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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 8/2010

A Ronco, nuove case al posto dei capannoni

 

Un’anticipazione del possibile livello del confronto sul prossimo PGT l’abbiamo avuta nella seduta del consiglio comunale degli scorsi 17 e 18 febbraio, in cui è stata adottata la variante al Piano di lottizzazione 64 (PL 64) e la modifica alla convenzione per l’attuazione del “P.I.I. Abitare Ronco”, riguardanti entrambi la frazione del nostro Comune, è stata derogata una norma del vigente PRG per autorizzare dei lavori di adeguamento e ampliamento dell’IPSIA di via Volta ed è stato approvato il regolamento per la formazione di una nuova graduatoria per l’acquisto di alloggi in edilizia convenzionata.

 

Per  comprendere i termini della trasformazione attuata con l’adozione del PL 64 occorre premettere – come si può leggere dal documento pubblicato sul sito del nostro Comune – che nell’aprile 2008 è stata stipulata tra il Comune e l'Operatore privato "Pietro Cucchi spa" di Bussero la convenzione per l'attuazione di questo piano di lottizzazione di iniziativa privata, previsto dal vigente PRG, che riguarda un'area avente destinazione  a  zona d'espansione industriale-commerciale (a confine tra Cernusco e Bussero), per la quale è previsto di poter realizzare su una superficie territoriale d'intervento pari a mq. 57.376 una slp (superficie lorda di pavimento) massima di mq. 27.263; lo standard ceduto nel comparto, in sede di stipula, è stato pari a mq. 10.453. Inoltre, a seguito degli impegni assunti in convenzione, l'operatore si è impegnato, tra l’altro, a realizzare il "Centro diurno per persone con disabilità" (CDD, già inaugurato lo scorso anno) finanziato in parte con un contributo straordinario aggiuntivo a carico dell'operatore e per la restante parte a ulteriore scomputo degli oneri di urbanizzazione generati dal PL.

Successivamente alla stipula della convenzione sopraccitata l'operatore - in considerazione del fatto che non è stato attuato nessun intervento edificatorio sul lotto in questione; che le condizioni economiche originarie che hanno determinato la presentazione del piano produttivo sono sensibilmente cambiate in parte per la congiuntura economica generale ma anche per quella relativa al particolare suo settore produttivo, che lo ha portato nel breve a rivedere drasticamente i propri piani di espansione aziendale con la conseguente necessità di ridimensionare anche gli spazi per l'attività produttiva - ha presentato un'istanza all'amministrazione con cui ha chiesto di rivedere la previsione pianificatoria iniziale. La nuova proposta, oggetto della variante che è stata approvata, prevede: la rimozione della previsione urbanistica edificatoria sul PL64, fatto salvo il mantenimento di un'area di limitate dimensioni - circa 2.676 mq di superficie fondiaria per il completamento fisiologico dell'esistente edifico produttivo (max 2.663 di slp) adiacente il comparto di PL e di proprietà dello stesso operatore; la cessione gratuita (oltre a confermare quelle già cedute per effetto del PL convenzionato), da parte dell'operatore al Comune, dell'area destinata a superficie fondiaria nel PL nonché quella destinata dal PRG a fascia di riforestazione agricola, il tutto per un totale di mq. 51.700 circa; la cessione in permuta all'operatore, a fronte delle aree sopra individuate, di un'area (sempre in Ronco) di proprietà comunale, con adeguata capacità edificatoria e a destinazione residenziale per complessivi mq. 11.684 di superficie territoriale (per una volumetria massima di 12.000 mc); la comparazione economica per effetto del nuovo e necessario atto convenzionale in cui vengano tenuti in considerazione anche gli oneri finanziari e di urbanizzazione già anticipati per effetto delle originarie previsioni urbanistiche

Il Comune con la variante proposta intende: operare una riqualificazione urbana ed ambientale del territorio a completamento del margine urbano esistente nella parte sud-est frazione di Ronco; migliorare la qualità urbana mediante riconversione di parti della città che non risultano più adeguate rispetto allo sviluppo urbano emergente (residenziale); il potenziamento della dotazione di aree di interesse pubblico. La variante permetterebbe di mantenere e completare la fascia a verde verso il confine est (con il comune Bussero) della città, salvaguardandola da ulteriori trasformazioni, evitando la saldatura dei margini-confini comunali con la creazione di un corridoio ambientale vegetato che segue la direttrice nord-sud.

 

Il Sindaco nell’introdurre il dibattito ha dichiarato che “la variante al PL64 si inserisce nel PGT in via di presentazione e consente di risparmiare del suolo e di costruire di meno.”  Il capogruppo del PD, Marco Erba, ha sostenuto che detta variante “è coerente con la linea urbanistica dell’attuale maggioranza, intesa a preservare il territorio. I dati sono evidenti: risparmiamo 53.000 mq di verde e occupiamo 12.000 mq per edilizia residenziale, evitando un insediamento produttivo che sarebbe di maggior impatto rispetto ad uno residenziale.” Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di Vivere Cernusco, Fabio Colombo, per il quale, inoltre, con la variante si “evita la saldatura con Bussero, non avremo capannoni alti sino a 15 metri, probabilmente si aiuta a salvaguardare i posti di lavoro dell’attuale operatore”, la cui azienda non sembra navigare in acque tranquille, e “avremo aree verdi da mettere a disposizione dell’attività agricola.”

Nell’ambito della maggioranza, una voce di aperto dissenso, espressasi poi con il voto contrario alla variante, è stata quella di Claudio Gargantini (PD). Che ha posto una serie di domande in merito alla convenienza di perdere la possibilità di realizzare un nuovo insediamento produttivo, di costruire nuove case dove si è già edificato tanto e dove mancano servizi; si è chiesto, insomma, se “il gioco vale la candela”.  

Gli ha risposto il consigliere del suo stesso partito che abita a Ronco, Simone Dossi, che tra l’altro ha annunciato le sue dimissioni per impegni personali (un dottorato di ricerca in Cina). “È una scelta – ha detto Dossi - che non faccio a cuor leggero. Ronco è cresciuta tanto senza essere accompagnata da adeguati servizi. Io credo che il gioco valga la candela perché gli interventi edilizi proposti con la variante saranno ridotti rispetto a quelli previsti dal PRG; perché si salvaguarda un’area collocata in una posizione significativa; perché inserire un’area produttiva a ridosso di Ronco, avrebbe creato problemi rilevanti e preoccupava gli abitanti della frazione. Una trasformazione da produttivo a residenziale in generale non è il massimo, ma la posizione dell’area in questione, oltre agli altri elementi già detti, fa si che questa scelta sia razionale.”

 

Dai banchi dell’opposizione i giudizi sono stati tutti negativi. Angelo Rocchi (Lega nord), astenutosi nel voto finale, ha sostenuto che “il buon senso avrebbe voluto che un’operazione del genere fosse inserita nel PGT e discussa solo dopo aver valutato il Piano dei Servizi.”

Daniele Cassamagnaghi (Il Naviglio) ha fatto un articolato intervento. Ha rilevato, innanzitutto, un’incongruenza tra quanto riportato in delibera (variante proposta dall’operatore) e quanto affermato da uno dei progettisti del PGT (suggerimento all’amministrazione comunale di non far attuare il PL 64 come già convenzionato). “Un’operazione - ha dichiarato l’ex sindaco - che non è proprio così trasparente”, aggiungendo, quindi, che nel 2007 lo stesso operatore gli aveva detto che aveva “bisogno assoluto di allargare la fabbrica”. Inoltre, ha affermato che la variante “è scricchiolante anche dal punto di vista amministrativo” e ha contestato i valori dati alle aree in permuta e le perequazioni fatte.

Gianluigi Frigerio (PDL) ha parlato di “un’operazione alquanto discutibile. La giunta dimostra così di predicare bene e di razzolare male. È la terza variante al PGT che porta in consiglio e sta consumando il territorio; non sta salvaguardando Ronco e i servizi di cui ha bisogno la frazione non si vedono. I paladini del verde che fine hanno fatto?”

Per Giorgio Monti (capogruppo del PDL) “l’amministrazione comunale continua a cedere aree AS per acquisirne altre la cui utilità è tutta da verificare. Cos’è tutta questa fretta? Una scelta antieconomica per la città. Cernusco si preoccupa sempre di mantenere il verde ai confini del proprio territorio mentre gli altri Comuni ci costruiscono ai limiti. Con l’approvazione della variante ci priviamo di qualcosa che può essere utile per la città: la possibilità di sviluppo industriale con la creazione di nuovi posti  di lavoro.”

 

Il Sindaco, a conclusione del dibattito, ha innanzitutto domandato se si “considera oppure no strategica la tutela di alcune aree che ancora oggi ci separano da altri Comuni? E la tutela del territorio e la minimizzazione del consumo del suolo?” Poi ha proseguito affermando che “l’amministrazione comunale si assume la responsabilità di definire la programmazione del territorio e di fare alcune scelte, anche difficili e coraggiose. Le scelte che facciamo in materia urbanistica non sono guidate dal vantaggio economico.” A chi ha sostenuto che con il cambio di destinazione urbanistica si perde la possibilità di creare nuovi posti di lavoro, il Primo cittadino ha risposto che “oggi i posti di lavoro da salvaguardare sono innanzitutto quelli dell’operatore privato proprietario delle aree incluse nel PL 64.”

Infine, Comincini si è chiesto “cos’è l’interesse pubblico? Per la mia amministrazione comunale è minimizzare il danno che si potrebbe creare su quella fetta di territorio di Ronco. Questo intervento si rende oggi necessario perché nel PRG fu fatta una scelta urbanistica incomprensibile, perché il contesto abitativo di Ronco non ha nulla a che vedere con l’ambito produttivo.”

 

L’adozione della variante al PL 64 si presta ad alcune considerazioni. Innanzitutto, come è stato fatto osservare dalla minoranza, non si capisce la fretta di assumere questa decisione, sarebbe stato meglio aspettare l’approvazione del PGT. Perché se è vero che c’è già un convenzionamento in atto, è altrettanto evidente che il mercato immobiliare industriale è in forte crisi - a Cernusco, come detto dallo stesso Sindaco, in zona industriale ci sono molti capannoni medi e piccoli vuoti e il PL 8 recentemente approvato non è ancora partito - e allora chi avrebbe convenienza a costruire subito in una zona priva di adeguati servizi e infrastrutture e soprattutto facendo sfumare la prospettiva di un cambio di destinazione urbanistica senz’altro più interessante?

Se l’approvazione della variante fosse un modo per aiutare un imprenditore in difficoltà, consentendogli di salvaguardare i posti di lavoro, non ci scandalizzerebbe, a patto che non contrasti innanzitutto con il preminente interesse pubblico, che lo si dica chiaramente e che sia una linea di indirizzo generale, e non una variabile dipendente dall’operatore che si ha di fronte.

Oggi dobbiamo prendere atto che le grandi trasformazioni del nostro tempo ci piovono addosso invadendo tutti gli ambiti della nostra vita, personale e sociale, e creando tensioni. La complessità delle situazioni che dobbiamo affrontare  richiede risposte non solo tecniche, ma soprattutto etiche e culturali.  Non c’è bisogno di rigidità, ma di capacità di analisi e di valutazione, senza sterili ideologismi e inutili arroccamenti a difesa di posizioni precedenti non più adeguate ai mutati contesti.

Noi siamo convinti che sia indispensabile ripensare il concetto di “qualità della vita”, di autentico sviluppo economico, di “modi di abitare”. Siamo convinti che occorra monitorare e qualificare l’utilizzo del territorio, bene in sé non rinnovabile, e impegnarsi a sostenere la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, più che allargare le aree di territorio edificabile, a recuperare e rilanciare le aree dismesse e degradate.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 22 febbraio 2010

 

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