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IL “BEN-VIVERE”
NON DIPENDE SOLO DA PARAMETRI ECONOMICI

 “Il bene comune è l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alla collettività sia ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente”. È proprio da questo concetto contenuto nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa che muove il 3° Rapporto dell’Osservatorio del bene comune di Retinopera, presentato lo scorso 1° marzo. Dal citato Rapporto, riguardante il “ben-essere” e il “ben-vivere” del nostro Paese,  “ne esce un’Italia riletta e a tratti diversa, in controtendenza rispetto alle solite visioni economo-centriche che la dipingono avanzata e ricca al Nord e arretrata e povera al Sud”.  Retinopera riunisce 20 organizzazioni del mondo cattolico italiano, per promuovere la collaborazione fra di esse, per dare concretezza ai principi e ai contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, per dare una concreta e libera risposta alle sollecitazioni che emergono dagli orientamenti pastorali della Cei.

Il punto di partenza. Il lavoro è frutto di un’applicazione sperimentale d’indicatori statistici regionali analizzati in ambiti d’insieme scelti alla luce della citata definizione di bene comune e dei principi ad esso legati, come centralità della persona e dei suoi diritti inviolabili, solidarietà e sussidiarietà. Il 3° Rapporto - hanno sottolineato i curatori - conferma che “il progresso di una società non dipende solo da parametri economici, ma anche relazionali, sociali e ambientali”.

Il bene comune. La Dottrina sociale della Chiesa ha elaborato un concetto di bene comune inteso come insieme di condizioni sociali, economiche, culturali e politiche necessarie a raggiungere la propria felicità più pienamente. Tra gli ambiti interessati al bene comune, si incontrano l’ambiente, i corpi intermedi e la partecipazione, la famiglia, l’economia e il lavoro, lo Stato e i servizi, la società. E per ognuno degli ambiti, il Rapporto misura indicatori specifici. Per quanto riguarda la famiglia, per esempio, sono considerati il quoziente di matrimonialità, il tasso di fecondità, quello di separazione e quello di divorzi per mille abitanti. Dal Rapporto emerge che l’Italia presenta una visione generale non così scontata. “Il Trentino Alto Adige primeggia, infatti, nella classifica come il territorio migliore per promuovere e realizzare la persona, ma – rilevano i curatori - è seguito immediatamente dopo dal Molise, che appare come la seconda regione in Italia e la migliore tra quelle del Sud, mentre agli ultimi posti, troviamo la Campania”.

Nell’ambito del lavoro, sono stati presi in considerazione fattori come la dimensione oggettiva del lavoro, la capacità di creare o avere un reddito, la dimensione soggettiva del lavoro e la partecipazione alla regolamentazione del lavoro. Essi sono strumenti e possibilità per un percorso di vita che promuova la realizzazione delle aspettative di tutte le persone. In questo caso l’Italia non appare sostanzialmente difforme dalle usuali classifiche incentrate sull’analisi del Pil (Prodotto interno lordo) e della ricchezza territoriale. Per l’ambiente, sono stati presi in considerazioni fattori come la raccolta differenziata, accesso all’acqua e la qualità della medesima, emissioni di co₂, aree verdi pro-capite. In quest’ultimo ambito la Lombardia è la prima in classifica seguita dal Trentino e dall’Emilia Romagna.

Retinopera invita le associazioni aderenti a mettere in campo delle strategie per ripartire “dalla centralità della persona”. Un Paese che si indebolisce sul piano delle relazioni – ha osservato - finirà per indebolirsi anche su quello economico. Perchè, come è emerso dal 3° Rapporto presentato – il “ben-essere” e il “ben-vivere” di una società non dipendono solo da parametri economici, ma anche relazionali, sociali e ambientali.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 3 marzo 2014