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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 49/2010

«REALIZZARE I PROGETTI DI VITA PIÙ VERI CON LA COLLABORAZIONE DI TUTTI. NESSUNO ESCLUSO»

 

Quattro cantieri per la città di Milano: per studiare il buono che esiste, per intervenire su quello che non va, per lavorare sull’educazione e per combattere l’esclusione sociale. Si intitola “Milano, una città da terreno buono” il discorso alla città che il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha pronunciato, secondo tradizione, durante i primi vespri della solennità di Sant’Ambrogio, lo scorso 6 dicembre.
 

Come sempre, in nostro Arcivescovo ha parlato chiaro: quando ha invitato a non cedere alla facile sovrapposizione straniero-deliquente; quando ha detto, a chi si professa cattolico, di non giudicare perché il giudizio più vero sarà quello di Dio; quando ha sollecitato a una “riflessione matura sulla libertà religiosa” che porti alla “possibilità di disporre, nel rispetto delle leggi, di luoghi di culto per le religioni più praticate”; quando, rivolto ai responsabili delle istituzioni pubbliche, li ha incoraggiati ad aiutare “chi sa aiutare, sostenete chi sa sostenere. La scelta e la sfida di una sussidiarietà animata da una vera solidarietà è quanto mai urgente!”; quando - a proposito dei carcerati, dei portatori di malattie incurabili, degli anziani, delle persone di origine nomade - ha definito “miope e irresponsabile l’atteggiamento di chi non vuole prendere coscienza” delle loro situazioni; quando ha chiesto agli amministratori locali di essere “responsabili, esemplari, liberi, obbedienti alla retta coscienza, all’istanza fondamentale del bene comune nel governare e proporvi agli elettori” .
 

La riflessione di Tettamanzi è partita dalla parabola del seminatore (testo integrale su www.chiesadimilano.it oppure cliccando sul link in evidenza sulla home page di questo sito, sotto alla Nota) perché nient’altro che la parola di Dio guida il cristiano nella disamina dei problemi della città. Con la parabola, «Gesù mostra il valore del vissuto quotidiano, spesso trascurato, nel quale è possibile riscoprire sempre la via della verità e della vita. Ciò è possibile ancora oggi se ci si impegna ad agire con coerenza, disposti a lasciarsi ispirare, guidare, correggere e orientare dalla luce e dalla forza della parola di Dio, di quella parola che sant’Ambrogio definiva “la sostanza vitale dell’anima nostra” perché “la nutre, la fa crescere, la dirige”, precisando che “non c’è un’altra cosa che possa far vivere l’anima come la parola di Dio.” Infatti, solo chi coltiva la coerenza nell’ambito della propria esistenza può mettersi alla ricerca della verità» e, ha aggiunto il Cardinale, “riflettendo sulla vita quotidiana, vogliamo interrogarci sulle condizioni che rendono possibile vivere in pienezza la nostra umanità e guardare insieme al futuro della città”.

Per fare questo, l’Arcivescovo ritiene che «il terreno in cui gettare il seme buono e nuovo ­della giustizia, della carità, della pace - è il cuore, la mente, il vissuto quotidiano personale, familiare, sociale degli abitanti vecchi e nuovi di Milano. Dentro ciascuna persona e in ogni realtà che compongono la nostra città, sono presenti un'area fertile e una che resiste al buon seme. Il Vangelo ci dà speranza: anche la parte infeconda della città, se premurosamente e attentamente coltivata, può giungere a dare frutto.»
 

Nel contesto della parabola del seminatore, il Cardinale ha parlato dei quattro tipi di terreni su quali sono stati gettati i semi: quello fertile, quello soffocato dai rovi, quello reso improduttivo dalle pietre e quello rappresentato dalla strada.

Per Tettamanzi, “L’abbondante fecondità è la componente (nella vita della città) intraprendente non soltanto nel produrre per sé ma anche per dare a tutti vita, speranza, dignità e autonomina” mentre “ai rovi corrispondono quelle molteplici, differenti e sempre nuove forme di disumanizzazione – povertà, malattia, disagio – che impediscono all’umanità buona di fiorire”, ma ha anche aggiunto che “il terremo ricoperto dai rovi non è di per sé infecondo, ne destinato all’infecondità. Occorre solo liberarlo dai rovi perché possa lasciar crescere il buon seme fino alla sua maturazione.”

Il seminatore incontra anche il “terreno reso improduttivo dalle pietre” a cui l’Arcivescovo “accosta quelle situazioni impermeabili alla verità o rese tali da altri: quelle dove si vive senza che ci sia un senso preciso dell’esistenza.” Il pensiero del Cardinale va qui in modo specifico ai giovani: “c’è buon terreno, ma mancano le condizioni per la sua fertilità” per “le carenze educative dovute a situazioni famigliari complesse, a un’offerta scolastica non sempre efficace, a percorsi formativi non del tutto adatti alla loro condizione esistenziale e sociale”.

Infine, il seme caduto sulla strada è quello “impossibilitato a spuntare, mancano le condizioni minime affinché possa svilupparsi” e “non io ma molti altri – purtroppo – paragonano questo terreno, ad esempio, alle persone immigrate.”


 

Dalla disamina dei diversi terreni in cui è caduto il seme, nasce la proposta di Tettamanzi per 4 cantieri “per costruire la coesione sociale”.

Un primo cantiere per studiare, evidenziare e condividere il segreto della Milano che funziona – quella produttiva e generativa in ambito sia sociale che economico – per monitorare i bisogni che presenta anche questa componente della città”.

Il secondo cantiere, ha sottolineato il Cardinale, dovrà essere a sostegno delle persone non autosufficienti “per comprendere in rapidità i cambiamenti delle forme di povertà, per spingere il volontariato e il terzo settore ad adeguarsi ai bisogni guadagnando sempre più autonomia imprenditoriale”.

Ancora l’educazione al centro del terzo cantiere: “necessario per vigilare e intervenire sulla questione educativa, riflettendo con tutti coloro che in questo ambito già sono impegnati.”

Infine è quanto mai urgente attivare un quarto cantiere dove lavorare per diminuire il più possibile le inaccettabili forme di esclusione sociale: un cantiere in cui l'opera sarà certamente difficile e impegnativa”.

Per l’Arcivescovo, «Questi "cantieri" possono offrire l'opportunità di promuovere il lavoro comune di istituzioni, cittadini, associazioni, tra i diversi livelli delle amministrazioni locali. Sarà un grande contributo per superare la frammentazione: sia perché insieme si rifletterà e si interverrà, sia perché i frutti di tali azioni produrranno coesione sociale


 

La conclusione del discorso alla città dell’Arcivescovo è rivolta agli amministratori pubblici: «Nessun amministratore si consideri solo in questa missione (“di guidare la città e di partecipare al suo governo”): chi si occupa disinteressatamente del bene degli altri sappia che gode della stima mia personale, della comunità cristiana e di tutti i cittadini che sentono il bisogno di essere guidati verso il futuro. Essere amministratore non è mai impresa solitaria ma azione profondamente sociale, che si colloca entro un progetto ampio, con uno sguardo allargato a tutta la città e con il coinvolgimento di tutte le persone e le realtà che hanno a cuore Milano.

Fare della nostra città un luogo coeso, solidale, comunicativo, aperto a tutti, dove il terreno è liberato dalle aridità, dai sassi e dai rovi che ne soffocano la fertilità, dove poter realizzare i progetti di vita più veri credo sia non un'utopia, ma un'impresa possibile e affascinante. Con la collaborazione di tutti, però. Nessuno escluso

Le parole dell’Arcivescovo non sono solo per gli amministratori milanesi ma anche per tutti quelli delle altre città e paesi della Diocesi, che sono stati invitati a essere presenti nella Basilica di Sant’Ambrogio per il discorso alla città. E quindi anche per quelli della nostra città. Le parole di Tettamanzi esprimono pure il modo in cui la Comunità pastorale cittadina guarda a tutti coloro che sono impegnati nella vita pubblica locale: con stima, con gratitudine e con rispetto. Pronta però a prendere la parola ogni qual volta “la strada che parte dal Vangelo e conduce al Vangelo, la strada più umana e che apre all’umanità più piena” - come ha dichiarato lo stesso Arcivescovo, il giorno dopo il suo discorso alla città, commentando le reazioni dei politici - lo richieda.

 

In città - Ritorniamo a quanto discusso e deliberato nella seduta del consiglio comunale dello scorso 29 e 30 novembre perché ci sono stati alcuni passaggi che meritano di essere esaminati.

La maggioranza ha deliberato l’acquisto al costo storico delle azioni della Farma.cer possedute dalla Banca di credito cooperativo di Cernusco, dalla Banca popolare di Lodi e da una dipendente per un valore complessivo di 465.000 euro. Il Comune ha così riacquistato l’intero pacchetto azionario della sociètà. Decisione assunta per consentire in futuro al consiglio comunale, come dichiarato dall’assessore Emanuele Vendramini, di “rimanere libero di scegliere quale strada percorrere per individuare e sviluppare la soluzione gestionale più adeguata, tenendo conto che le norme nazionali obbligano i Comuni della nostra classe demografica ad avere una sola azienda partecipata a partire dal 1° gennaio 2012”.

C’è però da segnalare quanto affermato, a proposito di questa operazione, dal consigliere Mario Oriani (PDL): “Ammesso e non concesso che quello pagato allora (nel 2001) fosse il valore adeguato, mi domando per quale motivo le due banche sono d’accordo a rivendere il loro pacchetto azionario acquistato per 232.000 euro cadauno, dopo dieci anni, senza alcun minima remunerazione del capitale investito? Di fronte a queste cose, dico che c’è qualcosa che non mi quadra. È la paura delle due banche di non aver in mano niente e di essere scaricati (perché la società è una scatola vuota, essendo le licenze di esclusiva proprietà comunale)? Se io fossi il revisore di queste banche avrei qualche perplessità …”

Ci consentirà il Sindaco di avere al riguardo, anche noi, qualche perplessità, anche se lui si è detto “infastidito dal vedere sempre l’accordo preconfezionato, l’accordo sottobanco” e poi ha aggiunto: “noi potevamo spendere di meno e avremmo potuto procedere anche con la messa in liquidazione della società (evitata perché 14 dipendenti si sarebbero trovati senza lavoro) e pagare 150.000 euro cadauno il pacchetto delle azioni in possesso delle due banche (sulla bade del valore del patrimonio netto attuale della società di euro 1.500.000) … Il Comune ha cercato di massimizzare il risultato. Se è previsto un contributo (di euro 30.000 cadauno che le due banche dovrebbero versare il prossimo anno al Comune per iniziative che organizzerà) è perché anche da parte nostra abbiamo cercato di tirare. L’esigenza delle banche può essere quella di non far comparire minusvalenze in bilancio preferendo dare qualcos’altro in modo diverso. Penso sia tutto legittimo.”

Le nostre perplessità sull’effettivo valore dei pacchetti azionari in possesso delle due banche, dopo queste sue dichiarazioni, non sono certamente diminuite.

Nella stessa seduta sono state approvate alcune modifiche alla convenzione per il P.I.I. Lanar. È stato concesso, sulla base di una legge regionale, all’operatore che sta costruendo sull’area dell’ex fabbrica sulla Padana, un incremento volumetrico per ricupero energetico (con il passaggio degli alloggi dalla classe C in B). Inoltre, quanto doveva finanziare la costruzione della caserma della Guardia di Finanza è stato invece destinato a realizzare opere esterne alla Vecchia Filanda e al Parco Trabattoni; i tre alloggi riservati alla Guardia di Finanza sono diventati di edilizia residenziale pubblica, con l’aggiunta di altri tre; dalla revisione dei conteggi degli oneri e contributi dovuti, il Comune incasserà altri 380.000 euro; l’asilo nido (privato ma convenzionato con il Comune) inizialmente previsto in via Negri viene spostato in via De Gasperi in regime di diritto di superficie.

Al riguardo, può sembrare interessante e per certi aspetti anche divertente la prima parte della dichiarazione dell’ex Sindaco e ora consigliere comunale Daniele Cassamagnaghi: “Un mezzo tapiro all’assessore Marchetti perché, concedendo l’incremento per ricupero energetico, ha aumentato il PII di un piano. L’altro mezzo tapiro per la bugia detta a suo tempo: l’innalzamento di volumetria che consente al Comune di avere altri 3 alloggi a disposizione, poteva essere utilizzato, a suo tempo, per ricuperare 250.000 euro che mancavano per consentire la costruzione della caserma.”

L’assessore Marchetti ha precisato che sono state “riviste tutte le convenzioni fatte, ma in nessun caso abbiamo modificato i mc previsti. La volumetria aggiuntiva è unicamente quella derivante dall’applicazione di una legge regionale sul risparmio energetico.”

Davvero, invece, sconcertante la seconda parte della dichiarazione di Cassamagnaghi, a proposito dell’ubicazione dell’asilo: “la destinazione dell’asilo (ora proposta) è quella originaria, che all’atto dell’approvazione non fu sancita perché una forza politica dell’allora maggioranza non lo voleva perché ovviamente c’era un perente che abitava nei pressi del costruendo asilo per cui mi sarebbero mancati 3 voti. La politica si fa anche così, no? Ebbè … Sincerità … Allora fu scelta un’altra zona (via Negri) che oggi devo convenire è più idonea per questo asilo rispetto ad allora.” L’indignazione, per noi che consideriamo la politica al servizio del bene comune, è il sentimento minimo che in questa circostanza sentiamo di dover esprimere.

 

Nella medesima seduta è stata rinviata l’approvazione del Regolamento per l’istituzione ed il funzionamento del consiglio tributario, mentre, invece, sono state approvate le modifiche e integrazioni al Regolamento del consiglio comunale per consentire così anche al consigliere Claudio Gargantini (indipendente) di costituire il “gruppo misto” e di partecipare alle commissioni consiliari. È stato anche approvato in via definitiva il Piano di lottizzazione “PLX – via Mazzini”.

 

La città si sta avviando a festeggiare il Natale con tante iniziative in calendario. Tra quelle appena svoltesi, segnaliamo per la qualità dell’esecuzione e per il successo di pubblico il “Concerto di Natale 2010: Il Destino e la Grazia” con il coro e l’orchestra Arscantus, in prepositurale, sabato 11 dicembre alle ore 21,00. Davvero un’ottima proposta culturale.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 13 dicembre 2010.

 

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