CernuscoInsieme

Condividi il contenuto di questa pagina con i tuoi amici:

Torna alla pagina precedente

comunità pastorale

voce amica agorà oasi cVillage

piazzetta

dalla città

CernuscoInsieme.it - Il Portale della tua Città

Stai navigando in
HOME > La Nota della Settimana > Settimana 46°/2009

Approvata la mozione sul crocifisso.
Rispetto per le diverse posizioni

 

In una nostra nota precedente (16 novembre 2009), avevamo avuto modo di presentare e commentare la mozione firmata dai gruppi consiliari del Popolo della Libertà, della Lega nord e delle liste civiche Il Naviglio e Lista Cassamagnaghi in relazione alla nota sentenza della Corte di Strasburgo, con la quale si stabilisce che la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche costituisce una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni, una violazione anche della libertà di religione, una situazione anomala e incompatibile con la laicità dello Stato.

La mozione, letta nella seduta del consiglio comunale dello scorso 6 novembre (il testo è riportato nella  nostra nota del 16 novembre), è stata discussa ed approvata in quella del 16 dicembre. Un dibattito molto ampio, nel corso del quale quasi tutti i consiglieri comunali sono intervenuti per esprimere la loro posizione: molte condivisibili, altre comprensibili, alcune non accettabili. Per tutti, comunque il pieno rispetto per i convincimenti espressi, in alcuni casi con timore e pudore perché ritenuti, a torto o a ragione, troppo legati alla sfera intima di ciascuno.

 

Di seguito presentiamo una sintesi della maggior parte delle posizioni espresse dai consiglieri intervenuti nel dibattito. Da premettere che su questa mozione i consiglieri del PD, del PDL e di Vivere Cernusco, come affermato dai rispettivi capigruppo, hanno avuto libertà di voto.

Agli interventi, che di seguito presentiamo nell’ordine con cui hanno preso la parola i singoli consiglieri, premettiamo quello del consigliere Dario Viganò (PD). Un intervento molto apprezzato, anche da noi, per la sua semplicità ed immediatezza. Poche parole per dire che “essendo così difficile esprimersi sul tema di questa mozione, ero dubbioso su come votare, ma dato che alla fine dobbiamo esprimere un voto, io non guardo più il simbolo … ma guardo alla croce, guardo a Gesù Cristo e per me diventa facile, perché credo in lui, fare una scelta e stare con lui.”

Marco Erba (PD), pur dichiarandosi favorevole alla mozione, ha rilevato i rischi connessi all’uso del crocifisso come “clava per uno scontro di civiltà”; ha definito “irrispettoso” raccogliere firme in piazza a difesa del crocifisso e proporre  di metterlo sulla bandiera nazionale; ha osservato che il “messaggio cristiano non è legato a una civiltà in particolare ma è in grado di fecondarle tutte, legarlo alla solo civiltà occidentale è svilirlo e svuotarlo”; ha poi concluso che “la laicità vera è quella che lascia spazio all’autentica religiosità e non quella che ne cancella i simboli e i valori. Credo che sia oltremodo grave pretendere l’imposizione della rimozione del crocifisso dalle aule così come pretendere che non si indossi il velo nelle scuole.”

Angelo Rocchi (Lega nord) ha fatto un intervento soprattutto di carattere politico, richiamando la storia e le tradizioni della nostra gente, informando che il suo partito è “andato in mezzo ai cittadini a raccogliere le firme contro la sentenza di Strasburgo” e ha terminato così: “i nostri simboli parlano del futuro, a differenza di altri (fondamentalismo islamico) che portano indietro, nel medioevo.”    

Claudio Gargantini (PD) ha iniziato affermando che “personalmente non lo metterei mai in luoghi di condivisone, luoghi diversi da quelli delle fedi e delle culture. Il rischio della discussione sul crocifisso è quello che diventi un souvenir, da togliere e da mettere.” Ha poi proseguito sostenendo che “c’è una Chiesa, che non è quella degli alti prelati, comprendente altre confessioni cristiane, che ha condiviso la sentenza di Strasburgo, perché compito della Chiesa non è quello di appendere i crocifissi ma di scaldare i cuori … Come don Milani metteva il crocifisso nel cassetto quando faceva scuola, così io non voglio mettere cappello su una o su un’altra posizione e, quindi, al momento del voto uscirò dall’aula.”

Angelo Levati (PD), premesso di far fatica a capire la mozione ma di ringraziare comunque i presentatori, ha detto che “il crocifisso rappresenta l’amore di Dio che ha mandato suo figlio a morire per tutti gli uomini … e il declassarlo a simbolo culturale non mi sembra molto corretto”. Ha quindi annunciato la sua astensione perché “è difficile votare su questioni religiose, è quasi incomprensibile.”

Per Daniele Cassamagnaghi (Il Naviglio), favorevole alla mozione, la “corte europea ha perso un’occasione per dedicarsi ad altro. La politica deve avere rispetto maggiore per il crocifisso, perché banalizzare i simboli della fede (non solo cattolica) ad argomento di scontro, in luoghi che non sono connessi con la religione, per me è molto fastidioso.” 

Giorgio Monti (Forza Italia) non crede che sia in atto una strumentalizzazione del crocifisso, che comunque è contraria al suo modo di vedere; ritiene che il crocifisso oltre ad essere simbolo forte di identità nazionale rappresenti la cultura e l’eredità comune che ha unito tutto il continente europeo, nelle comuni radici cristiane. Per Monti “il crocifisso comunica un umanesimo che ha come civile fondamento la pacifica convivenza tra popoli e culture diverse. Ritengo la sentenza ingiusta e inopportuna.”

Per Ciro Angrisano (Lista Cassamagnaghi) il “crocifisso è un simbolo indistruttibile e non sarà certo una sentenza a farlo morire. Ma la nostra forza e la nostra volontà è di continuare a farlo vivere in qualsiasi luogo e modo.”

“Ritengo difficile – ho sostenuto Fabio Colombo (Vivere Cernusco) - che il crocifisso possa offendere qualcuno, stante il messaggio che reca.” Dopo aver precisato che non gli piacciono né le strumentalizzazioni né le riduzioni a mera tradizione o arredamento del crocifisso, ha aggiunto che “la nostra società non è ancora nella necessità multiculturale o multireligiosa di confrontarsi sul toglierlo o metterlo. Probabilmente lo sarà nel futuro e se arriverà questo momento sarò disponibile a confrontarmi e sarò disposto ad accettare anche di togliere il crocifisso. Ma sulla base della sentenza e di quanto ritengo importante nella mia storia personale voterò a favore della mozione.”

Daniele Fedeli (Vivere Cernusco) premesso che “sono un credente, ho appeso il crocifisso in casa, credo fortemente nel suo significato, ma un po’ meno nella possibilità di individuare in esso delle identità culturali”, ha affermato che “la rimozione del crocifisso dai luoghi pubblici può apparire traumatica e laicista, ma, a mio parere, è probabilmente necessaria per purificare il senso proprio del crocifisso.”

Per l’altra giovane esponente del medesimo gruppo, Erika Spinelli, “la sentenza non pare incoerente con il messaggio che il crocifisso trasmette di fratellanza, di sacrificio, di accoglienza. Non mi pare incoerente perché non è la sua esposizione in un’aula, ma il suo significato, spesso condiviso da più credi religiosi, presente nell’intimità delle persone a garantire che la nostra società riconosce questi valori, come capisaldi di civiltà e umanità.”    

Ermes Severgnini (Rifondazione comunista) ha affermato che “personalmente non avrei mai condotto una battaglia per la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche e non mi sento da esso offeso.” A suo parere però il testo della mozione in discussione “appare per molte ragioni irricevibile”, è parso di capire soprattutto per quelle parti che si richiamano all’identità nazionale, all’unità e alla cultura della nazione, come se il crocifisso potesse essere considerato “un po’ come la lingua, il costume o la bandiera nazionale”.

Mario Oriani (PDL) vede nella sentenza di Strasburgo “non un problema di laicità, ma di laicismo. Si vuole con questi provvedimenti cambiare alla radice qualcosa. Si ragiona in questi termini: siccome non posso prendere il sopravvento con i numeri lo faccio con le leggi.”

Il presentatore della mozione Fabrizio De Luigi (PDL), commentando quanto emerso dal dibattito e rilevando negli interventi di alcuni consiglieri un “certo fastidio ad associare il crocifisso alle nostre radici, alla nostra cultura, all’identità e alla società” ha aggiunto che “non possiamo dimenticare quello che ha generato il cristianesimo. I valori sui quali si fonda la nostra società nascono dal cristianesimo: accoglienza, rispetto uguaglianza, libertà. Per questo si parla di identità. Il messaggio cristiano è universale, ma questa sentenza aggredisce le radici del nostro continente, che sono cristiane.”

Ha sentito il bisogno di prendere posizione su questo tema, fatto assolutamente insolito, anche il presidente del consiglio comunale, Giorgio Perego: “Questa sentenza non la vedo come laicismo, ma laicità. Considero manichea la contrapposizione: chi vota a favore di questa mozione è difensore del crocifisso e chi vota contro come non lo è.” Ha poi aggiunto che, a scuola, quando fa lezione il crocifisso è appeso alla parete: “la cosa né la esalto né mi disturba, perché per me il crocifisso ha un significato generale e non solo religioso.”

Il Sindaco, Eugenio Comincini, a chiusura del dibattito, ha esordito dicendo che “da una vicenda surreale (così l’aveva definita anche il cardinale Angelo Bagnasco) si sono tratte conseguenze più grandi di quelle che poteva avere.” Poi ha proseguito sostenendo di “non condividere la sentenza. Se si deve far passare il concetto che per avere rispetto di tutti bisogna togliere qualsiasi riferimento che possa suscitare il fastidio di qualcun altro, non lo condivido. Ritengo che l’appiattimento complessivo, rispetto ad alcuni valori culturali, prima ancora che religiosi, rischierebbe di impoverire la nostra società. Il rispetto che si deve a ognuno non passa dal dover rinunciare a quello che pensiamo, che vogliamo manifestare, soprattutto quando questo è oggetto dell’attenzione della maggior parte delle persone, perché altrimenti rischiamo di cadere in una sorte di discriminazione al contrario; poi c’è modo e modo come questo possa essere declinato e trovare compimento. Se da una parte i simboli ci devono dire qualcosa, perché rimandano a qualcos’altro, ritengo che c’è da fare grande attenzione a come li si utilizza.” E a questo proposito ha osservato che “c’è chi ha sicuramente interesse a strumentalizzare il crocifisso”.

Il Primo cittadino ha concluso così: “Anch’io credo che certi convincimenti passano piuttosto che nel sguaiare la propria posizione attraverso alcune scelte concrete. Pur ritenendo che la fede e la cultura religiosa sono cose molto diverse e spesso molte lontane tra di loro, voto a favore della mozione, ritrovandomi nella posizione espressa dal consigliere Viganò.”

 

La mozione è stata approvata con 13 voti favorevoli, 4 contrari (Severgnini, Fedeli, Spinelli, Perego), 2 astenuti (Levati e Scotti); un consigliere si è assentato al momento del voto (Claudio Gargantini) e uno era assente (Dossi).

Da aggiungere, infine, che ci è apparsa del tutto sorprendente l’affermazione del presidente del consiglio comunale, fatta a conclusione del suo intervento e prima che prendesse la parola il Sindaco. “Mi spiacerebbe proprio - ha detto Giorgio Perego - se nell’informazione locale si speculasse  su questa votazione. Fare le liste di prescrizione  non mi è mai piaciuto. Abbiate un po’ di rispetto, valutate correttamente, se non volete mettere in croce qualcuno o qualcun altro.”

Non abbiamo idea a chi volesse riferirsi Perego, c’è solamente da aggiungere che da un rappresentante delle istituzioni locali ci si aspetterebbe quantomeno un po’ più di rispetto per chi svolge una funzione importante, com’è quella dell’informazione. Lo stesso rispetto che noi abbiamo sempre avuto e continuiamo ad avere nei confronti di chi è impegnato nella vita civile e sociale della nostra città.

 

Sul contenuto della mozione - da noi già ampiamente commentata lo scorso 16 novembre - e su quanto emerso dal dibattito, aggiungiamo solo che “in uno Stato laico come l’Italia non è sbagliato avere simboli religiosi, soprattutto se parte del patrimonio culturale, tuttavia questi da soli non sono sufficienti per dirsi credenti. Senza imposizioni e in pace diamo testimonianza a Dio che non ci chiede di salvare al croce, ma di amare sino alla croce.”

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Lunedì 21 dicembre 2009

 

Sito continuativamente attivo dal 1 gennaio '01  -  Best View:  800x600 - IE 6