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HOME > Papa Francesco > 17 Marzo 2014

http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9“LA QUARESIMA CI CHIAMA A SCUOTERCI”

“Viviamo in un mondo sempre più artificiale, in una cultura del fare, dell’utile, dove senza accorgercene escludiamo Dio dal nostro orizzonte”: è quanto affermato da Papa Francesco, che poi ha  invitato a “non farsi dominare dalle cose che appaiono: il valore della vita non dipende dall’approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro”.

 

Papa Francesco - nell’omelia della Messa delle Ceneri a Santa Sabina a Roma, lo scorso 5 marzo -  ha esortato i presenti a “non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l’apparenza, il valore della vita non dipende dall’approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro”. Di qui l’invito ad “andare oltre il nostro orticello, sfidando la routine”, sforzandoci di “aprire gli occhi e le orecchie”, attraverso un cammino di conversione che non si riduca “a forme esteriori o a vaghi propositi", ma coinvolga “l’intera esistenza a partire dal centro della persona, dalla coscienza”. http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9“La Quaresima ci chiama a scuoterci, a ricordarci che noi siamo creature, che noi non siamo Dio”.

La preghiera - “Aprirci ai fratelli” e “tuffarci nel mare della preghiera”. Sono questi, per il Papa, i due primi imperativi per l’itinerario quaresimale. Attualizzando le tre pratiche tradizionali della preghiera, del digiuno e dell’elemosina, il Pontefice ha lamentato che “verso gli altri rischiamo di chiuderci, di dimenticarli”. Invece, “solo quando le difficoltà e le sofferenze dei nostri fratelli ci interpellano possiamo iniziare il nostro cammino di conversione verso la Pasqua”, che “comprende la croce e la rinuncia”. “Dinanzi a tante ferite che ci fanno male e che ci potrebbero indurire il cuore”, per il Papa “possiamo tuffarci nel mare della preghiera, che è il mare sconfinato di Dio, per gustare la sua tenerezza”.

Il digiuno - Poi è arrivato l’invito a scegliere “una vita sobria, che non spreca, che non scarta”. E riferendosi alla pratica del digiuno ha detto: “Dobbiamo stare attenti a non praticare un digiuno formale o che ci sazia perché ci fa sentire a posto”. Per il Papa, “il digiuno ha senso se veramente intacca la nostra sicurezza, e anche se ne consegue un beneficio per gli altri, se ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china sul fratello in difficoltà e si prende cura di lui”. “Digiunare ci aiuta ad allenare il cuore all’essenzialità e alla condivisione”, ha assicurato il Papa, che poi ha aggiunto: “È un segno di presa di coscienza e di responsabilità di fronte alle ingiustizie, ai soprusi, specialmente nei confronti dei poveri e dei piccoli”.

L’elemosina - “L’elemosina ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio benessere”. Papa Francesco ha ricordato che “la gratuità dovrebbe essere una caratteristica del cristiano”, e invece “oggi non fa parte della vita quotidiana, dove tutto si vende e si compra, tutto è calcolo e misura”. “Abbiamo bisogno di cambiare, di dare una svolta, di convertirci”, ha concluso il Papa, “per ricordarci che è possibile realizzare qualcosa di nuovo in noi stessi e intorno a noi” perché “Dio è fedele, è sempre pronto a perdonare”.

Cernusco sul Naviglio, 17 marzo 2014

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