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HOME > La Nota della Settimana > N° 45/2011

IL PRESEPE VIVENTE SCALDA LA CITTÀ
L’A.S.O. PREMIATA DAL CARDINAL SCOLA

 

La terza edizione del Presepe vivente, proposta da alunni, docenti e genitori della scuola paritaria Aurora-Bachelet, ha caratterizzato lo scorso fine settimana. La rappresentazione della Natività – che quest’anno aveva come riferimento un versetto del vangelo di Matteo: “Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo” (Mt 2, 2) – è stata seguita da tantissime persone.

«La grandezza (del Natale)  – ha dichiarato a l’Aquilone, giornale della scuola,  la professoressa Mirella Castelli, una dei registi del Presepe vivente - è che costringe me, ma con me tutti gli uomini a stare di fronte al fatto che Dio non è rimasto nella vastidel cielo, ma senza perdere nulla della sua divinità è diventato un uomo per condividere la mia condizione, per farmi compagnia, in ogni istante della vita, oggi. Riproporre il Presepe vivente per me è rimettersi innan­zitutto personalmente di fronte a questo fatto, in modo concreto, è sentire riecheggiare l'annuncio della nascita di Gee farsi interrogare da questo. Lo proponiamo a tutti, in una adesione libera, perché come scuola vogliamo educare la ragione e una ragione aperta non pnon interrogarsi sul fatto che duemila anni fa sia nato un uomo che ha detto di essere Dio

Quest’anno gli organizzatori hanno proposto un percorso più agevole e quasi tutto concentrato nel  centro storico della città, accompagnato anche dalla disponibilità della “Pro Loco Cernusco” a coinvolgere gli hobbisti, che con le loro bancarelle hanno riempito piazza Matteotti, con ambientazioni coerenti con il tema scelto per la rappresentazione.

L’iniziativa indubbiamente sta acquisendo, di anno in anno, sempre più consensi, grazie anche alla maggior cura posta nel suo allestimento. Il segreto di questo ampio gradimento sta probabilmente nella capacità dei responsabili della scuola paritaria di coinvolgere e motivare tutte le sue componenti nella proposta del Presepe vivente. «Un ragazzo – ha dichiarato ancora la professoressa Mirella Castelli - è protagonista se si sente interpel­lato personalmente, e niente è più personale che sentire l'annuncio degli angeli come rivolto a sé. È la ragione per cui anche quest'anno riproponiamo il racconto dei Van­geli, immedesimandoci anche nella rappresentazione storica, nei costumi, nelle scenografie, per cui anche gli insegnati sono personaggi del presepe. Non vogliamo fare una bella recita, ma rivivere gli avvenimenti della nascita di Gesù  … In questi anni è cresciuta la coscienza del perché lo facciamo, la consapevolezza di partecipare a qualcosa di grande, di farlo insieme e di proporlo a tutti.”

Il sesto e ultimo quadro – La natività, i pastori, i re magi e il popolo di Betlemme – è stato rappresentato sul sagrato della chiesa prepositurale, gremita di persone. Don Ettore Colombo, responsabile della Comunità pastorale cittadina, a conclusione del Presepe vivente, oltre a portare il suo saluto e il suo ringraziamento, riferendosi, in particolare, all'esperienza dei Magi, raccontata nel vangelo di Matteo e presa come spunto di riflessione per la proposta del Presepe vivente di quest'anno, ha sottolineato che dai vangeli non sappiamo se questi Magi erano tre ed erano re, come vuole la tradizione, perché non ci viene detto. Dai doni che hanno portato a Gesù e dal loro rapporto con il potere di Erode lo possiamo supporre. Ciò che è certo, invece, è che il loro cammino è stato guidato da una stella, sempre secondo la versione evangelica. Ciò vuol dire – ha ricordato sempre don Ettore - che è importante la sete di ricerca e l'apertura d'animo dell'uomo verso la verità e il senso della vita - espressi nell'immagine di questi sapienti in cammino - ma ancora più importante è il desiderio e la volontà di Dio di venirci incontro, ben rappresentata dalla "stella" che "li precedeva". L'amore di Dio ci precede sempre e ci stupisce – ha proseguito ancora il Prevosto - viene incontro alla nostra ricerca, la sostiene, la sorpassa e suscita allo stesso tempo la risposta della nostra libertà. Questo ci racconta l'evento concreto del Natale - l'iniziativa di Dio che si fa uomo - rappresentata con calore e con gioia dai ragazzi della scuola Aurora-Bachelet, con il sostegno degli insegnanti e dei genitori, che don Ettore ha ringraziato per aver aiutato la nostra città a riportare l'attenzione al cuore del Natale.

 

Anche l’Associazione Sportiva Oratori Cernusco al “Natale degli sportivi” con l’Arcivescovo - Il popolo sportivo diocesano ha accolto con calore e grande partecipazione il cardinale Angelo Scola - lunedì 12 dicembre, al PalaIper di Monza – per il Natale degli sportivi. Alla manifestazione hanno portato la loro testimonianza numerosi atleti e dirigenti sportivi, compresi anche alcuni nostri concittadini, che sono stati poi premiati dal cardinale Scola (foto allegata). Dalla cronaca pubblicata sul notiziario settimanale del CSI Milano leggiamo che «credere nei giovani, investendo nella loro formazione, è un punto su cui lo sport di vertice e quello di base possono trovarsi concordi. Da una parte l’attestano Milan e Inter, attraverso le parole del responsabile del Settore giovanile rossonero Filippo Galli (“anche in una società professionistica come la nostra la persona è al centro del progetto”) e la presenza di tre giocatori della Primavera nerazzurra. Dall’altra lo testimonia l’Associazione Sportiva Oratori di Cernusco sul Naviglio, che l’anno scorso, all’interno

del percorso della Comunità pastorale cittadina, ha riunito due società sportive appartenenti a tre oratori diversi, per un totale di 1000 ragazzi. “Ideali e scopi erano gli stessi” – spiega il presidente Alessandro Raimondi -. Così siamo riusciti ad affermare lo sport come parte integrante della Pastorale giovanile e a coinvolgere tante famiglie anche in un cammino di fede”. È l’esperienza-simbolo della “galassia” sportiva ambrosiana, forte di 866 società e di quasi 100 mila persone tra atleti e dirigenti.»

Le parole del Cardinale - L’Arcivescovo, prendendo spunto dal passo della Prima lettera di Paolo ai Corinzi che fa riferimento ai Giochi dell’Istmo, nell’antichità secondi solo a quelli di Atene, ha detto che “nello sport, come nella vita, bisogna avere una mèta, sapere dove si va. È vero che alla fine vince uno solo; ma senza l’insieme, neppure chi vince riesce a emergere”. Ecco quindi il segreto “per vincere a cinque anni, come a dieci o a novanta: crescere insieme, da amici, restare fedeli ai vincoli di amicizia che si creano nelle società sportive, negli oratori, nelle parrocchie, nelle comunità pastorali, non per stare chiusi al loro interno, ma per comunicarlo a tutti con la stessa gioia con cui si annuncia una vittoria. Per restare amici tutta la vita, tuttavia, serve la mano di Colui che sta venendo, Gesù. Noi siamo amici, capaci di volerci bene e di perdonarci, perché lui ci sta vicino e ci è compagnia per tutta la vita. Natale è Gesù che viene faccia-a-faccia e crea un legame fortissimo con tutti. Chi ha fede deve comunicarlo a tutti”. L’augurio finale è stato un invito a “essere tutti uniti, in comunione, che vuol dire stare insieme con la testa e con il cuore perché sappiamo per chi stiamo insieme: un Dio che si è fatto bambino per accompagnarci tutta la vita”.

 

Bacheca del lavoro – Segnaliamo che da alcuni giorni è stata installata, sotto il porticato del Centro Cardinal Colombo di piazza Matteotti, la Bacheca del lavoro dell’est milanese. Il Circolo Acli, con questa iniziativa, vuole così dare visibilità ai temi del lavoro, alle oppoortunità di lavoro pervenute tramite l’AFOL Est (Agenzia per la Formazione, l’Orientamento e il Lavoro promossa dalla Provincia), di cui anche il nostro Comune è socio, alle molte iniziative culturali cittadine. La Bacheca si è già riempita di fogli. Consigliamo di passare a dare un’occhiata.

 

Il nostro augurio - A Natale fare un dono dovrebbe equivalere a dire che si è dono gli uni per gli altri, investendo molto sui rapporti personali e non tanto sulle cose che si regalano. L’altro viene raggiunto perché è un amico, un familiare, un compagno di strada, una persona. Si guarda all’altro soltanto per quello che è, per la condivisione che lega, per il valore di una vita, per la presenza di chi c’è e basta, senza altri scopi, senza immaginare chissà quali ritorni, senza innescare meccanismi di sospetta riconoscenza.

In fondo a Natale si riconosce che Dio si è donato all’uomo, assumendo l’umanità più povera e più debole. Un dono natalizio vale nella misura in cui lo si riempie di umanità.

In termini di cose, per fare un dono, basta davvero poco. Ci vuole però un cuore grande e sincero per riempirlo di umanità. Un cuore che ci auguriamo e auguriamo a tutti di avere.

Buona settimana e buon Natale!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 19 dicembre 2011

 


 
(Nella foto, tratta dal  sito web CSI MILANO: il presidente dell’ASO Cernusco, Alessandro Raimondi, con il cardinale Scola)

 

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