “se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno fiuto, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, incompiuto, che cercano un di più, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti”.
http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

“Amo la scuola perché è un luogo di incontro” - Papa Francesco ama la scuola – ecco un altro motivo - perché “è un luogo di incontro”. “Tutti noi siamo in cammino, avviando un processo - ha detto il Pontefice -. Abbiamo sentito tutti oggi che la scuola non è un parcheggio, ma un posto di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. I genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. È un luogo di incontro”. E “noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per incontrarci, per conoscerci, amarci, per camminare insieme”, ha aggiunto. E questo “è fondamentale nell’età della crescita, come complemento alla famiglia”, che “è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita”. Ma “a scuola noi socializziamo’: incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per capacità differenti. La scuola è la prima società che integra la famiglia”. Perciò, ha sostenuto il Papa, “la famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. E le famiglie dei ragazzi di una classe possono fare tanto collaborando insieme tra di loro e con gli insegnanti”. Questo, ha sostenuto il Pontefice, “fa pensare a un proverbio africano tanto bello: Per educare un figlio ci vuole un villaggio’. Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente, famiglia, scuola, insegnanti, tutti, personale assistente, professori, tutti”.  

“Amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello” - Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla”. E “nell’educazione è tanto importante quello che abbiamo sentito anche oggi. Sempre è più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca, ricordatevelo. Questo ci farà bene per la vita”.

“La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello”, ha spiegato il Pontefice. E questo avviene “attraverso un cammino ricco, fatto di tanti ‘ingredienti’”. Ecco “perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera”. Papa Francesco ha invitato a coltivare “in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate”. E insieme questi elementi - ha chiarito il Papa -  ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita e ci apre alla pienezza della vita!”.

Le tre lingue che una persona matura deve sapere parlare - Nella scuola, ha spiegato Papa Francesco, “non solo impariamo conoscenze, contenuti, ma anche impariamo abitudini e valori”. Allora, ha aggiunto, “si educa per conoscere tanti contenuti importanti, per avere certe abitudini e anche per assumere i valori e questo è molto importante. Auguro a tutti voi, genitori, insegnanti, persone che lavorano nella scuola, studenti, una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani, ma armoniosamente”. Infine, un invito: “Per favore, per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!”.

 

 

Cernusco sul naviglio, 12 maggio 2014

 

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