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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 46°/2007

Carità, privilegiare forme di liberazione effettiva

In alcuni luoghi della nostra città è ormai fissa e consolidata da anni la presenza di mendicanti. Ci sono all’ingresso della prepositurale di piazza Conciliazione (o meglio Largo Giovanni Paolo II, ma chi si ricorda di questa intitolazione? Nemmeno una targa ce lo rammenta!), sia nei giorni festivi che in quelli feriali; li si incontra al cimitero, sia entrando da via Cavour che da via Porta; sono presenti all’ingresso del supermercato di piazza Matteotti. Intendiamoci bene: nessun preconcetto nei confronti di persone di altra nazionalità, qualunque essa sia; nessun rifiuto nell’aiutare chi ha effettivamente bisogno di sostegno; nessuna intenzione di chiedere azioni di forza per evitare presenze che possono disturbarci o porci semplicemente interrogativi sulla nostra opulenza e, molte volte, indifferenza.

Più semplicemente, il desiderio di comprendere se quanto eventualmente siamo disponibili a dare a queste persone, che ci tendono la loro mano, può essere, per loro, di aiuto oppure no.

Queste presenze ci ricordano, innanzitutto, la tranquillità ed il benessere di cui godiamo coabitano nel pianeta con un mare di miseria, di insicurezza e anche di violenza. Il gesto più semplice è quello di aprire il borsellino. È una reazione comprensibile, che però si scontra con convinzioni ripetutamente espresse da quanti operano sulle frontiere del disagio. Le offerte date in mano ai mendicanti sortiscono nella più parte dei casi un effetto opposto a quello desiderato. Invece che alleviare una sofferenza, alimentano catene di sfruttamento e di violenza. È questa una considerazione dalla quale non si può prescindere, anche nel confrontarsi con il vangelo.

Le alternative per dimostrare la nostra attenzione solidale a chi vive ai margini non mancano affatto.

Da una parte bisogna non cercare alibi per la nostra generosità, dall’altro non ci sia può accontentare di buone intenzioni, noncuranti di quale strada prendano le nostre offerte: dobbiamo privilegiare forme di carità che promuovano una liberazione effettiva.

E a livello locale non mancano certamente modi diversi per aiutare chi è effettivamente nel bisogno: dalla San Vincenzo (che proprio in questo anno ricorda il suo 60° di attività a livello locale), al Centro di ascolto della Caritas cittadina, dal Centro Aiuto alla Vita ai nostri missionari e missionarie sparse per il mondo (ognuno ha un conto corrente, a loro intestato, presso il Credicoop di Cernusco sul Naviglio, su cui possono confluire le nostre offerte). E solo per indicarne alcuni.

 

Don Luigi nella sua parola del parroco di questo mese su Voce Amica, ma lo abbiamo citato anche noi nella  nota della scorsa settimana, racconta del suo incontro con monsignor Giancarlo Bregantini, prima ancora che il nome di questo vescovo diventasse noto all’opinione pubblica nazionale, per la decisione della Santa Sede di trasferirlo da Locri a Campobasso. Bregantini, per chi lo conosce, soprattutto attraverso i suoi scritti, è un pastore dotato di una forte carica umana che ha saputo incarnare il vangelo nella vita quotidiana della sua gente.

Sulla notizia del suo trasferimento i cosiddetti grandi quotidiani ed i telegiornali hanno trovato il modo di sferrare un altro attacco alla Chiesa. “Via il vescovo anti-clan” ha titolato il Corriere della sera e poi ha scritto: “Tutti d' accordo nel sostenere che il trasferimento del vescovo di Locri suona come una nuova «privazione» per la Calabria. L' indignazione rasenta anche il sospetto che dietro questa decisione del Vaticano possa mimetizzarsi l' ombra dei poteri forti.”

Non da meno Repubblica: “tre intellettuali di spicco … parlano d' «una notizia agghiacciante», denunciano un «provvedimento irresponsabile», contestano la «rimozione» di «un vescovo nella frontiera della Calabria più estrema, malata, degradata» che era diventato il «simbolo nobile della Calabria contemporanea civile, propositiva, fattiva … Frasi che racchiudono lo sgomento collettivo di una comunità ammaccata. Diranno che la Chiesa è una cosa assai più importante del destino di un singolo prete, per quanto carismatico.”

Per togliere qualsiasi sospetto attorno ai motivi del trasferimento, in questa circostanza sono stati resi noti i dettagli in base ai quali è stato deciso.

“Tutto è lineare. Scrivetelo. Dietro la mia promozione, perché tale è, non ci sono trame oscure. Non ci sono giochi né della ‘ndrangheta, né della massoneria, né del potere. Tantomeno gelosie o invidie.” Monsignor Bregantini lo ha detto, giovedì 8 novembre, ai fedeli nella cattedrale di Locri e lo ha ripetuto ai giornalisti.  

“La Chiesa non è irresponsabile - ha scritto il direttore di Avvenire, Dino Boffo - e in duemila anni qualche credenziale l’ha pure esibita. In Calabria, Bregantini è arrivato un giorno non per iniziativa di qualche blasonato centro di potere. E neppure per segnalazione di qualche redazione di Milano o di Trento. Era quasi sconosciuto e l’ha mandato la Chiesa, la stessa che oggi, dopo tredici anni, lo manda a Campobasso, e la stessa che farà ora per Locri la provvista migliore…. Chi oggi per lo spostamento di un vescovo si strappa le vesti, quante volte ha provato sulle stesse pagine a raccontare la voglia di riscatto di quella gente, di quei giovani, di quei disoccupati, che talora sola grazie alla solidarietà cattolica (sì, anche grazie al famigerato 8xmille, oltre che alle cooperative trentine) hanno trovato i mezzi per avviare sprazzi di socialità diversa ed alternativa?”

 

“Psichiatria e ospitalità” sono stati i temi di un convegno tenutosi in città, giovedì 8 novembre, presso il Centro Sant’Ambrogio di via Cavour. Vi hanno partecipato i rappresentanti di molte associazioni di volontariato che operano nella nostra Regione e autorevoli psichiatri. Al centro dell’attenzione le necessità dei malati e delle loro famiglie, caricate spesso di pesi enormi nella cura dei loro congiunti.

Il Centro dei Fatebenefratelli ospita 380 pazienti, suddivisi in piccole comunità secondo diagnosi e patologie. “La struttura di Cernusco - ha dichiarato il Sindaco, Eugenio Comincini - è una realtà importante perché ha saputo comprendere la legge Basaglia in modo rispettoso delle persone, anche se alla luce del convegno emerge che c’è ancora molta strada da fare.” (da: Avvenire, 9/11/2007).

 

L’incontro dello scorso 6 novembre del nostro Sindaco con le autorità aeroportuali, per esaminare i problemi che stanno creando le nuove rotte seguite dagli aerei in decollo da Linate, sembra essere stato ancora interlocutorio. Sono state fornite solo assicurazioni sull’installazione, anche sul nostro territorio, di centraline in grado di rilevare i rumori provocati dal passaggio degli aeromobili e su un più attento controllo delle rotte in sperimentazione. È seguito poi, venerdì 9 novembre, un incontro con i Sindaci della Martesana interessati dal problema, compresi anche i Primi cittadini di Pioltello e Segrate che siedono nella commissione aeroportuale. Dall’incontro è emerso che dalla sperimentazione in atto non arriverebbero i risultati sperati, almeno per il comune di Segrate. Un nuovo incontro con le autorità aeroportuali è in programma per il 28 novembre.

 

Infine segnaliamo che su Famiglia cristiana di questa settimana (n° 45 dell’11/11/2007) c’è un ampio ed interessante servizio sulla “Comunità Nibai”; tre i pilastri su cui i nuclei famigliari fondano la loro scelta: “condivisione, accoglienza, spiritualità”   

 

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 10 novembre 2007

 

 

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