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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 50°/2008

Il consiglio comunale condanna
le violenze anticristiane in India

 

Nella seduta del consiglio comunale dello scorso 3 dicembre è stata discussa ed approvata la mozione -  presentata dal consigliere Mario Oriani (Forza Italia) parecchie settimane fa – che chiedeva di condannare le violenze anticristiane in India.

 

Innanzitutto cerchiamo di capire cosa sta succedendo in India. L'ondata di attacchi contro i cristiani e i loro luoghi di culto è cominciata in Orissa dopo l'uccisione ad opera di un commando maoista di Swami Laxmanananda Saraswati, leader radicale indù, lo scorso 23 agosto. Le organizzazioni fondamentaliste indù, mistificando la realtà dei fatti, hanno accusato i cristiani di essere gli autori dell'assassinio e per questo hanno lanciato un pogrom uccidendo e ferendo fedeli, distruggendo e incendiando chiese, scuole, centro sociali, case. In realtà secondo la comunità cristiana le violenze nascondono altre motivazioni, tra cui l'impegno della Chiesa a favore dei dalit, i fuori casta, oltre a ragioni più prettamente politiche. Dall'Orissa, le violenze si sono poi allargate ad altri Stati indiani.

Le violenze nel solo Stato dell'Orissa hanno fatto quarantacinque morti, cinque scomparsi e diciottomila feriti. Sono state distrutte cinquantasei chiese, undici scuole, quattro sedi di organizzazioni non governative. Sono stati attaccati trecento villaggi; incendiate o distrutte oltre quattromila case, che hanno spinto alla fuga più di cinquantamila persone. Di queste, circa quarantamila persone sono tuttora nascoste nella foresta, mentre nel solo Stato dell'Orissa ventimila cristiani sono ospitati nei campi di rifugio approntati dal governo, dove però viene denunciata la mancanza di aiuti adeguati. Le autorità centrali indiane hanno promesso di fare chiarezza su quanto accaduto. Spesso le autorità dei singoli Stati hanno mostrato di non collaborare a pieno per l'individuazione delle responsabilità.

 

La mozione di Oriani, prendendo spunto dai tragici fatti a cui abbiamo accennato, invitava il “Comune a chiedere l’impegno al primo ministro e al governo federale indiano ad agire in difesa del carattere laico dello Stato e a difesa di tutte le minoranze; a condannare risolutamente tutti gli atti di violenza contro le comunità cristiane ovunque esse si verificano ed esortare i governi interessati a tradurre in giudizio gli autori di tali reati e a migliorare la sicurezza dei cristiani”, ricordando che “le autorità pubbliche hanno il dovere di tutelare tutte le comunità religiose incluse quella cristiana.” Raccogliendo l’invito di Benedetto XVI, la mozione auspicava, infine, che “non rimanga inascoltato il suo appello perché tutti i responsabili civili e religiosi, consapevoli del loro ruolo di guida e riferimento delle popolazioni, compiano gesti significativi di amicizia sia verso i cristiani che i fedeli di altri religioni e si facciano garanti dei loro legittimi diritti.”

Il consigliere azzurro, nell’illustrare la mozione, ha poi aggiunto che “i casi di violenza contro i cristiani e le minoranze si stanno diffondendo in maniera esponenziale in tutto il mondo. Credo che ci sia una situazione difficile, che mi sembra non sia presa in considerazione con la dovuta attenzione. Sono atti compiuti contro persone che portano solo del bene, senza chiedere nulla in cambio.” Ha quindi osservato che anche i mezzi di comunicazione sociale – ad eccezione dell’Osservatore Romano e di Avvenire – non informano adeguatamente su tutto ciò.

Nel dibattito sono intervenuti molti consiglieri, dando così vita ad un confronto ampio ed  interessante, che ha fatto emergere sottolineature e sensibilità diverse, tuttavia sostanzialmente concordi sul testo della mozione.

Angelo Levati (Partito Democratico) ha detto che “se i cristiani indiani hanno saputo andare contro qualche interesse per combattere la miseria del loro Paese, a loro va non solo la nostra solidarietà ma anche l’onore, perché hanno fatto il loro dovere di Chiesa. Sono stati segno di contraddizione contro quei poteri.”

Fabio Colombo (Vivere Cernusco), premesso che la sua lista civica ha lasciato libertà di voto, ha annunciato il sì alla mozione perché “i fatti sono circostanziati e contro di essi non si può non esprimere una condanna.”

Per Ermes Severgnini (Rifondazione comunista) “ancora una volta sviluppo economico, giustizia ed eguaglianza si dimostrano le armi giuste per combattere la violenza e la povertà”. Poi ha osservato che la mozione non si soffermava sulle cause sociali ed economiche alla base, a suo giudizio, delle violenze in India, ma ha riconosciuto che quanto proposto da Oriani  “ha avuto comunque il merito di portare all’attenzione del consiglio il problema” e per questo ha dichiarato il suo voto favorevole.

Marco Erba (Partito Democratico) ha sostenuto che “la mozione non avrà effetti immediati e concreti, ma è un gesto importante anche per il nostro Comune. Personalmente credo che il messaggio portato dalla Chiesa sia di sostegno agli umili, agli oppressi e siano proprio loro al cuore del vangelo. Tutti noi conosciamo dei missionari e sappiamo che spesso sostituiscono uno Stato assente e danno pane e assistenza sanitaria.”

Donato Scotti (Vivere Cernusco), dopo aver approfondito l’aspetto sociale  e culturale che sta vivendo l’India, ha affermato che “la radice dell’odierna violenza ha motivi ancestrali, politici e di paura di cambiamenti sociali. Non è assolutamente un problema religioso”, per questi motivi ha annunciato la sua astensione.

Ciro Angrisano (lista Cassamagnaghi), “condividendo pienamente la mozione”, ha invitato ad “avere maggiore attenzione alle persone che operano in condizioni di grande disagio e che portano aiuto a coloro che non possono professare liberamente la loro fede.”

Per Daniele Fedeli (Vivere Cernusco) “un’analisi sociale più approfondita della situazione indiana avrebbe conferito anche maggior riconoscimento alle tante realtà missionarie che nel mondo si spendono per le minoranze, non solo religiose, ma anche etniche e sociali.”

Il Sindaco ha manifestato, innanzitutto, la sua preoccupazione perchè “stiamo vivendo un periodo nel quale ci sono verso i cristiani nel mondo atteggiamenti di grande diffidenza e in alcuni casi di profonda violenza. Qualcuno prima nel dibattito (il riferimento era al consigliere Claudio Gargantini del Partito Democratico) ha detto che quando si pongono dei valori incondizionati rischia di diventare difficile il dialogo. Io credo proprio che quando ci siano valori incondizionati condivisibili da tutti, come nel caso della mozione, le violenze denunciate debbano essere condannate. Perché, anche nel caso in cui ci siano ragioni economiche e sociali pur importanti dietro la violenza che si scatena contro i cristiani, i  valori incondizionati di rispetto della persona umana e di libertà nell’esprimere anche la propria fede, debbano farci dire che questa mozione merita il sostegno del sottoscritto e dell’aula.”

La mozione è stata approvata con 17 voti favorevoli e un astenuto. Erano assenti tre consiglieri.

 

Noi crediamo che, come fratelli di fede e fratelli nella stessa umanità, abbiamo il dovere di accompagnare con la solidarietà la testimonianza dei cristiani indiani perseguitati e di dare a questa solidarietà la concretezza richiesta dalle circostanze.

Lasciare che i cristiani in India siano colpiti, scacciati dalle loro case, privati dello loro strutture comunitarie, intimiditi perché scappino e si nascondano, potrebbe apparire come un incoraggiare altri fondamentalismi, preparare il terreno per nuove persecuzioni, far sentire i persecutori più sicuri un po’ dovunque.

Talvolta, non è che l’asserita attenzione ai diritti di tutti gli uomini è in realtà un’attenzione rivolta a noi stessi, ai nostri interessi immediati, non agli altri, alle loro esigenze e ai loro diritti?

Accogliamo anche noi e meditiamo l’appello lanciato dalle Missionarie della Carità. “Cari fratelli e sorelle in Orissa e in tutta l’India - ha detto suor Nirmala Joshi, l’erede di Madre Teresa di Calcutta - non dimentichiamo la nostra vera identità in quanto amati figli di Dio nostro Padre. Siamo tutti fratelli, sorelle indipendentemente da religione, razza, cultura o lingua, indipendentemente se ricchi o poveri. Nulla deve dividerci. Soprattutto, non facciamo che la religione possa dividerci. L’essenza di ogni religione è l’amore di Dio e amore l’uno per l’altro. La violenza in nome della religione è un abuso della religione stessa … Deponiamo l’arma dell’odio e della violenza e indossiamo l’armatura dell’amore. Perdoniamoci l’un l’altro e chiediamo il perdono dell’altro per le cose ingiuste che abbiamo fatto e abbandoniamoci all’amore per il nostro simile...”

 

Altro argomento importante della seduta l’esame ed approvazione (all’unanimità) del Piano cimiteriale che ha lo scopo di garantire nel tempo la ricettività e l’uso razionale degli spazi del nostro camposanto. Inoltre, il Sindaco ha comunicato di aver conferito al consigliere Ermes Severgnini (Rifondazione comunista) la delega per realizzare un progetto finalizzato all’avvio, dal prossimo anno, del bilancio partecipato.
Il consigliere Giorgio Monti ha, invece, informato che il suo gruppo ha assunto la nuova denominazione di “Forza Italia verso il Popolo della libertà” e ha rivolto un’interrogazione al Sindaco sullo stato di manutenzione delle strade cittadine. In particolare, ha segnalato la pericolosità di via Monza (dopo l’inversione del senso di marcia) e il degrado di via Uboldo. L’assessore Rosci ha assicurato che entro metà dicembre via Monza ritornerà ad essere percorribile in uscita dalla città e che i lavori per la sua riqualificazione dovrebbero partire all’inizio della prossima primavera,  insieme a quelli di via Milano e Pietro da Cernusco. Mentre ha riconosciuto che via Uboldo è “un problema molto serio” oggetto di un esame approfondito in corso.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 8 dicembre 2008

 

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