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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 51°/2008

Riapre la prepositurale: il cuore è colmo di gratitudine

Dopo sei mesi di chiusura, per i noti lavori di ristrutturazione, la nostra prepositurale sta per riaprire. Già da martedì 16 dicembre accoglierà i ragazzi e le loro famiglie, alla sera, per la Novena di Natale, ma sarà da sabato 20, con la messa vigiliare, che tutte le celebrazioni riprenderanno con il consueto orario nella chiesa di piazza Conciliazione.

La chiusura è stata inevitabile, per dar modo di compiere i necessari lavori di riqualificazione e ammodernamento, rendendo definitivo ciò che nel tempo era stato pensato come provvisorio, ma che di fatto poi si è protratto per oltre quarant’anni. 

La mancanza della nostra “chiesa grande”, inutile nascondercelo, l’abbiamo avvertita. Se con l’approssimarsi dell’estate la scelta di trasferire tutte le celebrazioni al Santuario di Santa Maria è stata anche l’occasione per riscoprire questo antico luogo di culto e farci gustare la sua particolarità – luogo raccolto e in posizione suggestiva – con la ripresa autunnale i suoi limitati spazi hanno creato qualche disagio.

 

Ora però siamo pronti a varcare di nuovo la porta della nostra prepositurale. Negli scorsi mesi abbiamo preferito non fare alcun sopralluogo, quando è stato consentito ai fedeli che volevano rendersi conto del procedere dei lavori, perché desideriamo vedere e gustare in un sol momento l’opera compiuta.

In questi giorni, che ancora mancano all’attesa riapertura, ci facciamo accompagnare da alcuni autorevoli scritti, capaci di suscitare ricordi, emozioni, riflessioni, impegni e preghiere.

 

“Il sospiro di tanti cuori - così scriveva, in occasione della consacrazione della prepositurale, avvenuta il 17 luglio 1932, l’allora prevosto, don Claudio Guidali - 1'aspettativa di tanti anni s'è realizzata. Maestosamente adagiato nel verde, (il tempio) innalza la cupola nell'azzurro del cielo; la sua artistica armonica linea sorride alla folla che guarda ammirata e commossa l'opera voluta dalla fede, compiuta dall’amore, dall’ardire, dal sacri­ficio: le sue svelte volte aspettano l'Eminentissimo Presule (il cardinale Ildefonso Schuster) della diocesi che le benedica.

Raccogliamoci tutti, sacerdoti, autorità, personalità, enti, popolo in leti­zia, a rito solenne: s'abbigli la borgata, ogni finestra sia un fiore, ogni balcone una ghirlanda, ogni strada una galleria di festoni. Tutti i fiori più belli dei nostri giardini, e quelli sbocciati sulle prode dei campi siano colti per im­provvisare in ogni angolo un lembo di paradiso. S'accendino a sera mille e mille  luci, mentre mille stelle brilleranno in cielo: le campane battano il loro cuore d'oro; e dal campanile, dagli strumenti musicali, dalla folla erompa l'inno trionfale che salga a riempire la volta celeste, e si perda dove non può giungere voce di creatura, fino al cuore della Celeste patrona, l'Assunta, fino al trono di Dio Ottimo Massimo. E' cosa degna e salutare!”

 

Il progettista, l’architetto Ugo Zanchetta - dopo aver scritto della “grandiosità dell’opera compiuta, che si annovera tra le maggiori della diocesi” aggiungeva che per la costruzione della nostra chiesa non è stata “la ricerca della forma artistica … la più grave fatica” quanto il “continuo travaglio” richiesto  dalla “realizzazione di quanto si è progettato, soprattutto quando non si seguano pedissequamente i comodi formulari, ma si ricerchi sempre la soluzione migliore, onde raggiungere lo scopo col minimo prezzo.”

E poi ricordava le cifre più significative della chiesa da lui progettata e realizzata: “la lunghezza massima è di settanta metri, la larghezza alla crociera quarantatre metri, l’altezza della fronte principale ventitre metri e quella della cupola quaranta, la superficie coperta supera i duemila metri quadrati.”

 

Cinquant’anni dopo, il 19 dicembre 1982, a concludere le celebrazioni per il mezzo secolo di vita della nostra prepositurale venne l’arcivescovo Carlo Maria Martini. Coincidenza vuole che anche per domenica prossima, come allora, il calendario liturgico riporta la Divina Maternità di Maria.

Ai Cernuschesi che gremivano la prepositurale, Martini ricordò che «Il progetto di Dio su Maria si è compiuto nel Natale, nel dar corpo al verbo di Dio, nel mettere nel tempo e nella storia la presenza visibile di Dio onnipotente e invisibile. Voi celebrate questa sera qualcosa di simile: cioè il cinquantesimo della co­struzione di questa chiesa, di questa, oserei quasi dire, basilica, tanto è grandiosa e accogliente.

Cinquantesimo segnato da lunghi precedenti decenni di fede e di pazienza. E’ stato certamente questa della costruzione non una presun­zione umana, ma una faticosa accoglienza, un faticoso adempimento di un desiderio del Signore, tanto fati­coso che costituisce una storia affascinante…

Noi celebrando questo cinquantesimo celebriamo non soltanto cinquant’anni della vita di questa chiesa, ma un travaglio di quasi un secolo di fede, di speranze, di propositi, di generosità che hanno prodotto finalmente il corpo visibile di questo edificio, testimone della gloria di Dio, e nel contempo hanno suscitato il corpo visibile di questa co­munità che siete voi; e siete anche voi incarnazione del Dio vivente, presenza di Dio nella storia.

Noi celebriamo questa sera con grande gratitudine per tutti gli artefici di questa chiesa, per tutti gli artefici di questa comunità, ma soprattutto con grande gratitudine verso lo Spirito Santo, suscitatore di queste energie e verso Maria mediatrice di tutte queste grazie.

Celebrate con gratitudine a Dio e anche con uno sguardo al futuro e questo futuro quale sarà?
Che cosa ci riserva l’avvenire di questa chiesa, di questa comunità?

Noi non possiamo certo squarciare il cielo del futuro, ma possiamo pe­rò riunirci in preghiera perchè que­sto futuro sia in ogni caso il progetto che Dio ci costruisce nel nostro cuore, che non sia ciò che noi pretendiamo di fare, magari maldestramente, ma che sia l'esecuzione di quel progetto meraviglioso che Dio ha sulla vita di ciascuno di noi.»

Raccogliendo oggi, come allora, l’invito del nostro arcivescovo emerito, apprestiamoci a vivere la prossima domenica con il cuore colmo di gratitudine: perché riaprirà la nostra bella e grande chiesa e perché sarà la giornata di ringraziamento e di saluto a don Luigi Caldera, prevosto della nostra città dal febbraio 1994 allo scorso agosto, che ha programmato e dato l’avvio ai lavori ora terminati.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 15 dicembre 2008

 

 

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