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HOME > La Nota della Settimana > N° 7/2013

IL PAPA: “IL POTERE DELLA CROCE, DELL’UMILTÀ, DELL’AMORE SALVA IL MONDO”

 

La rinuncia del Papa è la notizia che continua ad essere al centro dei commenti sui grandi mezzi di comunicazioni sociale come pure su quelli locali. Se ne parla ovunque: in piazza, nei luoghi di lavoro, in famiglia e in parrocchia. Nelle messe domenicali di ieri i nostri preti vi hanno fatto riferimento, dopo aver letto la lettera scritta appositamente per l’occasione dal nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola. Di “un gesto di umiltà – ha parlato don Andrea, vicario parrocchiale per la pastorale giovanile -  e di coraggio, ma soprattutto un gesto che fa capire come la Chiesa, che è sempre una realtà da riformare, cerchi di riformarsi e cerchi di rinnovarsi. È un gesto che umanamente penso sia esemplare, ma è anche un gesto che nella Chiesa chiede davvero tanta conversione personale. In questa Quaresima, che oggi iniziamo, è importante che seguiamo l’esempio che abbiamo ricevuto. Seguiamo l’esempio di chi con umiltà esamina la propria coscienza davanti a Dio, esattamente come dovremmo fare anche noi, l’esempio di chi rimette la propria libertà sotto la protezione e nelle mani di Dio.”

Anche il nostro prevosto ha commentato la notizia con un’ampia riflessione pubblicata su questo sito, che invitiamo a leggere. “È un gesto – ha osservato don Ettore Colombo -  che, data la sua novità ed eccezionalità, lascia molti stupiti e invita tutti a pensare. Invita, soprattutto, a giocarsi seriamente dinanzi a Dio, così come papa Benedetto ci ha insegnato a fare in ogni momento del suo pontificato, fin dal primo giorno.” Cosa significa questo se non convertirsi giorno dopo giorno? L’invito alla conversione è venuto, alcuni giorni dopo l’annuncio della sua rinuncia, dallo stesso Benedetto XVI.

Convertirsi: seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita - “Non è il potere mondano che salva il mondo, ma il potere della croce, dell’umiltà, dell’amore”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dello scorso 13 febbraio, dopo aver spiegato ai fedeli, nell’udienza generale del mercoledì, la sua decisione di rinunciare al ministero di successore di Pietro, si è poi soffermato sulle tentazioni di Gesù e sul significato di “convertirsi”, all’inizio della Quaresima. A proposito del “convertirsi”, il Papa ha spiegato come esso significhi “seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita”, cioè “lasciare che Dio ci trasformi, smettere di pensare che siamo noi gli unici costruttori della nostra esistenza, riconoscere che siamo creature, che dipendiamo da Dio, dal suo amore, e soltanto perdendo la nostra vita in Lui possiamo guadagnarla”. Questo, per il Papa, “esige di operare le nostre scelte alla luce della Parola di Dio”.

Le prove del cristiano. “Le prove a cui la società attuale sottopone il cristiano, sono tante, e toccano la vita personale e sociale”. È l’analisi del Papa, che ha attualizzato le “tentazioni” di Gesù nel deserto inserendole nel contesto odierno. Oggi, ha detto il Santo Padre, “non è facile essere fedeli al matrimonio cristiano, praticare la misericordia nella vita quotidiana, lasciare spazio alla preghiera e al silenzio interiore; non è facile opporsi pubblicamente a scelte che molti considerano ovvie, quali l’aborto in caso di gravidanza indesiderata, l’eutanasia in caso di malattie gravi, o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie”. “La tentazione di metter da parte la propria fede”, in altre parole, “è sempre presente e la conversione diventa una risposta a Dio che deve essere confermata più volte nella vita”.

La vera alternativa. “Convertirsi significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio, della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità, la fede in Dio e l’amore diventino la cosa più importante”. È la “ricetta” del Papa, che in questo Tempo di Quaresima, nell’Anno della fede, ha esortato i fedeli a rinnovare il loro “impegno nel cammino di conversione, per superare la tendenza di chiuderci in noi stessi e per fare, invece, spazio a Dio, guardando con i suoi occhi la realtà quotidiana”.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 18 febbraio 2012

 

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