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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 42°/2009

Solidarietà: dal Fondo diocesano al Fondo cernuschese

L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, lo scorso 19 novembre, ha incontrato gli oltre 400 volontari della Caritas e delle Acli che si stanno impegnando nell’esame delle domande e nella gestione dei contributi del Fondo diocesano Famiglia – Lavoro, ma anche nell’inviare chi ha perso l’occupazione verso

altre opportunità di impiego e nel portare solidarietà e vicinanza umana.

A poco meno di un anno dalla sua costituzione, il Fondo - annunciato dall’Arcivescovo nella notte di Natale 2008 per aiutare le famiglie in difficoltà per la perdita o la mancanza di lavoro - ha superato la soglia dei sei milioni di euro, grazie ad un nuovo contributo di cinquecentomila euro della Fondazione Cariplo.

I principali contribuenti sono stati: Fondazione Cariplo, enti e società (197 offerte), privati cittadini (2483 offerte) e parrocchie (610 offerte) . Hanno fatto richiesta al fondo 4.100 famiglie e sinora sono state analizzate 2.711 domande, di cui 1.985 hanno avuto una risposta positiva. Al momento sono stati erogati 4.508.105,00 euro. Il contributo offerto pro capite è stato in media di 2.268 euro. Hanno chiesto aiuto sostanzialmente in ugual misura italiani e stranieri, per la maggioranza maschi (73%), coniugati (66%), per oltre un terzo (36,5%) con età compresa tra i 41 e i 50 anni, per quasi i tre quarti (72%) con figli minori a carico; operaio specializzato o generico (61,2%), disoccupato da meno di un anno (67,3%).

Le problematiche lavorative riguardano: licenziamento (30%), fine del contratto di lavoro a termine (29%), cassa integrazione (13%). In oltre la metà dei casi, il loro reddito è precipitato sotto i 500 euro mensili. Una situazione insostenibile se si tiene conto del fatto che solo il 25% vive in una casa popolare mentre il 43% paga canoni di affitto sul libero mercato.

 

«Il cardinale Tettamanzi si è congratulato con i volontari per il clima umano e profondamente religioso che aiuta ad aprire il cuore. Il suo sentimento di gratitudine si è espresso in cinque direzioni. La prima per i contribuenti, soprattutto per le motivazioni della loro solidarietà, ribadendo che in queste circostanze i soldi non bastano mai. La seconda per le famiglie che si sono presentate ai distretti, accolte con generosa sensibilità. Un terzo ringraziamento al Consiglio di gestione e a tutti i volontari Caritas e Acli, che hanno lavorato con gratuità, passione interiore e grande disponibilità. La quarta è per Benedetto XVI, che anche con la sua enciclica Caritas in veritate ha ribadito come la dottrina sociale della Chiesa si rifaccia sempre al vissuto dei fedeli. L’ultimo è un grazie al Signore, il vero ispiratore del Fondo.»

Nel corso dello stesso incontro, un sacerdote ha evidenziato l’importanza di stare vicino a persone a volte disperate. Questa crisi del lavoro mette in discussione fragili equilibri, ma ha rivelato un’opportunità missionaria, stimolando nuovi percorsi di solidarietà e la conoscenza di un mondo del lavoro ancora troppo sconosciuto. Anche se i percorsi sul tema della “sobrietà” stentano a decollare.

Altri volontari hanno raccontato all’Arcivescovo di aver visto, sentito e toccato con mano “quello che giornali e tv non fanno vedere”; delle lacrime di vergogna dei capifamiglia che “non si erano mai rivolti a un centro di ascolto”; della promessa fatta “con dignità di restituire quanto ricevuto, appena trovato un posto di lavoro”.

Nel decanato di Cernusco (che comprende anche le parrocchie di Carugate, Bussero, Cassina de’ Pecchi, Pioltello e Segrate) sono stati erogati contributi per 233.800 euro, aiutando 101 persone; sono, invece, state respinte 33 domande.  Questi dati pongono il nostro decanato al secondo posto, dopo quello di Vimercate, fra i 74 della diocesi per contributi ricevuti. Il totale delle offerte raccolte nel nostro decanato è stato di 17.805,00 euro.  

 

Anche  la nostra amministrazione comunale, in questi giorni,  ha reso noto i dati relativi al Fondo di solidarietà contro la crisi istituito nello scorso settembre.

Alla data del 23 ottobre, scadenza per le richieste di accesso al bando, il Comune aveva ricevuto 49 domande. Dopo una prima scrematura ne sono state escluse 16, per mancanza dei requisiti indicati nel bando.

Il maggior numero di richieste ha riguardato il sostegno al pagamento di affitti e mutui (21 domande sulle 27 finanziate, per un totale di 33.000 euro), mentre altri 34.900 euro sono stati distribuiti per il cosiddetto “minimo vitale” cioè il sostegno alle spese per la sussistenza; a 6 richiedenti, infine, è stato assegnato un contributo per i crediti al consumo. Gli importi dei contributi singoli variano da 700 a 4.600 euro; in media ciascuno dei richiedenti riceverà circa 2.000 euro.

Nel bilancio comunale 2010, il fondo anti-crisi sarà rifinanziato, ma non si sa ancora in quale ammontare.

 

Cosa chiediamo al nostro Comune, non solo in questo tempo di crisi? Chiediamo iniziative virtuose per aiutare le famiglie che si trovano in difficoltà - che sono molte di più di quelle che vengono allo scoperto, perché in molte c’è il pudore nel non rendere pubblico questa loro situazione - risparmiando su altri capitoli di bilancio, impiegando scrupolosamente ogni euro di entrata, evitando sprechi. Ma l’invito è anche a superare la logica delle “misure tampone” e a investire su strategie di lungo termine, capaci di sostenere per davvero i nuclei sociali che più stanno subendo le conseguenze di questa crisi economica.

Per tutti, ci dovrebbe essere, invece, l’impegno a cambiare stili di vita, puntando, come ci ha suggerito il nostro Arcivescovo, sulla solidarietà e sulla sobrietà.

Sarebbe veramente interessante e utile che su questi temi sociali, in città, si discuta e ci si confronti. Invece, nel dibattito asfittico di questi mesi, trovano spazio solo i temi urbanistici. Rattrista, inoltre, rilevare che, in maggioranza e all’opposizione, senza distinzione alcuna, copiando i peggiori esempi della politica nazionale, si giochi a screditare l’avversario politico, anche con facili moralismi!

La città ha vivo desiderio e bisogno di un clima più costruttivo, altrimenti la lontananza dei Cernuschesi dalla politica è destinata ad allargarsi sempre di più. Nel ricreare questo contesto, noi ci ostiniamo a pensare – forse ingenuamente? - che i cristiani impegnati in politica debbano essere in prima fila e che il loro stile e la loro sfida debbano essere quelli della mitezza.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 23 novembre 2009

 

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