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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 47°/2009

 

Custodire il creato è operare per la pace.

Bilancio comunale: invariate le spese sociali

 

«Un testo bello ed importante il messaggio per la Giornata mondiale della pace 2010 (che ricorre il 1° gennaio 2010, intitolato “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”; il testo completo del messaggio è sul sito della Santa Sede): una ripresa e un rilancio di parecchi spunti già presenti nella dottrina sociale della Chiesa – specie nella “Caritas in Veritate” – ma con una forza e un’incisività tutte nuove. Un testo che medita il rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale alla luce “dell’opera creatrice del Padre e redentrice di Cristo” (n.14), per indicare un punto nodale per gli operatori di pace. Un testo per dire di una Chiesa che si sa responsabile per il creato e che alza la voce “per difendere la terra, l’aria e l’acqua”, come “per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso” (n.12).
Papa Benedetto XVI indica nella vocazione umana a coltivare e custodire la terra (Genesi 2,15) un elemento critico per la costruzione di una convivenza giusta e pacifica – secondo un’intuizione che la dottrina sociale della Chiesa condivide con l’intero movimento ecumenico. In essa si radica l’invito a rinnovare e rafforzare l’alleanza tra l’uomo e la terra, ritrovando in essa il primo grande, fondante dono del Creatore all’umanità: rispetto ad essa l’uomo ha certo un’autorità conferitagli da Dio, ma profondamente intrecciata con la responsabilità che gli è affidata. È dalla mancata corrispondenza al mandato di Dio di un uomo, che si è lasciato dominare dall’egoismo, che nascono quei comportamenti sfruttatori che hanno determinato la crisi ecologica. Oggi c’è invece bisogno di una forte solidarietà – all’interno della generazione presente, come nei confronti di coloro che dopo di noi abiteranno questo pianeta: dobbiamo apprendere ad usare le risorse naturali evitando conseguenze negative per i viventi, “umani e non umani, presenti e a venire” (n.8).
Un testo teologicamente denso, dunque, che diviene anche appello forte al nostro tempo. (Il mutamento climatico) viene indicato al primo posto, al n.4, tra le manifestazioni della grave crisi che viviamo; assieme vengono segnalate la desertificazione, il degrado delle aree agricole, l’inquinamento idrico, la perdita di biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi e il disboscamento – tutti fenomeni strettamente collegati con le dinamiche del clima. In questo contesto acquista una concretezza tutta particolare l’insistito richiamo alla solidarietà – intergenerazionale ed intragenerazionale – che attraversa il messaggio. Esso si articola in una particolare responsabilità dei Paesi industrializzati, che non esonera però dall’impegno comune anche i meno sviluppati, specie gli emergenti. Sono proprio i temi (su cui si è dibattuto) a  Copenhagen, nella pressante ricerca di un accordo che permetta di allontanare la minaccia che incombe sull’umanità, di un patto tra popoli e nazioni che aiuti a far pace con la terra.
Ma la prospettiva del messaggio è ampia: la crisi presente deve diventare occasione di discernimento e di nuova progettualità, di revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, di profondo rinnovamento culturale. Occorre superare una cultura dell’esonero, negligente nell’“esercitare un governo responsabile sull’ambiente” (n.7). La coscienza ecologica che emerge nell’umanità non va mortificata ma, al contrario, favorita, accompagnata, stimolata in vista di una maturazione più alta, radicata anche nella contemplazione della bellezza della natura, per riscoprire il Dio che, “tramite il creato, si prende cura di noi” (n.13). Essa deve giungere ad articolarsi in nuove modalità d’uso delle risorse e dell’energia che valorizzino i buoni frutti della ricerca scientifica, in politiche ambientali ambiziose, in un impegno internazionale di alto livello (nn.9-10). Essa esige anche nuovi stili di vita – “aldilà dei modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e financo economico” (n.11): occorre imparare a costruire una pace con la terra che si esprima in scelte personali, comunitarie, familiari e politiche, poiché “tutti siamo responsabili della protezione e della cura del creato” (n.11).
Molti insomma i soggetti interpellati, in un appello alla responsabilità che viene ad intrecciarsi con la sussidiarietà, perché a tutti i livelli, secondo ciò che compete ad ognuno, la custodia del creato divenga obiettivo etico e politico condiviso.» (Simone Morandini, per l’Agenzia SIR)

 

Il consiglio comunale della nostra città è stato convocato lo scorso 21 dicembre, nella serata dell’abbondante nevicata, per esaminare il Bilancio di previsione 2009. Alla presenza dei soli addetti ai lavori, il documento è stato approvato dalla maggioranza. 

Invariate le aliquote ICI (per gli immobili ancora soggetti) e quella dell’addizionale Irpef; mentre per la Tariffa Igiene Ambientale (TIA), che dal 2010 diventa un tributo, sono stati rivisti i coefficienti di calcolo.

Nel programma triennale delle opere pubbliche, la cui illustrazione ha preceduto quella del bilancio, sono state previste per il 2010 spese per 11 milioni di euro, per il 2011 di 12,8 e per il 2012 di 2,7. Tra le principali opere in calendario ci sono il completamento dell’asse viario Dante-Vespucci; interventi sui parcheggi di via Boccaccio, via Friuli, via Don Milani e via Buonarroti, sulle rotatorie di via Mazzini e via Pavese e sui marciapiedi di 12 strade; lavori di manutenzione degli edifici scolastici, riqualificazione della palestra di via Mosè Bianchi, ristrutturazione della Vecchia Filanda e sistemazione del Parco Trabattoni; inoltre, costruzione di un nuovo plesso scolastico, lavori di sistemazione al palazzetto dello sport, abbattimento delle tribune del vecchio campo di calcio e lavori di riqualificazione della piscina.

Nell’introdurre la discussione sul Bilancio, il Sindaco, Eugenio Comincini, ha premesso che “le condizioni nelle quali definiamo questo bilancio sono critiche e difficili perché la manovra finanziaria dello Stato sta progressivamente agendo sulle finanze comunali contenendo sempre più la nostra spesa, quasi che siano i Comuni a dover sopperire al disavanzo di ministeri e strutture statali”.

Il Primo cittadino ha poi aggiunto che, pur in presenza delle richiamate criticità, “l’amministrazione comunale non ha voluto comprimere le spese sociali. Le risorse ad esse destinate, oltre 5,3 milioni di euro, sono rimaste invariate rispetto allo scorso anno. Oltre il 50% delle spese correnti del nostro Comune sono attinenti ai bisogni dei cittadini (servizi sociali, scolastici, culturali, sicurezza, biblioteca …).” Ha poi precisato che la “quota di oneri di urbanizzazione applicata alla spesa corrente è stata mantenuta a 1,5 milioni di euro, in considerazione della già consistente diminuzione delle entrate.”

Sono stati presentati tre emendamenti al Bilancio, due dai consiglieri Ciro Angrisano (Lista Cassamagnaghi) e Daniele Cassamagnghi (Il Naviglio), per l’acquisto di un pianoforte per la Scuola Media Aldo Moro e per un contributo straordinario alla Scuola Civica di Musica, e un altro da Angelo Rocchi (Lega nord) per destinare l’importo corrispondente alla costruzione della nuova scuola, che i leghisti considerano non necessaria, alla diminuzione dell’addizionale Irpef e all’ampliamento e manutenzione delle scuole.

I primi due emendamenti sono stati accolti dalla maggioranza, anche se formalmente non sono stati recepiti nel Bilancio approvato, mentre il terzo è stato bocciato.

La discussione sul Bilancio ha visto, da una parte, schierata compatta la maggioranza nel sottolineare le difficoltà con le quali i Comuni si trovano ad operare, in tema di entrate e di spese: “il Governo sbandiera il federalismo ma poi fa politiche sempre più centraliste” (Marco Erba, PD). Dall’altra parte la minoranza, pur riconoscendo le ristrettezze con le quali gli enti locali si trovano ad operare, ha difeso le misure adottate dalla Finanziaria, perché il Patto di stabilità “è quello che ha consentito una corretta gestione dei Comuni e ha evitato di fare spese su spese, che poi avrebbe dovuto pagare il solito pappagone, cioè l’amministrazione centrale.” (Giorgio Monti, PdL)

Con riguardo al documento contabile del nostro Comune, per Fabio Colombo (Vivere Cernusco), “i punti cardini del Bilancio sono coincidenti con le sintesi fatte con tutti i partiti della maggioranza. Gli interventi sono finalizzati a migliorare la qualità della vita dei Cernuschesi”.

Di diverso parere Angelo Rocchi (Lega), che ha criticato “il nulla in tema di Bilancio partecipato”, i ritardi sui progetti della viabilità, sul PGT, su Villa Alari e la Vecchia Filanda; le scelte in materia di “piano casa”, di edilizia convenzionata e di gestione delle partecipate.

 

Alla fine di questo anno, potremmo essere indotti a pensare che fanno più notizia politici e attori, uomini potenti e di successo. Ma a ben pensarci sono molti di più i bambini e gli adulti dai volti spontanei che continuano a mettersi in gioco, a credere e ad amare, a commuoversi, a cantare e a sperare.

“E’ sperare la cosa difficile, a voce bassa e quasi con vergogna. La cosa facile è disperare ed è la grande tentazione.”

Per il nuovo anno auguriamo a tutti di saper respingere questa tentazione e di dare spazio all’ottimismo - che per i credenti si esprime nella speranza - andando controcorrente, guardando negli occhi le persone che ci stanno intorno.

Buon anno!   

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 28 dicembre 2009     

 

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