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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 44°/2007

Nella chiesa di padre Puglisi

 

Un gruppo di cernuschesi, dal 22 al 26 ottobre, nell’ambito dell’Itinerario dello Spirito 2007, è stato in Sicilia occidentale. Tra i tanti luoghi visitati e le persone incontrate, un’emozione particolare ha suscitato la celebrazione della Messa nella Parrocchia San Gaetano di Brancaccio, di cui è stato parroco dal 1990 al 1993 Padre Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno. Brancaccio è un quartiere della periferia est di Palermo, uno tra i più poveri del capoluogo e con un alto tasso di criminalità. All’attuale parroco è stata assegnata una scorta.

Il nostro prevosto, durante la celebrazione eucaristica, ha ricordato questo prete coraggioso. La comunità parrocchiale e il consiglio di quartiere di Brancaccio, all’interno della chiesa, hanno posto una lapide con la seguente scritta: “A perenne ricordo del parroco Padre Giuseppe Puglisi. Sacerdote del Signore, missionario del vangelo, formatore di coscienze nella verità, promotore di solidarietà sociale e di servizio ecclesiale nella carità. Ucciso per la sua fedeltà a Cristo e all’uomo.”

“Cosa ci ha consegnato Padre Giuseppe? Innanzitutto - ha affermato don Luigi Ciotti, ricordandolo nel 1994, nel 1° anniversario della sua morte - il suo modo di intendere e di vivere la parrocchia, di essere parroco. Non ha pensato, infatti, la parrocchia unicamente come la sua comunità di fedeli, come comunità di credenti slegata dal contesto storico e geografico in cui è inserita. L'ha vissuta, prima di tutto, come territorio, cioè come persone chiamate a condividere uno spazio, dei tempi e dei luoghi di vita. (…) In altre parole, ha incarnato pienamente la povertà, la fatica, la libertà e la gioia del vivere, come preti, in parrocchia. (…)

Anche questo ci ha consegnato Padre Giuseppe: una grande passione per la giustizia, una direzione e un senso per il nostro essere Chiesa e soprattutto un invito per le nostre parrocchie ad alzare lo sguardo, a dotarsi di strumenti adeguati e incisivi per perseguire quella giustizia e quella legalità che tutti, a parole, desideriamo. (…) Al di là dei princìpi o delle roboanti dichiarazioni ciò che conta è la capacità di viverli e di praticarli nella quotidianità.”

Dal 1994, il giorno dell’anniversario della morte di Padre Puglisi segna l’apertura dell’anno pastorale dell’arcidiocesi di Palermo e nel 1999 il cardinale Salvatore De Giorgi, allora pastore della Chiesa palermitana, ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio di Padre Giuseppe Puglisi.

 

 “La Settimana Sociale dei cattolici italiani (che si è svolta tra Pistoia e Pisa dal 18 al 21 ottobre scorso) è un segnale concreto di partecipazione, di impegno, di elaborazione e di proposta. A tutto campo. Con il volto di quella Chiesa italiana che giusto un anno fa, a Verona, aveva affermato la speranza e la testimonianza cristiana come cifra di una proposta alta a tutti.
Sull'impegnativo tema del bene comune non sono mancate le analisi puntuali e le proposte operative: il Papa in prima persona, nel suo messaggio, si è fatto portavoce in concreto della situazione di tanti giovani, di tante famiglie, alle prese con i problemi stringenti della casa, della precarietà, del lavoro. È soprattutto emersa con convinzione l'urgenza di investire sull'agenda, tra la questione antropologica e l'emergenza educativa, vero crocevia del medio periodo.
In questo senso si è articolato un discorso capace di non sovrapporsi alla politica, alle sue divisioni, ai suoi ritmi sincopati, alle sue difficoltà, ma di interagire positivamente con essa, senza sopravvalutarne o sottovalutarne il ruolo, come purtroppo avviene nel convulso dibattito di questi anni. Per questa strada, risulta più facile immaginare lo sviluppo di luoghi di confronto, di proposta, di discernimento, che esprimano sinteticamente le ragioni dei cattolici, per il bene del Paese, così da offrire a tutti – ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Angelo Bagnasco – un contributo di proposta, di chiarezza, di serenità.
Su questa strada tre elementi di prospettiva emersi nella Settimana Sociale meritano di essere sottolineati. Non si può eludere un riordino del sistema-Paese di fronte ai parametri di efficienza europea, primo fra tutti quello demografico. Il tempo stringe e questo comporta scelte strategiche e condivise: è possibile, infatti, coniugare libertà e solidarietà, efficienza e giustizia, se si esce da una prospettiva di risse e di interessi settoriali e corporativi da giocare nel breve periodo. Altrettanta capacità strategica è richiesta in ordine alle sfide della biopolitica, il sistema delle scelte sulla vita, che rischiano di minare le libertà fondamentali, mentre si sviluppa un discorso astratto e ideologico sui diritti.
Eccoci così al terzo punto, la lettura della vicenda del mondo cattolico. È la realtà di Chiesa di popolo profondamente radicata nella vita dell'Italia, secondo la linea di attuazione del Concilio, che pure non appariva per nulla scontata, proposta da Giovanni Paolo II e sviluppata dalla C.E.I. lungo i tre mandati della presidenza Ruini. Questa base porta a misurarsi in termini evidenti con il contesto più vicino, quello europeo, sulle prospettive di sviluppo cultuale e civile, per dare sostanza all'appello appassionato del Papa Benedetto XVI. C'è qui l'impegno del progetto culturale cristianamente ispirato, la dinamica dei valori non negoziabili e le precise indicazioni del presidente Bagnasco, su un rapporto positivo e fecondo con un Paese che merita un amore più grande.” (Da: Agenzia S.I.R. del 23 ottobre 2007).
 

 

La prima Messa di don Franco Rogato nella nostra prepositurale, domenica 21 ottobre, è stata contraddistinta da una significativa partecipazione dei Cernuschesi e da un’accurata preparazione e svolgimento della celebrazione eucaristica. Rogato, del resto, per il lungo periodo in cui è stato “cerimoniere” nella nostra prepositurale si è sempre impegnato per assicurare la giusta dignità e bellezza alle nostre liturgie.

Di questa giornata, indimenticabile certamente per il nostro concittadino, ci rimane il forte invito di don Luigi, parroco della città, pronunciato ripetutamente nel corso della sua omelia: “Resta con noi Signore”.

Un invito, prendendo spunto dal brano evangelico proposto, decisivo per i discepoli di Gesù, ma anche per ciascuno di noi. Un’affermazione da non dare mai per scontata: noi corriamo spesso il rischio di non riconoscere Gesù che cammina accanto a noi, come è accaduto per i due discepoli di Emmaus.

“Resta con noi Signore”  - un grido che può cambiare la vita, un desiderio che può trasformare un’esistenza - “perché il tuo Spirito ci renda capaci di essere testimoni ad ogni uomo e donna di buona volontà”.   

 

Alla ribalta della vita cittadina sembra salire di tono la vicenda relativa ad una donazione che la banca locale si sarebbe dichiarata disponibile a fare al nostro ospedale per l’acquisto dell’apparecchiatura  necessaria per fare la risonanza magnetica (valore: circa 1,8 milioni di euro).

Nelle scorse settimane a insinuare che qualcosa in questa vicenda non funzionava più per il verso giusto, è stato Giorgio Mandelli & Friends che, in una lettera pubblicata su questo sito, accusava l’attuale Sindaco e la sua maggioranza di non essersi “adoperato più di tanto, per far confermare il contributo di 1.800.000 euro promesso dal Credicoop per una risonanza magnetica. Ci giungono invece voci di altre proposte portate al Consiglio d’amministrazione (della banca): una su tutte, che la nostra chiesa ha necessità di interventi di  riaffrescamento e pavimentazione, vedremo come andrà a finire.”

Di questi giorni è poi una lettera aperta, firmata da tutti i primari dell’Uboldo, in cui si sostiene che la banca locale, dopo la nomina della nuova giunta, “aveva rinviato ogni decisione in merito, perché sembravano emergere pressioni a favore di altre scelte.”

Nel consiglio comunale dello scorso 15 ottobre è stata presentata una mozione - illustrata dal consigliere di Forza Italia, Giorgio Monti e votata all’unanimità - per la “valorizzazione dell’Ospedale Uboldo”, in cui si chiedeva l’impegno dell’amministrazione comunale per favorire la donazione, da parte di privati (senza però fare nomi), della citata apparecchiatura.

Una cosa è certa, se le pressioni di cui parlano i primari sono riferite al parroco della città, colpisce la superficialità con la quale, illustri e stimati professionisti, si sarebbero prestati, senza un minimo riscontro, a questa ennesima strumentalizzazione politica contro la Chiesa locale.

“È una vicenda costruita sul nulla” ci ha detto don Luigi Caldera. Infatti, sino alla data odierna, nessuna richiesta è stata mai sottoscritta dal nostro Prevosto per chiedere contributi al Credicoop per i prossimi lavori di ristrutturazione della nostra chiesa prepositurale.

Tutti sarebbero contentissimi se il nostro ospedale potesse disporre anche della risonanza magnetica; sarebbe però sorprendente se la banca di credito cooperativo, dopo le note vicende del commissariamento, si fosse già effettivamente dichiarata disponibile per una donazione così ingente. Il suo attuale bilancio e le autorità di vigilanza la consentirebbero? Lo scorso anno il Credicoop ha erogato “solo” 117.000,00 euro a titolo di erogazione e sponsorizzazione.

                                                                                                                                                       C.G.

 

Cernusco sul Naviglio, 27 ottobre 2007

 

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