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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 8/2011

DONNE E DIGNITÀ: VINCERE L’INDIFFERENZA
E IL DISAGIO ATTUALI

 

Nelle nostre Note – lo riconosciamo! - raramente abbiamo parlato delle donne. Ben volentieri, quindi, cogliamo l’occasione che ci è stata offerta dalla manifestazione svoltasi domenica scorsa (13 febbraio) in diverse città italiane e straniere a tutela della dignità delle donne per farlo.

Una manifestazione legata strettamente e inevitabilmente alla turbolenta situazione politica che stiamo vivendo nel nostro Paese e che ha diviso le donne in fronti politici contrapposti e ne ha sminuito la forza. Sarebbe auspicabile che qualcuna del fronte opposto, con intelligenza e senza dover rinunciare alle proprie idee politiche, riconoscesse che nelle grida che si sono levate da tante piazze c’è qualcosa da ascoltare seriamente e che, per il bene di tutte le donne (e degli uomini), bisognerebbe trovare il modo di esprimere insieme questo disagio.

La testimonianza in piazza di suor Eugenia Bonetti – Tanti gli interventi delle donne che si sono succedute sul palco di piazza del Popolo a Roma. Applauditissimo quello della missionaria della Consolata suor Eugenia Bonetti, responsabile dell’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’Usmi (Unione superiore maggiori d’Italia). Suor Eugenia ha vissuto in Africa per 24 anni, ha lavorato in un centro Caritas di Torino con le donne vittime di tratta e ora coordina centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto, nei centri di detenzione ed espulsione e nelle case famiglia.
“Sono qui per dare voce a chi non ha voce – così ha esordito la missionaria – alle nuove schiave, vittime della tratta di esseri umani per sfruttamento lavorativo e sessuale, per lanciare un forte appello affinché sia riconosciuta la loro dignità e ripristinata la loro vera immagine di donne, artefici della propria vita e del proprio futuro. A nome loro e nostro diciamo basta a questo indegno e vergognoso mercato del mondo femminile”. Suor Eugenia ha fatto notare che “l’immagine che viene trasmessa in tanti modi e forme, dai media, dalla pubblicità e dagli stessi rapporti quotidiani tra uomo-donna è l’immagine del corpo della donna inteso solamente come oggetto o strumento di piacere, di consumo e di guadagno, misconoscendo invece l'essenziale che lo stesso corpo umano racchiude: una bellezza infinita e profonda da scoprire, rispettare, apprezzare e valorizzare”.
La donna non è una merce - “Le costanti notizie di cronaca che in queste ultime settimane si susseguono in modo spudorato sui nostri giornali e nelle trasmissioni televisive e radiofoniche – ha sottolineato la religiosa – ci sgomentano e ci portano a pensare che siamo ancora molto lontani dal considerare la donna per ciò che è veramente e non semplicemente un oggetto o una merce da usare. Quale immagine stiamo dando della donna e del suo ruolo nella società e nella famiglia?”. Suor Eugenia ha evidenziato soprattutto una grossa contraddizione: “In questi ultimi tempi si è cercato di eliminare la prostituzione di strada perché dava fastidio e disturbava i sedicenti benpensanti. Abbiamo voluto rinchiuderla in luoghi meno visibili, pensando di aver risolto il problema, ma non ci rendiamo conto che una prostituzione del corpo e dell’immagine della donna è diventata ormai parte integrante dei programmi e notizie televisive, della cultura del vivere quotidiano”. “Tutto questo – ha sottolineato – purtroppo educa allo sfruttamento, al sopruso, al piacere, al potere, senza alcuna preoccupazione delle dolorose conseguenze sui nostri giovani che vedono modelli da imitare e mete da raggiungere”.
Un appello contro l’indifferenza - “Troppo spesso – ha detto suor Eugenia – la donna è considerata solo per la bellezza e l’aspetto esterno del suo corpo e non invece per la ricchezza dei suoi valori veri di intelligenza e di bellezza interiore. Il suo vero successo e il suo avvenire non possono essere basati sul denaro, sulla carriera o sui privilegi dei potenti, ma deve essere fondato sulle sue capacità umane, sulla sua bellezza interiore e sul suo senso di responsabilità”. “Non possiamo più rimanere indifferenti di fronte a quanto oggi accade in Italia nei confronti del mondo femminile. Siamo tutti responsabili del disagio umano e sociale che lacera il Paese”. Da qui l’appello alle “autorità civili e religiose, al mondo maschile e maschilista che non si mette in discussione, alle agenzie d’informazione e formazione, alla scuola, alle parrocchie, ai gruppi giovanili, alle famiglie e in modo particolare alle donne”: riappropriarsi “di quei valori e significati sui quali si basa il bene comune per una convivenza degna di persone umane, per una società più giusta e più libera”.

È forte - a nostro parere - la necessità di proporre e testimoniare nuovi modelli culturali, articolati in stili di vita in cui il rispetto della dignità della donna ispiri davvero i comportamenti quotidiani, cominciando dall’usare il telecomando per scegliere programmi che non offendano i valori veri della femminilità.

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Trasparenza e corresponsabilità sono i due binari a cui ha fatto riferimento il cardinale Angelo Ba­gnasco aprendo, la scorsa settimana, un convegno nazionale de­gli incaricati diocesani per il “sostegno economico alla Chie­sa in Italia”. Un intervento molto interessante, che il presidente dei vescovi italiani ha affrontato con la consueta chiarezza e incisività. Le sue parole possono - anzi, a nostro parere, devono - essere occasione di seria riflessione per ogni parrocchia, dalla più piccola alla più grande, su un tema che molto spesso viene taciuto o affrontato con poca determinazione, sia da parte dei fedeli che dei sacerdoti.
«Oggi più che mai – ha sottolineato Bagnasco – una limpida trasparenza, soprattutto nell’uso del denaro è condizione imprescindibile per la credibilità generale della Chiesa e per la realizzazione fruttuosa della sua missione nel mondo». «Non dobbiamo illuderci – ha aggiunto il porporato – il successo delle vie concrete di aiuto eco­nomico alla Chiesa (la firma per la destinazione dell’8xmille e le offerte per il sostentamento del clero fiscalmente deducibili) dipende in modo vitale dall’effettiva trasparenza della gestione delle risorse che si ricevono in dono. La trasparenza è, dunque, valore essenziale per la buona riuscita di tutto il nuovo impianto del sostegno economico alla Chiesa». Perciò il presidente della Cei ha esortato a continua­re sulla strada intrapresa fin dall’entrata in vigore delle norme concordatarie. «La credibilità della Chiesa non è mai danneggiata dalla chiarezza e dalla limpidezza del comportamento. Una trasparenza sempre maggiore consentirà un sempre maggiore reperimento di fondi per le necessità della Chiesa stessa». I fedeli, infatti, ha proseguito Bagnasco, «vedendo come sono utilizzate le risorse grazie alla pubblicazione dei bilanci, preventivi e consuntivi, e alla pubblicità del bilancio gestionale delle offerte, saranno sempre più motivati e consapevoli dell’importanza della loro condivisione economica che sostiene la Chiesa nella realizzazione delle sue opere e del­la sua missione per il bene di tutti, specialmente dei più deboli». Di conseguenza, «se ci sarà questa trasparenza reale in ogni parrocchia, i fedeli non guarderanno più all’offerta come a una sorta di dovere, ma donare diventerà una gioia».
Il cardinale ha concluso il suo discorso chiedendo una «nuova stagione per il 'sovvenire'». Una sta­gione per educare sempre di nuovo i fedeli ai suoi valori. «Noi viviamo di carità – ha ricordato so­prattutto ai sacerdoti – e dobbiamo imparare a stendere la mano». Non si può infatti «dare per scontato un meccanismo quasi automatico che assicura a clero e fedeli le risorse necessarie per lo svolgimento della loro missione». «Ogni giorno dobbiamo guadagnarci la fiducia della gente». Viene così in primo piano il valore della corresponsabilità che deve esercitarsi anche e soprattutto attraverso i consigli pastorali e quelli per gli affari economici. «Non consigli di am­ministrazione – ha precisato Bagnasco – ma luoghi ecclesiali e di comunione».

Siamo fermamente convinti che la trasparenza e la corresponsabilità non devono essere richieste dai fedeli alla parrocchia ma praticate spontaneamente dalla stessa, nelle forme che ogni comunità avrà modo di elaborare con attenzione e intelligenza.

Nelle nostre parrocchie cittadine, caratterizzate da una molteplicità di iniziative, lo stile indicato dal cardinal Bagnasco diventa ancora più necessario, per non ingenerare innanzitutto nei fedeli praticanti, ma poi anche negli altri concittadini, la convinzione di una presunta autosufficienza o di una intraprendenza esclusivamente commerciale. La pluralità delle attività - che in alcuni casi presentano innegabili particolarità - non può essere una scusante per non essere trasparenti: la tecnica contabile offre i metodi e i modi per esaminare e superare i problemi, anche quelli più complessi.

Non potremmo chiedere agli altri – amministrazioni pubbliche, enti, società, associazioni - di essere trasparenti, quando per primo non lo fossimo noi come parrocchia.

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In città – Notizia di rilievo della settimana è la scelta fatta dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) di insediarsi nella nostra città. Il Punto FAI - per la zona della Martesana - sarà inaugurato sabato 19 marzo (ore 15.30) presso la Biblioteca Civica Lino Penati, dove avrà temporaneamente sede, in attesa di individuare quella definitiva, per la quale FAI e amministrazione comunale stanno lavorando.

C’è da augurarsi che questa presenza possa aiutare a trovare al più presto una soluzione per il futuro utilizzo di Villa Alari, il più importante monumento cittadino: al momento non possiamo che constatarne – basta passare per via Cavour e fermarsi a guardarla dal cortile d’onore per rendersene conto - il preoccupante e progressivo degrado.

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Nella Comunità pastorale – Ultimo appuntamento all’Oasi di Santa Maria - lunedì 21 febbraio alle ore 21,00 – per Tue so’ le laude - L’arte al servizio della Buona Notizia. Un ciclo di 4 incontri sul binomio arte e fede, con spunti di riflessione spirituale a partire da alcune forme letterarie. Si è iniziato con la letteratura attraverso il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi. Le opere di Giotto sono state di guida nella serata dedicata alla pittura. Quindi si è passati alla musica, con l’opera di Mozart e si termina con l’architettura: la creazione dello spazio sacro, architettura e fede, con relatori Mariausilia Zoccarato e don Renato Corbetta. Il nostro sito, cliccando sull’icona dell’Oasi, pubblica le registrazioni audio e i testi degli incontri. Potete scaricarli e riascoltare gli interventi delle quattro serate.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 21 febbraio 2011

 

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