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FAMIGLIA, MOTORE DEL MONDO E DELLA STORIA

 

Famiglia, vivi la gioia della fede” è stato il tema della “Giornata della famiglia”, incontro proposto nell’ambito dell’Anno della fede e tenutosi nello scorso fine settimana. Migliaia di famiglie hanno invaso piazza San Pietro per incontrare Papa Francesco. Due momenti hanno caratterizzato l’incontro: l’appuntamento di sabato 26, nel pomeriggio, con testimonianze sulle gioie e le difficoltà della vita familiare; la Messa di domenica 27 ottobre, nella mattinata, presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro gremita di fedeli.

 

 

Ma la “Giornata della famiglia “ è stata preceduta, venerdì 25 ottobre, dall’incontro del Papa con i partecipanti alla XXI Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la famiglia. È stata, quindi, nel concreto, una “tre giorni” sulla famiglia: moltissimi gli spunti di riflessione, le sollecitazioni e gli inviti che ne sono scaturiti.

 

La famiglia è il motore del mondo e della storia - “La famiglia è una comunità di vita – ha affermato Papa Francesco davanti al Pontificio Consiglio per la famiglia - che ha una sua consistenza autonoma... È il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole.” “Si potrebbe dire, senza esagerare - ha proseguito - che la famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa”. Papa Francesco ha particolarmente insistito sul compito formativo della famiglia, affermando che essa “è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell’intimità, dove si apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale. Nella famiglia la persona prende coscienza della propria dignità e, specialmente se l’educazione è cristiana, riconosce la dignità di ogni singola persona, in modo particolare di quella malata, debole, emarginata”.
Dopo aver notato che nell’odierna società la “comunità-famiglia” chiede “di essere riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali”, il Papa ha ricordato che “la famiglia si fonda sul matrimonio. Attraverso un atto d’amore libero e fedele, gli sposi cristiani testimoniano che il matrimonio, in quanto sacramento, è la base su cui si fonda la famiglia e rende più solida l’unione dei coniugi e il loro reciproco donarsi”. “Nel matrimonio ci si dona completamente senza calcoli né riserve - ha detto - condividendo tutto, doni e rinunce, confidando nella Provvidenza di Dio. È questa l’esperienza che i giovani possono imparare dai genitori e dai nonni. È un’esperienza di fede in Dio e di fiducia reciproca, di libertà profonda, di santità, perché la santità suppone il donarsi con fedeltà e sacrificio ogni giorno della vita”.

Nel concludere il suo discorso, il Papa ha affermato che “le famiglie veramente cristiane si riconoscono dalla fedeltà, dalla pazienza, dall’apertura alla vita, dal rispetto degli anziani” e dei bambini. Ha quindi invitato a proporre a tutti “la bellezza del matrimonio e della famiglia illuminati dal Vangelo”, avvicinandosi “alle famiglie in difficoltà, a quelle che sono costrette a lasciare la loro terra, che sono spezzate, che non hanno casa o lavoro, o per tanti motivi sono sofferenti; ai coniugi in crisi e a quelli ormai separati. A tutte vogliamo stare vicino”.

Quello che pesa di più nella vita è la mancanza d’amore - Nell’incontro pomeridiano del giorno successivo, sabato 26, con le famiglie, Papa Francesco si è domandato: “come è possibile vivere la gioia della fede, oggi, in famiglia? Ma io vi domando anche: E’ possibile vivere questa gioia o non è possibile? C’è una parola di Gesù, nel Vangelo di Matteo, che ci viene incontro: ‘Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro’ (Mt 11,28). La vita spesso è faticosa, tante volte anche tragica! Abbiamo sentito recentemente… Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. E trovare lavoro oggi chiede tanta fatica! Ma quello che pesa di più nella vita non è questo: quello che pesa di più di tutte queste cose è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante, intollerabile. Penso agli anziani soli, alle famiglie che fanno fatica perché non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di attenzioni speciali e di cure. ‘Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi’, dice Gesù.” Il Papa quindi ha invitato a portare a casa, a portare nel cuore, questa parola di Gesù, che “ci invita ad andare da Lui per darci, per dare a tutti la gioia.”


“Camminare insieme, mano nella mano, affidandosi al Signore - Il Papa – ecco il secondo invito – ha quindi invitato le famiglie ad affidarsi al Signore: “Chi si sposa nel Sacramento dice: ‘Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita’. Gli sposi in quel momento non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. E questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità.” Ma per essere capaci di “questo ci vuole la grazia, la grazia che ci dà il Sacramento!  I Sacramenti non servono a decorare la vita - ma che bel matrimonio, che bella cerimonia, che bella festa!… - Ma quello non è il Sacramento, quella non è la grazia del Sacramento. Quella è una decorazione! E la grazia non è per decorare la vita, è per farci forti nella vita, per farci coraggiosi, per poter andare avanti! Senza isolarsi, sempre insieme.”

Infine, il Papa ha invitato ad avere attenzione verso i nonni, che “sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore!”

“La famiglia che prega” - Nell’omelia della Messa di domenica 27, Papa Francesco ha richiamato tre momenti che dovrebbero caratterizzare la vita quotidiana di ogni famiglia. Primo: “la famiglia che prega”. “Vorrei chiedere a voi – ha domandato Papa Francesco - care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa?” Si fa “umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera è sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il “Padre nostro”, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera.”

“La famiglia che custodisce la fede” - “In che modo noi, in famiglia – si è quindi chiesto il Papa - custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso ‘di corsa’, molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa ‘corsa’ può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni.”

“La famiglia che vive la gioia” -  “Care famiglie – ha infine detto Papa Francesco - voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli … La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società.”

I gesti che il Papa chiede sono semplici, immediati. La testimonianza personale può diventare così la via di grande efficacia per richiamare a tutti l’importanza della famiglia, oggi così tanto dimenticata e bistratta anche nel nostro Paese.

Cernusco sul Naviglio, 28 ottobre 2013

 

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