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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 43/2010

PER IL PGT “DIAMO TEMPO AL TEMPO”,
MA SAPRÀ COSTRUIRE UNA CITTÀ APERTA?


 

“Sono consapevole che ci vuole tempo per metabolizzare il PGT, la sua terminologia e la sua struttura, per capirne le potenzialità e gli sviluppi. Diamo tempo al tempo.” Questa dichiarazione fatta dal Sindaco, Eugenio Comincini, prima della votazione finale sul nuovo documento urbanistico posto a guida dello sviluppo futuro della nostra città, ci pare riassumere un atteggiamento diffuso verso il PGT della nostra città.


 

L’approvazione finale del Piano è giunta dopo tre lunghe sedute di consiglio comunale. All’avvio del dibattito, il Primo cittadino si è detto soddisfatto del lavoro svolto, convinto che “in questi mesi ciascuno ha fatto la propria parte fino in fondo; e l’ha fatta bene”. Le osservazioni presentate, sempre a parere di Comincini, “non hanno minato l’impianto generale del Piano, che esce quindi integro e rafforzato dalla fase successiva all’adozione” dello scorso 5 maggio e “l’unico tema che ha raccolto una pluralità di segnalazioni è quello che ha visto ridotte del 40% circa le aree ove il precedente PRG consentiva di trasformare una villetta in una palazzina di plurimi appartamenti. Tali richieste sono state avanzate per ragioni diverse: dalle esigenze di poter eseguire operazioni immobiliari non più perseguibili, a quelle familiari, a quelle legate al poter conservare per il futuro possibilità edificatorie. La nostra scelta politica, però, ha voluto tutelare un disegno complessivo della città, una visione strategica e d’insieme che non può certo essere difesa parcellizzando esigenze e pur legittimi interessi.” Il Primo cittadino ha poi osservato “come scarso sia stato il contributo dato dai partiti e gruppi politici alla fase delle osservazioni”, rilevando poi che “a seguito della campagna stampa fatta a mezzo di volantini anonimi e firmati, mi sarei aspettato qualcosa di più consistente in termini di osservazioni.” Infine, Comincini si è detto «consapevole della responsabilità che ci assumiamo nel dire “sì” o “no” (o in qualche caso “nì”) alle osservazioni pervenute: queste sono state valutate una ad una, con la massima attenzione, anche rispetto alle scelte fondamentali operate dal PGT adottato.»

L’assessore all’urbanistica, Giordano Marchetti, ha ricordato che “la costruzione del PGT ha richiesto un lavoro lungo, impegnativo e faticoso durato oltre due anni. In cui si sono succeduti analisi, incontri, convegni, comunicazioni e ascolto.” Per poi aggiungere che ha “l’impressione che il tempo tenda a far dimenticare questo percorso, anche a qualche politico locale, al solo scopo di confondere e guadagnarsi una sterile ribalta al mercato dell’amplificazione mediatica.”

Per il responsabile dell’urbanistica “la cartina di tornasole del percorso di partecipazione c’è ed è rappresentata dalle osservazioni. Una fase altamente partecipata – da professionisti e operatori del settore e cittadini – con proposte motivate e articolate a tutto campo” e per dare i termini di un possibile confronto ha citato il numero delle osservazioni pervenute in altri Comuni: Melzo 45, Sesto San Giovanni 78, Carugate 100 e Bergamo 604.

Per Marchetti, con questo PGT, “finalmente la politica, quella che si occupa della città tutta, torna a governare la pianificazione urbanistica. Un cambio di rotta che alcuni non hanno condiviso e che hanno cercato di contrastare facendo uso dello strumento delle osservazioni.”


 

Sono state presentate 250 osservazioni per 620 quesiti: 22 sono state accolte, 121 respinte, 102 parzialmente accolte e 5 (quelle dei consiglieri Cassamagnaghi e Gargantini) non ammesse. Sul contenuto e sul dibattito riguardante le osservazioni, esaminate e discusse per gruppi omogenei ma poi votate singolarmente, ci ripromettiamo di ritornare nelle prossime settimane. Le osservazioni accolte non hanno sostanzialmente modificato il PGT adottato lo scorso 5 maggio.

L’approvazione finale del PGT ha richiesto 3 lunghe sedute – dal 27 al 29 ottobre – ed è avvenuta con i 12 voti favorevoli della maggioranza, 4 contrari (3 del PDL e 1 del Naviglio) e 2 astenuti (Lega e Lista Cassamagnaghi); assenti 3 consiglieri di minoranza (1 del PDL, 1 della Lega e 1 indipendente).

Un dibattito che ha fatto registrare un unico momento di tensione, durante la discussione su un’osservazione riguardante un’area da espropriare per destinare a parcheggio dell’Ospedale Uboldo; discussione poi rinviata, a seguito della disponibilità del Sindaco a rivedere i termini della controdeduzione, successivamente modificata con il parziale accoglimento dell’osservazione stessa. Altri punti di discussione, in particolare, hanno riguardato l’ex albergo Melghera, la trasformazione del comparto compreso tra le vie Pasubio e Verdi, il Centro tessile e il piano di edilizia convenzionata di via Cevedale e Bassano.


 

Attorno alla mezzanotte di venerdì 29 ottobre, i capigruppo hanno fatto le loro dichiarazioni di voto sul PGT. Marco Erba (PD), dopo aver detto che “questo PGT mette in pratica le linee guida che il centrosinistra cernuschese sostiene da tempo”, si è detto “fiero di approvarlo, perché è un ottimo documento, che considera il territorio un bene non riproducibile”, evidenziando tre cose importanti: riduzioni di volumetria edificabile, abbattimento ecomostro di via Melghera, riduzioni di lottizzazioni ai confini della città (via Vespucci).

Per Fabio Colombo (Vivere Cernusco) “dal PGT emerge chiaro il progetto di città che c’è e la coerenza con cui ci si è mossi. Chi l’ha snobbato è come se avesse snobbato la città.” Piace perché “frena il consumo di territorio, salvaguardia le aree messe a verde, potenzia le piste ciclabili, indica una soluzione per il comparto Melghera, propone una nuova scuola.”

Per Ermes Severgnini (Rifondazione comunista) “il lavoro fatto dall’amministrazione comunale nel periodo dedicato alle controdeduzioni delle osservazioni ha portato delle migliorie ad un documento che rappresenta una valida strategia del governo del territorio.”


 

L’astensione della Lega è stata motivata da Angelo Rocchi con il fatto che “riprende quasi tutti i temi proposti nella nostra ultima campagna elettorale.” L’esponente leghista ha aggiunto che “il ricupero delle aree dismesse non deve passare solo attraverso conversioni in edilizia residenziale, perché è importante conservare i posti di lavoro in città” e ha giudicato positivo il “mancato insediamento dei centri commerciali”. Rocchi ha anche indicato alcuni aspetti da approfondire: asse del naviglio, edilizia convenzionata in via Bassano, spostamento IPSIA e Villa Alari.

Ciro Angrisano (Lista Cassamagnaghi) si è astenuto perché “ci sono state aperture su alcuni temi” da lui sollecitati pur “mancando nel PGT soluzioni a progetti importanti per la città”, Villa Alari e Filanda, e “speravo in una soluzione ai problemi della viabilità cittadina, senza che Cernusco rimanga imbrigliata solo da un sistema di telecamere.”.


 

Il capogruppo del PDL, Giorgio Monti, nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo ha parlato di “tanti buoni propositi iniziali” poi disattesi, aggiungendo che “sorge il dubbio che si sia procrastinata l’adozione del PGT per dare così il via a permessi di costruire e denuncie di inizio attività”, non conteggiando la relativa volumetria nei dati del Piano. Ha poi accusato la giunta “di accanimento con i piccoli proprietari e di essere stata buona con gli operatori del settore”, di non aver fatto “qualcosa per diminuire la cementificazione” e “di non aver favorito la partecipazione”, per esempio facendo precedere l’adozione del PGT da una presentazione alla città.

Per Daniele Cassamagnaghi (Il Naviglio) “è mancato il colpo di spugna su alcuni ambiti importanti, per esempio l’albergo Melghera”, è stata proposta la trasformazione del comparto tra le vie Pasubio e Verdi che non condivide e c’è “un inasprimento eccessivo di regole”. L’ex sindaco ha poi chiesto, prima di dare corso alle nuove iniziative di edilizia sociale, di “fare uno screening” sulle reali necessità.


 

Come abbiamo riportato all’inizio, riprendendo la dichiarazione del Sindaco, diamo tempo al tempo per poter poi esprimere valutazioni su questo PGT.

Ci permettiamo, in particolare, di segnalare alcuni temi sui quali riflettere: la viabilità, l’esistenza o meno di un disegno per una Cernusco post-industriale, la possibilità concreta di attuare gli interventi di housing sociale, ma soprattutto la capacità di costruire una città aperta, orgogliosa sì della sua storia, ma non al punto da chiudersi in se stessa, a difesa dell’attuale contesto urbanistico e della quantità e qualità dei servizi sociali di cui ha saputo dotarsi.

Durante alcuni interventi in consiglio comunale è stato sostenuto che il PGT approvato è destinato a migliorare la qualità della vita dei Cernuschesi. A nostro parere, i Cernuschesi potranno dire che questo PGT migliorerà veramente la qualità della loro vita se li aiuterà a costruire una città aperta, a partire dal dialogo e dal confronto con chi vive in Comuni confinanti, spesso chiamati in causa per confronti non certamente positivi.

«La città - sempre chiamata a tenere aperte le sue porte, ad accogliere, se non vuole trasformarsi in cittadella - ha una vocazione al riconoscimento dell'altro, sconosciuto e inatteso, una vocazione alla pluralità e alla complessità. Le differenze sono disorientanti, la "stranierità" incute paura, lo sconosciuto facilmente è percepibile come nemico, ma la città non può evitare queste emergenze: ne va della sua vocazione. Per essere tale, la vita della città abbisogna di quest'arte dell'apertura, del riconoscimento, della capacità d'integrare il nuovo e il diverso, per instaurare un'ulteriore unità, una nuova solidarietà, un'inattesa comunità che costituiscono un arricchimento della polis (Enzo Bianchi, priore di Bose).

Ricordiamoci che la città sono i cittadini che la abitano e proprio per questo le danno vita.

 

PADRE EFREM TRESOLDI RIPARTE PER IL SUD AFRICA – Una concelebrazione eucaristica - domenica 31 ottobre, alle ore 9.30, nella chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta – ha concluso il mese missionario. A presiederla c’era padre Efrem Tresoldi, con padre Luciano Ghezzi, don Enrico Bertazzoli, don Sandro Spinelli: quattro nostri concittadini che testimoniano del fiorire delle vocazioni missionarie della nostra comunità. A concelebrare c’era anche il prevosto della città, don Ettore Colombo, che all’inizio della Messa ha invitato a ringraziare il Signore per il dono delle vocazioni missionarie e poi ha indicato i motivi particolari di gratitudine che riunivano con gioia la comunità attorno alla mensa eucaristica: padre Efrem Tresoldi ormai prossimo al ritorno in Sud Africa, dopo alcuni mesi trascorsi tra noi; padre Luciano Ghezzi, dopo un lungo periodo di permanenza a Cernusco, è stato destinato dal suo Istituto, il PIME, a dirigere una nuova Casa in provincia di Lecco; dal Brasile sono tornati don Sandro Spinelli – il rientro da uno dei suoi periodici viaggi è stata l’occasione per ricordare il suo 40° di ordinazione presbiterale che cade proprio quest’anno - e don Enrico Bertazzoli, che rimarrà con noi sino a gennaio.

Ricca di importanti spunti missionari l’omelia di Padre Efrem. Ha ricordato che tornare in Sud Africa per lui è come tornare un po’ a casa sua. Perché col tempo, vivendo nel Paese africano e diventando famigliare con la lingua e con la cultura del Paese e cominciando a voler bene alle persone e a condividere con loro le gioie e i dolori, è stato un po’ come trovare un’altra casa. Come è difficile staccarsi dalla casa in cui si è nati, così adesso è difficile allontanarsi dal Sud Africa.

Volgendo poi lo sguardo sulla situazione italiana, padre Efrem ha osservato che oggi pure qui da noi si è in missione. La diminuzione dei credenti non fa più percepire una Chiesa di massa, ma bensì di minoranza. Una Chiesa quindi chiamata ad andare incontro alla gente: un compito apparentemente scomodo ma affascinante, che interroga e mette in discussione continuamente.

Raccontando dell’esperienza della sua comunità parrocchiale in Sud Africa, padre Efrem ha sottolineato che, nell’annuncio del Vangelo, non sono le parole che contano ma lo stile di vita che si sceglie, a partire dalla capacità di vivere una sincera comunione tra le persone.

Tresoldi, missionario comboniano, ha invitato anche a non scoraggiarsi di fronte ai giovani che si allontanano dalle nostre parrocchie, ma a continuare a essere loro compagni di strada, ascoltandoli e offrendogli la testimonianza di una vita fondata sui valori evangelici, perché Dio opera grandi cose in coloro che lo cercano con fede ed amore.

Infine, padre Efrem ha ricordato che l’impegno missionario è di tutti i credenti, in forza del Battesimo ricevuto, e quindi ciascuno è chiamato ad annunciare e a farsi testimone dell’amore di Dio, senza pregiudizi, senza giudicare chi ha un’altra fede, pronto a farsi compagno di strada con chi si impegna a costruire una società più fraterna.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 1 novembre 2010

 

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