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HOME > La Nota della Settimana > N° 9/2014

TEMPO DI TRASLOCO 

«I traslochi – ha scritto un sacerdote-giornalista piemontese - sono fastidiosi ma alla fine servono, perché puoi mettere mano alle tue cose e fare una grande opera di “discernimento”, puoi cioè passare tutto al setaccio e valutare ciò che è utile e ciò che non lo è, eliminando quel che è diventato nel tempo solo zavorra. Si scopre che poche sono le cose veramente essenziali per vivere, infatti ciò che viene usato abitualmente non occupa molto spazio. Tanti oggetti infatti rimangano lì, inutilizzati per tanto, troppo tempo, peso morto ingombrante che ci rallenta e distrae, rubando pezzi di vita. Ad ogni trasloco mi è successo di fare la medesima considerazione: di quante cose posso fare a meno senza che la mia vita abbia seri contraccolpi. Anche stavolta infatti mi sono accorto di aver conservato nel tempo oggetti come se di lì ad un po’ dovessero diventare essenziali, perché mi son detto: “Forse un giorno potrei averne bisogno!”. Invece no, non ne ho avuto bisogno, anzi quando potevano essermi utili semplicemente non ricordavo più di averli, comprandone ovviamente di nuovi, aumentando così la zavorra. Ogni tanto ci vuole un trasloco per liberare lo spazio e alleggerire il cammino.
Se ogni tanto ci vuole un trasloco, ogni anno è necessaria una Quaresima per liberare lo spazio e alleggerire il cammino.

La nostra vita è troppo piena di cose, di corse, di affanni: bisogna fare un po’ di cernita, di discernimento, puntando su ciò che è essenziale per alleggerire la vita, svuotarla della zavorra, tirare via le cianfrusaglie. L’affanno che ci connota deriva purtroppo dalla fragilità dei beni da cui facciamo dipendere la vita. Poche cose sono veramente essenziali per vivere: umanamente parlando forse dovremmo partire di qui per capire quanto il Vangelo abbia ragione nel dirci che non dobbiamo “preoccuparci della nostra vita, di cosa mangeremo o di che cosa berremo, né del nostro corpo di ciò che indosseremo”. Se ci si concentra troppo su queste cose, queste cose saranno la nostra vita, la riempiranno e non ci sarà spazio per altro, per gli altri. Per questo i gigli del campo e gli uccelli del cielo sono i nostri maestri-modelli. Se alleggeriamo la vita lo facciamo solo per essere più spediti nel cammino, nella fede, nell’amore. Il digiuno assume questo senso: saper fare a meno perché altro è più importante, vivere con maggior sobrietà perché altri mancano del necessario.»

Buona Quaresima!

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 10 marzo 2014

 

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