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HOME > La Nota della Settimana > N° 41/2013

IL MOMENTO È DELICATO.
C’È BISOGNO DI SERIETÀ E IMPEGNO.

 

Le proteste che nella scorsa settimana si sono manifestate, anche in modo violento, in varie parti d’Italia, creando preoccupazioni e disagi, potrebbero riservarci ulteriori sorprese nei prossimi giorni, con il preannuncio di iniziative nella capitale. Da più parti è stato sottolineato che siamo di fronte ad un fenomeno – quello del movimento dei “forconi” – da non sottovalutare, perché la crisi economica è forte, le recriminazioni sono tante e l’esasperazione per una situazione che non vede ancora vie d’uscita continua a crescere. La sofferenza dei tanti che in questa crisi infinita sono trascinati sempre più in basso esige rispetto, non le strumentalizzazioni, e merita risposte.

C’è una povertà gridata e un’altra nascosta - Due voci che vengono dai territori in cui queste proteste si sono manifestate in modo più intenso ci possono aiutare a comprendere meglio quanto sta accadendo. La prima voce è dal nord-ovest. «Si può discutere su chi siano i genitori della protesta dei “forconi”, che ha infiammato alcune piazze in questa settimana, e sul rischio che il fenomeno venga in qualche modo strumentalizzato da più parti, ma è pur vero che è segno di un disagio dilagante e trasversale. E si potrà discutere anche sui metodi di protesta, sulle degenerazioni e derive violente di gruppi più o meno numerosi di persone, ma resta un fatto: quel disagio, quel malessere non sono un’invenzione. “C’è una povertà gridata e un’altra nascosta. Ma tutte e due sono povertà - ha commentato lunedì 9 dicembre monsignor Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, anche lui ‘bloccato’ dalle manifestazioni - . Ciò che fa esplodere la protesta non è tanto la povertà quanto vedere lo spreco, la corruzione, l’evasione fiscale e una speculazione sempre più ampia tra chi ha di più e chi invece si sente escluso”. Di qui un invito a chi governa il Paese ad ascoltare il grido e la protesta della gente: “Il compito dello Stato è arginare, anzi demolire, la corruzione che, come un cancro, crea spazi di povertà sempre più ampi”. Ovviamente la protesta, tutte le proteste, non possono soltanto essere volte a “distruggere ciò che ormai è intollerabile”. Serve una proposta, uno spiraglio, un progetto di ricostruzione. È questo il messaggio che devono cogliere le persone che abbiamo delegato a rappresentarci e gestire la cosa pubblica. Al di là ancora delle diverse opinioni politiche, dei giochi di potere e delle lotte tra chi governa e chi si oppone. Bisogna tornare a una politica che guardi ai problemi reali e non soltanto alle campagne elettorali e agli spot da salotto televisivo. Un concetto tanto abusato da diventare un banale luogo comune. Ma resta il punto da cui partire.» (Walter Lamberti, direttore del settimanale “La Fedeltà” di Fossano)

Occorre evitare alcuni errori – La seconda voce è dal nord-est. «Di fatto i “forconi”, spesso parte di quel popolo che non ha mai votato o ha deciso di non votare più, sono diventati i catalizzatori della rabbia trasversale che aspettava qualcuno che accendesse il cerino per bruciare. Il malessere è così sentito che la gente, pur sopportando il disagio delle code, spesso non s’infuria (come dovrebbe), condividendo il malcontento. Quando scarseggia il pane sulla tavola, quando vi è difficoltà a comperare i libri ai figli, quando il frigorifero è freddamente vuoto, quando non si riesce più a pagare il mutuo, si scende in piazza, finendo per coagulare vari movimenti con il pericolo d’infiltrazioni dei violenti e di gravi disordini. Per questo occorre evitare alcuni errori. Il primo: sottovalutare il disagio dei disoccupati, delle famiglie. Il secondo: soffiare per ragioni di partito sul malumore come sta facendo Grillo e un po’ Berlusconi. Il terzo: illudere che tutto finirà presto, basta una Germania più ragionevole. Il quarto: minimizzare la sfiducia, purtroppo generalizzata e persino eccessiva, nella politica. Il quinto: considerarsi, vedi i Comuni, al riparo dalle proteste, facendo credere di non essere parte del problema, nonostante gli sprechi e debiti di troppe amministrazioni, Regioni comprese. … Attenzione a non scherzare con il fuoco. Il momento è delicato. Vi è bisogno di serietà e impegno. Di buoni esempi. Di giustizia. Di carità. Di solidarietà che lenisca le ferite provocate dalla crisi, frutto non solo della globalizzazione ma anche dell’ingiustizia. Il che non giustifica una protesta a oltranza, di fatto contro la vita normale della gente.» (Bruno Cescon, direttore del settimanale “Il Popolo” di Concordia-Pordenone)

Non ci possono essere soluzioni semplici a problemi complessi. Oltre alla perdurante crisi economica, che ha fatto crescere il disagio sociale a livelli di guardia, stiamo anche attraversando una crisi della rappresentanza sociale e politica. Infatti, molte delle persone che stanno protestando non si sentono rappresentate da nessuno. Siamo in una situazione nella quale “nessuno può pensare di risolvere i problemi che abbiamo di fronte nel giro di pochi mesi. Fermare il declino e rilanciare l’Italia – ha scritto il sociologo Mauro Magatti venerdì 13 dicembre 2013 su Avvenire - assorbire la disoccupazione che si è creata in questi anni, superare la crisi istituzionale e quella morale sono obiettivi che hanno bisogno di uomini, di tempo, di alleanze. Di saggezza e di competenza. L’area del populismo si va pericolosamente allargando e non può essere sottovalutata. Anche perché sappiamo che in Italia le ali estreme – tanto a destra quanto a sinistra – sono state storicamente pericolose. Da qui la necessità di un impegno serio e concreto di tutte le forze responsabili per superare questa difficile fase.» Anche la Chiesa, come hanno dichiarato alcuni vescovi diocesani in questi ultimi giorni, non mancherà di fare la sua parte e di dare il proprio contributo per aiutare il Paese a uscire da questa grave crisi.

Intanto, un altro modo di manifestare in difesa dei posti di lavoro e per il rilancio dell’occupazione ha trovato spazio lo scorso sabato 14 dicembre, a Cernusco e nella Martesana. Un modo “civile, intelligente e utile”, come ha detto il nostro Sindaco. Ma di questo ne parliamo in un altro articolo.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 16 dicembre 2013

 

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