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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 4/2011

TETTAMANZI: «APPREZZARE, STIMARE E VALORIZZARE
I CRISTIANI CHE SI IMPEGNANO IN POLITICA»

 

«Il vostro servizio al locale, se ben vissuto, permette alla gente di comprendere e rivalutare l’importanza dell’azione politica e la serietà di chi la svolge. Sentiamo oggi più vivo il bisogno di una maggiore autorevolezza delle istituzioni e di un’accresciuta fiducia negli uomini e nelle donne che le governano.» Lo sta ripetendo in queste settimane il nostro Arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, negli incontri con gli amministratori locali in varie città della diocesi ambrosiana.

Non ha dubbi il cardinale: «Devono essere più apprezzati, stimati e valorizzati dentro le nostre parrocchie i cristiani che si impegnano in politica e nelle amministrazioni locali». Di qui l’appello ai sacerdoti, ai consacrati, ai membri dei consigli pastorali, a tutti gli operatori della pastorale e ai singoli fedeli: «Cessino finalmente il pregiudizio e il sospetto con il quale, spesso e da più parti, si guarda a chi si occupa della “cosa pubblica”! La stragrande maggioranza non lo fa per interesse o tornaconto personale». «E voi, carissimi impegnati in politica – ha aggiunto Tettamanzi rivolgendosi agli amministratori -, guadagnatevi questa stima con l’onestà del vostro servizio e con fiducia e perseveranza cercate il dialogo nelle comunità cristiane, un dialogo che inizia anzitutto con la frequenza e la condivisione della vita di fede delle vostre parrocchie».

Il seminatore e il “terreno buono” - La riflessione (testo integrale su www.chiesadimilano.it) che sta proponendo quest’anno il nostro arcivescovo si pone in continuità con il suo recente Discorso alla Città dal titolo: "Milano, una Città dal terreno buono", ispirato alla parabola del seminatore.

Tettamanzi si sofferma, innanzitutto, sulla figura del seminatore. «Ci colpisce anzitutto – ha detto l’arcivescovo - l'atteggiamento dal seminatore nel suo modo originale di comportarsi verso i quattro diversi terreni con cui ha a che fare. Ci stupisce la sua straordinaria generosità nell'affidare la semente non al solo terreno buono ma anche al terreno che si trova lungo la strada, tra le pietre e in mezzo ai rovi. Su tutti i terreni egli semina con abbondanza, anzi con eccedenza, sostenuto sempre da una grande fiducia.» Dopo aver precisato che i terreni di cui ci parla la parabola sono il "terreno umano" - cioè «quel terreno che è costituito dalle persone concrete che abitano il territorio, dalla variegata cultura che esprimono, dalle loro diverse forme di organizzazione sociale, dalle attività culturali, educative, economiche che generano» – il cardinale ha aggiunto che «il seminatore della parabola ci insegna che su tutti, indistintamente, a prescindere dalla possibilità di successo e di riuscita, è possibile contare per realizzare il bene comune. Egli è ben consapevole delle differenti reazioni dei diversi terreni, ma a tutti rinnova fiducia, affidando loro il buon seme

L’arcivescovo riconosce negli amministratori locali «le persone che per prime possono e devono occuparsi della cura del territorio» a loro affidato, aggiungendo che «nessun terreno può essere escluso a priori dalla semina; a nessun terreno, se adeguatamente preparato e coltivato, è impedito di portare i frutti della realizzazione personale e del bene comune.»

Tre atteggiamenti dell’amministratore locale - Tettamanzi, dopo aver brevemente accennato ai quattro cantieri proposti nel discorso alla città, passa a esaminare gli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare un amministratore locale. Innanzitutto deve avere «fiducia nel futuro e un ottimismo che non sono ingenui ma realistici, figli delle sofferenze che ora stiamo attraversando.» L’arcivescovo aggiunge che «ogni tempo porta con se una profezia da scoprire», che per il nostro tempo individua nella capacità di «seminare relazionalità, di rigenerare luoghi e spazi in cui condividere l'esperienza dell'abitare uno stesso territorio. Per costruire la polis non basta più sentirsi singoli cittadini di un territorio, portatori di diritti e doveri: è urgente scoprirsi e sperimentarsi con-cittadini.»

Un'altra caratteristica è la lungimiranza, cioè «la capacità di distribuire nei giusti tempi azioni e progetti». Lungimirante è l'azione degli amministratori che sostengono realmente la famiglia nelle sue esigenze concrete, che preservano il patrimonio ambientale, che progettano lo sviluppo urbanistico del territorio per garantire un vivere a “misura d’uomo”, che sanno compiere scelte in funzione anche delle esigenze della comunità del domani e non solo del tornaconto presente di immagine, di convenienza, di consenso elettorale, che sa formare e valorizzare i giovani e fare loro posto.

 

Una terza caratteristica è la perseveranza, infatti “oggi più che mai occorre particolare costanza e tenacia nel perseguire i giusti obiettivi.” A questo riguardo, il cardinale osserva che «perseverare non significa però procedere su linee prefissate e non più modificabili, come chi da sempre ha già predeterminato alcuni obiettivi che vuole perseguire a ogni costo perché radicati in convinzioni, ideologie o magari anche in interessi di parte cui non si vuole rinunciare. L'approccio ideologico è cattivo consigliere, come d'altra parte quello puramente pragmatico disposto ogni giorno a mutare gli obiettivi in vista dell'interesse del momento. L'approccio migliore, suggerito dalle stesse Sacre Scritture, è quello antropologico e storico: quello cioè che conosce, sa e vuole affrontare il faticoso orientarsi della libertà, l'incerto progredire delle decisioni, le resistenze che si oppongono a ogni scelta, anche la più ponderata e ispirata a grande equilibrio.»

 

Perseverante è anche quell'amministratore che sa sopportare le avversità, trovando «nelle difficoltà non solo lo sconforto ma anzitutto l'occasione per rigenerare il proprio servizio e renderlo più attento e autentico: un vero atto di carità.»

Il buon seme e i criteri per le scelte - Dopo aver parlato del seminatore, l’Arcivescovo ha soffermato la sua attenzione su ciò che viene seminato e sui contenuti della semina. Il seme deve essere «buono, anzitutto, perché solo il buon seme promette un buon raccolto. Così devono essere allora tutte le vostre scelte: buone, ma in tutto e non soltanto nelle intenzioni, nelle finalità o nei modi. Il bene deve ispirare e sostenere l'intero arco dell'agire: dall'intenzione alla progettazione, ai vari momenti dell'esecuzione, sino ai risultati e perfino alle conseguenze ultime, che al1'inizio del processo si potevano magari soltanto intravedere.» Il seme buono che siamo chiamati a gettare «è il bene dell'uomo stesso, della persona umana, colta nella sua struttura di base, nei suoi dinamismi profondi e nelle sue fondamentali finalità: la persona come unità psicofisica di anima e corpo; come io aperto al tu che si completa nel noi (atteggiamento tipico di un essere in relazione); come ordinata al vero, al buono e al bello. In una parola, ordinata a Dio fine ultimo e suprema beatitudine. »

L’arcivescovo afferma che «è nell'antropologia umana e cristiana (nella visione cioè dell'uomo alla luce della ragione e della fede) che ritroviamo quel "seme buono" che costituisce - per tutti e per ciascuno, al di fuori di qualsiasi discriminazione - il punto di partenza, la mappa di cammino e, finalmente, il traguardo: la realizzazione della persona secondo verità e carità», termini che rimandano immediatamente all’enciclica Caritas in veritate.

Per Tettamanzi, «il riconoscimento, e quindi la difesa e la promozione, della persona umana nei suoi diritti e doveri costituisce il criterio fondamentale e assolutamente irrinunciabile di ogni azione umana che voglia essere veramente tale: nell'ambito sia dei singoli che della comunità, sia dell'agire personale che di quello sociale ed economico, culturale e politico. La domanda decisiva per l'agire politico-amministrativo è insieme estremamente semplice ed estremamente complessa e impegnativa: questo progetto, questa scelta, questa iniziativa sono o non sono al servizio dell'uomo, della sua "umanità", della sua "piena" verità

L’arcivescovo, infine, suggerisce alcune applicazioni con riguardo alla giustizia e alla benevolenza che devono caratterizzare l’agire di un amministratore comunale.

Il commento del nostro Sindaco - Abbiamo già accennato la scorsa settimana che Eugenio Comincini ha commentato per Milano Sette, il supplemento domenicale di Avvenire, l’intervento dell’Arcivescovo. Intervento che è anche pubblicato sul portale della diocesi www.chiesadimilano.it

A nostro parere - La riflessione proposta dal cardinale ha delineato le coordinate dell’impegno degli amministratori locali, prendendo spunto da una parabola evangelica. Troviamo quindi ancora una volta conferma di quanto Tettamanzi ha più volte ripetuto, in occasione di commenti critici ai suoi interventi: a guidarlo nelle sue scelte pastorali è solo la parola di Dio, incarnata nella realtà concreta di oggi.

Agli amministratori locali, l’arcivescovo rinnova tutta la sua stima e gratitudine per i compiti non facili a loro affidati, anche perché troppo spesso sono esposti alle incomprensioni dei loro cittadini. Ma per chi ricopre cariche pubbliche il cardinale traccia pure un cammino esigente: chiede atteggiamenti ispirati da fiducia, lungimiranza e perseveranza; li invita a essere giusti e benevoli. Avendo ben presente la situazione economica e sociale del nostro Paese, Tettamanzi offre anche alcune indicazioni concrete, che ci auguriamo non siano presto dimenticate dagli amministratori locali: sostegno alle famiglie, coinvolgimento dei giovani, tutela del territorio, rispetto ed educazione alle legalità, preferenza per i più poveri e per i più deboli.

Nella riflessione del nostro cardinale c’è pure un richiamo alle comunità cristiane, per far cessare il pregiudizio e il sospetto con cui spesso guardano a chi si occupa di politica. Insomma, un invito a sapersi distinguere da una certa mentalità comune per riconoscere il servizio alla comunità – addirittura Tettamanzi dice che si potrebbe parlare di “ministero”, paragonabile ad altri svolti all’interno delle nostre parrocchie – che gli amministratori locali svolgono a favore della comunità. C’è davvero tanto su cui riflettere!


 

In città - Le notizie della settimana riguardano l’erogazione, con il terzo bando anti-crisi, a 48 famiglie di un contributo di circa mille euro da parte del Comune, ma c’è anche preoccupazione per 30 sfratti pendenti; l’arrivo di un contributo a fondo perduto di 185.000 euro per la Nuova Filanda; il rigetto, da parte del TAR Lombardia, del ricorso del nostro Comune contro le modifiche delle rotte aere per gli aeromobili in decollo dall’aeroporto di Linate.

All’Oasi di Santa Maria per la “Giornata” - La Giornata dell’Oasi è uno dei più importanti eventi che caratterizzano l’attività del centro di spiritualità della nostra città. E’ una giornata di riflessione, studio e discussione su temi che cambiano di anno in anno. Lo scorso sabato, il gesuita padre Stefano Bittasi ha guidato la riflessione dal titolo “Siamo tutti fratelli?” con l’obiettivo di soffermarsi sul tema della fratellanza in generale (non quindi solo quella tipicamente familiare), alla luce di quanto dice la Bibbia a proposito.

Una riflessione che è partita dalla dimensione “verticale” della fraternità (le diverse tribù di Israele che si riconoscono un solo polo perché amato da Dio) per giungere alla dimensione “orizzontale” (se Dio è nostro padre, allora siamo tutti fratelli).

30° della Residenza per anziani “Monsignor Luigi Biraghi” - «Accogliere, sanare, custodire»: questo il motto che guida le suore Marcelline che da trent'anni sono il cuore della residenza per anziani "Monsignor Luigi Biraghi" di via Videmari, una casa di riposo voluta, nel 1981, da madre Elisa Zanchi. Un istituto all'avanguardia, che ospita oggi circa 200 anziani. Sabato scorso, in mattinata, per celebrare i 30 anni di fondazione, è stato benedetto nell'atrio della casa di riposo un grande medaglione con la figura di madre Elisa. «Una figura straordinaria» l'ha definita il prevosto, don Ettore Colombo, presiedendo la cerimonia. «Ha regalato a Cernusco – ha aggiunto il sindaco, Eugenio Comincini - una grande struttura che allevia i bisogni della società». Madre Elisa Zanchi portò le suore Marcelline in tutto il mondo aprendo ovunque case d'accoglienza e scuole. La casa dì Cernusco fu dedicata a Birgahi che fu consigliere comunale in città e presidente della Congregazione della carità. Quando si evoca il suo nome, si è detto nella cerimonia di sabato, si riconosce anche il ruolo prezioso che questa la casa di riposo a lui intitolata svolge in città nell'interesse degli anziani ma anche delle loro famiglie. Qui gli ospiti sanno di essere «a casa loro», di vivere fra tanti amici, con un prezioso staff medico, accompagnati dall'incrollabile affetto e dalle cure premurose delle suore Marcelline e di tanti volontari. (da Avvenire del 23/1/2011).

Buon compleanno! - In questa settimana che abbiamo iniziato ci piace ricordare due sacerdoti che si sono spesi generosamente nel loro ministero pastoale in mezzo a noi e che festeggiano una tappa significativa della loro vita. Monsignor Giuseppe Locatelli, assistente dell’Oratorio Sacer dal 1959 al 1972, lunedì 24 gennaio compie 80 anni. Don Luigi Caldera, prevosto di Cernusco dal 1994 al 2008, venerdì 28 gennaio festeggerà il suo 60° compleanno.

Grande affetto e profonda gratitudine sono i sentimenti che ancora oggi questi due preti ambrosiani – accomunati dalla straordinaria capacità di intessere relazioni, di leggere i tempi e di promuovere innovative azioni pastorali - raccolgono tra tantissimi Cernuschesi e di cui noi ci facciamo interpreti augurando ad entrambi buon compleanno.

Legami che non si dimenticano – Intendiamo accennare anche ad altri due sacerdoti legati alla nostra città. Uno nato a Cernusco il 9 luglio 1900 e poi partito per una lontana terra di missione da cui non è mai più tornato: padre Carlo Della Torre il 26 gennaio 1936 – quindi 75 anni fa – a Bangkok, in Tailandia, veniva ordinato prete, nella congregazione di San Giovanni Bosco. Di questo sacerdote, che ebbe una vita diffcile e travagliata (morì a Bangkok il 4 aprile 1982), è in corso dal 2003 il processo di beatificazione, che speriamo possa giungere presto a una positiva conclusione.

L’altro è don Danilo Dorini, parroco di San Pio X a Cinisello, ma che noi ben conosciamo perché dal 1991 al 1996 è stato assistente dell’Oratorio Sacer. Dal sito della diocesi – www.chiesadimilano.it – è possibile accedere al sito della parrocchia che pubblica le sue "prediche artistiche". “Don Danilo – si legge sul portale diocesano - commenta il Vangelo domenicale prendendo spunto da un dipinto celebre che lo raffigura (grazie a grandi riproduzioni di celebri dipinti che pone sull'altare in modo che tutti i fedeli le possano ben vedere; è un po' quel che facevano i predicatori nei tempi antichi utilizzando quadri e affreschi delle chiese).” Un'iniziativa che affascina gli adulti e piace ai ragazzi; un modo originale per insegnare il gusto del bello legato al messaggio evangelico.”

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 24 gennaio 2011

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 24 gennaio 2011

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