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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 6°/2008

“Dimensione interiore, profondo valore civile”

 Nelle scorse settimane, in quattro diversi appuntamenti, il nostro Arcivescovo ha incontrato gli amministratori locali della diocesi e con loro ha ripreso il tema che aveva sviluppato in occasione dell’ultima festa di Sant’Ambrogio, patrono di Milano: l’uomo del cuore, uomo interiore, anima e forza della città.

Quella del nostro Cardinale è una riflessione utile per tutti, non solo a chi è impegnato nelle pubbliche istituzioni.

Il testo integrale dell’intervento dell’Arcivescovo è disponibile sul sito della diocesi (www.chiesadimilano.it / Arcivescovo / documenti / interventi), noi ci limitiamo qui a riprenderne alcuni passaggi.

Traendo spunto dalla lettura di un brano del vangelo di Luca (14, 28-35), il nostro Arcivescovo afferma che “l’amministratore locale non può essere un uomo sventato. Io me lo raffiguro proprio come l’uomo descritto dall’evangelista che prima di mettersi a costruire una torre o prima di dare battaglia riflette a fondo sul da farsi.”

E aggiunge: «Sono convinto che l’uomo interiore sia l’unico uomo davvero ricco, davvero sapiente, davvero libero. Per questo anche chi è impegnato a servizio del bene comune sul proprio territorio - con un preciso mandato amministrativo verso i propri cittadini - deve dedicarsi al “cuore”, perché è dall’io profondo, dall’intimo di ciascuno che nascono le cose migliori o quelle peggiori, i progetti buoni o quelli negativi …

I frutti del cuore dell’uomo interiore sono frutti buoni: giustizia, misericordia, comprensione, saggezza, lealtà.

Sono pure convinto che la dimensione interiore abbia un profondo valore civile e non solo un valore per la coscienza dei credenti. E ritengo importante che anche il mondo laico ritrovi interiorità per essere in grado di guardare in profondità uomini e cose.

Anzi, il ritorno all’interiorità è oggi uno dei valori civili più urgenti da riscoprire, da rimettere al centro della vita sociale del nostro Paese.»

Proseguendo nella sua riflessione, Tettamanzi sottolinea come «Il ritorno all’interiorità è la condizione irrinunciabile per una vita sociale ordinata e vissuta nella piena responsabilità. E’ solo dal coinvolgimento profondo del proprio essere e dalla conoscenza non distratta e casuale dell’altro che possono scaturire la giusta scelta e la capacità di assumersi responsabilità.

Ciò che manca oggi è spesso l’idea stessa di responsabilità personale, che significa capacità di prendere decisioni a partire dalla propria interiorità, dalla propria coscienza. Prevale sostanzialmente la convinzione che essa sia esterna a noi e connessa al ruolo o alle funzioni esercitate, a prescindere da come noi decidiamo di viverla e indipendentemente da quello che siamo.

Ebbene, non c’è responsabilità che non sia “scoperta” dentro di noi, “cercata” dentro di noi. La responsabilità di essere sindaco, assessore, consigliere non viene attribuita in virtù della carica istituzionale, bensì deve essere assunta e vissuta dopo “essersi seduti” a riflettere, a cercare dentro le profondità del cuore che cosa significhi farsi carico della città, prendersi cura dei cittadini; che cosa significhi, in una parola, amare quel mondo particolare, quella comunità civile che la scelta degli elettori ha affidato a ciascuno di voi.

L’interiorità è pertanto necessaria, non solo importante, e così pure l’abitudine alla riflessione, alla meditazione, al silenzio. Lì si radicano le più profonde motivazioni. Lì si ritrova la forza per l’assunzione vera dell’autentica responsabilità verso l’altro e, nel vostro caso, verso coloro che costituiscono l’intera comunità civile.»

L’Arcivescovo poi richiama «Una delle tentazioni più forti di chi ha un potere, in particolare quello politico», la tentazione di «possedere gli altri, di controllarli, di usarli, ossia di servirsene a proprio vantaggio, finendo in un modo o nell’altro di tradire la loro fiducia.

Eppure chi governa un Paese o chi amministra una città, piccola o grande che sia, dovrebbe anzitutto prendersi a cuore la libertà dell’altro, operare perché l’altro sia davvero libero e responsabile nella vita, nelle scelte, nelle azioni, negli interessi. Questo è il cuore delle moderne democrazie.

Invece, il promettere con troppa facilità e l’assecondare ciecamente e irresponsabilmente i desideri dell’altro in politica è spesso connesso all’idea di rinsaldare il proprio personale potere. L’altro ritiene di aver ottenuto ciò che vuole, di aver vinto la sua individualistica battaglia: non sa di ricevere una pesante sconfitta da parte di chi, avendone la responsabilità, non sceglie per il bene di tutti. Anzi, il politico che non sceglie mantiene nelle sue mani un’arma potente, quella di non estinguere il bisogno vero dell’altro e, per ciò stesso, di legarlo ancora di più a sé, perché lo mantiene nella necessità e ogni necessità “ha bisogno” e tende la mano.

Ma non possedere se stessi e, insieme, trattare gli altri come proprietà non è forse tutto il contrario della saggezza e della libertà dell’uomo interiore?

Quante volte poi le mille incombenze quotidiane, i mille impegni, ci traggono fuori di noi! Quante volte come fuscelli al vento lasciamo che l’attività ci trasporti qua e là senza poter neppure pensare a ciò che facciamo!”

Il Cardinale - dopo aver osservato che noi viviamo in un tempo povero di domande vere e aver invitato alla ricerca di un sapiente equilibrio interiore”- ha quindi provato ad immaginare la fisionomia interiore di un amministratore locale, delineandola in una quindici di punti.

Ci auguriamo che dalla riflessione proposta dal nostro Arcivescovo, amministratori locali e semplici cittadini, abbiamo a trarre, ciascuno per le competenze che gli sono proprie, indicazioni utili per un rinnovato impegno a costruire una comunità civile ricca di autentiche relazioni umane.

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 9 febbraio 2008

N.B. - Sulle indicazioni offerte dall’Arcivescovo, Telenova ha intervistato il nostro Sindaco, Eugenio Comincini, che ha anche parlato della “grande fatica di svolgere oggi il compito di amministratore locale”. L’intervista è disponibile, on line, su www.chiesadimilano.it / La Chiesa nella città / Amministrare con la concretezza e il “cuore”.

 

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