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HOME > La Nota della Settimana > N° 44/2012

BUON NATALE, NELLA CERTEZZA DELL’AMORE DI DIO

 

Siamo immersi in una crisi che sta generando smarrimento, paura, preoccupazione, incertezza, rassegnazione, ma questi che stiamo vivendo sono anche giorni che ci trasmettono soprattutto fede, speranza e carità e ci incoraggiano ad andare avanti prendendo sul serio il Vangelo, che insegna ad essere solidali con il prossimo, perché Dio, che si è fatto uomo con la venuta al mondo del Figlio, lo troviamo in ogni persona sofferente, indifesa, in difficoltà, disagiata, sola. Vivere intensamente “il Natale di Gesù” significa compiere gesti concreti di solidarietà, accoglienza, condivisione, riconciliazione e fraternità, rigenerandoci nella fede; vuol dire anche fare la propria parte nella Chiesa e nella società, soprattutto quando si vive una crisi globale come oggi, vuol dire sentirsi chiamati tutti al proprio dovere, alle proprie responsabilità.

Non siamo soli. Dio è con noi. «A noi non basta lasciarci commuovere da un bambino che nasce; ci serve anche la commozione, ma la nostra fede vuole che andiamo oltre, che vediamo in trasparenza la nostra storia, la storia dell’uomo, la storia del mondo. Non siamo soli. Dio è con noi. Questo bambino è il figlio di Dio, è la pienezza cui aspira da sempre la nostra vita. E’ una speranza nuova, è il seme di un’umanità che si può riscattare, è il principio e la fine, è il Signore dei signori, è il creatore. Potremmo sembrare pazzi, ingenui a caricare una scena così idilliaca di questi numerosi significati; infatti la cultura occidentale si sta stancando del Natale, della grotta, del bambinello, preferisce non fare menzione di nessuna nascita, le basta un albero, un vecchio vestito di rosso; presepio è parola ormai non politicamente corretta. Noi invece siamo testardi, non ci interessa niente delle mode, non ci dispiace scandalizzare, passare per ritardati, vogliamo guardare a quel bambino, e vedervi il sorriso di Dio, leggergli sulle labbra le parole dell’amore di Dio. Noi credenti in questo bambino adoriamo il nostro creatore, sappiamo di stare a cuore a Dio, sappiamo che la nostra storia non è una accozzaglia di avvenimenti, ma è un tessuto di relazioni d’amore. E non siamo senza ragione, perché la vera ragione si è fatta carne, contro tutte le semplificazioni della ragione umana che non riesce più a farsi un pensiero su Dio, sull’eternità, sulla morte, perché riesce a tradurre in pensiero solo quello che vede e tocca e lo assolutizza. In questo modo all’umanità viene meno anche a un minimo di riserva che deve mantenere nei confronti della conoscenza della realtà. Neppure questa la puoi mettere in tasca, la puoi possedere, la rappresenti solo. Ma quello che è più importante nella vita degli uomini è sempre invisibile agli occhi. Alla nostra umanità nasce una speranza, una prospettiva sicura che non sta né nello spread né nelle battaglie politiche, sta un po’ più in profondità e in un orizzonte più ampio: la certezza dell’amore di Dio.» (monsignor Domenico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica)

Giovani, aprite il vostro cuore. Un augurio particolare lo rivolgiamo ai giovani e glielo facciamo con le parole di un vescovo che ha scritto, in occasione del Natale, alle nuove generazioni della sua diocesi. “Io non so cosa tu pensi della Chiesa, del vescovo, dei preti; ma io posso dirti ciò che la Chiesa pensa di te: tu sei un dono, un figlio, un amico; tu, in quanto giovane, in quanto creatura, sei lo stupore di Dio”. E poi così si rivolge a ciascuno di loro: “Apri lo scrigno del tuo cuore ed offri i tuoi doni, senza lamentarti dicendo che non possiedi nulla. Offri l’intelligenza, la volontà, le mani, il cuore, un po’ del tuo tempo reale e non virtuale, impara ad offrire anche le ferite segrete per rendere profumata nel dono la tua vita, ben sapendo – come dice un proverbio cinese – che un po’ di profumo rimane sempre sulla mano di chi offre una rosa”. In realtà, “la fede non ti impedisce di vivere le cose belle della vita; non ti tarpa le ali; non ti proibisce il bene; non ti costringe; non ti illude, come qualche volta sospettano i tuoi amici davanti al bar. La fede, quella vera ricevuta sulle ginocchia della mamma, ti fa crescere, ti aiuta a vivere, riempie di senso i tuoi giorni, ti regala una marcia in più, non ti chiude in camere asfissianti, ma ti apre finestre verso il cielo”. L’augurio finale del vescovo a tutti i giovani è “di trovare non la gioia nelle stelle, ma la Stella Gesù in una stalla per ricominciare, presi per mano da Maria e Giuseppe, il cammino della fede”.

Buon Natale!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 24 dicembre 2012

 

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