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HOME > La Nota della Settimana > N° 41/2012

IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI: NECESSARIA E URGENTE
UNA PARTECIPAZIONE ATTIVA E RESPONSABILE

 

“La Chiesa non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione”. I vescovi della diocesi di Milano si affidano alle parole dell’enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI per aprire la nota diramata lo scorso 27 novembre in vista delle elezioni politiche ed amministrative (l’intero documento è disponibile qui). Di fronte alla “tentazione molto diffusa del disimpegno e del disinteresse” sulle scelte che realizzano e governano il bene comune, l’opera educativa delle comunità cristiane è, secondo il Consiglio episcopale milanese, “necessaria e urgente” per sollecitare tutti alla “partecipazione attiva e responsabile” agli appuntamenti elettorali legati al voto per il Parlamento e per il Consiglio regionale della Lombardia. “A nessuno – si legge - deve sfuggire l’importanza dell’esercizio del diritto-dovere del voto responsabilmente espresso”, e proprio ora che la crisi genera “paure e insicurezze”, occorre che la politica elabori “risposte all’altezza della situazione, capaci non soltanto di farci uscire dal periodo di difficoltà, ma di migliorarci”. Realizzare la fiducia sarà possibile, secondo i vescovi, solo salvaguardando “dall’erosione dell’individualismo” le “questioni etiche rilevanti” mediante la promozione dei valori ispirati “alla retta ragione e al Vangelo”. I cattolici faranno pertanto riferimento ai “principi irrinunciabili dell’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia”, che sia “aperta alla vita” e “fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”. Guarderanno al “rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale”, alla “libertà religiosa”, al “diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli”, alla “tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù”. E ancora, punteranno allo “sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune”, alla “giustizia sociale”, al riconoscimento dei “principi di solidarietà e di sussidiarietà” e alla pace come “valore supremo a cui tendere”. Nella speranza di un “impegno attivo di un numero sempre maggiore di laici cristiani nell’attività amministrativa e politica”, affinché “non prevalga la tentazione del disfattismo”, dai candidati cattolici i vescovi attendono “l’impegno per rafforzare la credibilità” del servizio della politica: il Consiglio episcopale auspica che “siano esemplari per rigore morale, attenzione alla gente, spirito di servizio, professionalità, capacità non solo di rifiutare ogni forma di corruzione” ma “di anteporre il bene comune ai propri anche legittimi interessi di parte”.

Anche i presidenti dell’Azione Cattolica delle diocesi lombarde hanno emesso un documento congiunto sull’attuale situazione politica alla Regione Lombardia (testo integrale qui). «In questo tempo l’Azione Cattolica - si legge nel documento – rivolge l’appello a non cedere alla tentazione dell’indifferenza e del disimpegno e invita tutti a contribuire ad un cambio di passo per favorire un clima di nuova speranza e di rinnovato rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. L'attuale situazione politica lombarda, dopo lo scioglimento del consiglio regionale e la necessità di nuove elezioni, induce alcune riflessioni. Le note vicende degli ultimi mesi hanno aumentato la sfiducia nei confronti della politica. La crisi fondamentale è quella del rapporto tra i cittadini e la politica, è la paura di non essere più rappresentati nelle proprie istanze e nel riconoscimento dei propri diritti, è la fatica nel cogliere un progetto di buona amministrazione per il bene di tutti. Quanti sono i cittadini delusi che ormai non si pongono più la domanda “per chi votare” ma “se andare a votare”?» Il documento osserva poi che «è nella vita ordinaria e quotidiana che si inizia a “fare” politica, ed è un ambito nel quale ciascuno è chiamato a fare la sua parte: maturando un attento e lungimirante discernimento della realtà alla luce del riconoscimento della centralità della persona e della promozione dei valori che fondano la convivenza civile, anzitutto la famiglia e la vita; promuovendo, là dove si vive, relazioni amicali, dimostrando, in particolare, concreta solidarietà nei confronti di chi è in difficoltà e ha bisogno di gesti e segni di speranza. Sono solo esempi di un necessario “abito culturale” che sappia con decisione contrastare la prevalente cultura individualista che mette al centro l’interesse personale e non sa guardare oltre la soddisfazione dell’oggi.» In conclusione, “l'invito decisivo è quello di riprendere a fare politica a tutti i livelli, singolarmente e in forma organizzata, promuovendo luoghi ed esperienze di partecipazione attiva, per formare cittadini maturi e capaci di operare per il bene di tutti, nessuno escluso.»

C’è abbastanza su cui riflettere, a partire dalla capacità di superare la sindrome della subalternità, che nasce dal timore di essere etichettati, se si va controcorrente.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 3 dicembre 2012

 

«DALLA POLITICA RISPOSTE ALL’ALTEZZA DELLA SITUAZIONE AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE»

All’avvio di una lunga campagna elettorale che culminerà con le elezioni del Consiglio Regionale Lombardo e del Parlamento della Repubblica italiana, il Consiglio Episcopale della Diocesi di Milano offre alcune indicazioni per vivere questo tempo con responsabilità.

1. Come spiega Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate, «la Chiesa non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione» (n. 9).

Di fronte alla tentazione molto diffusa del disimpegno e del disinteresse sui temi del bene comune e delle scelte che lo realizzano e governano, è necessaria e urgente l’opera educativa delle comunità cristiane affinché solleciti tutti alla partecipazione attiva e responsabile a questi appuntamenti elettorali attraverso: un’adeguata informazione su programmi e candidati, l’esercizio del proprio voto, l’impegno attivo di un numero sempre maggiore di laici cristiani nell’attività amministrativa e politica.

A nessuno deve sfuggire l’importanza dell’esercizio del diritto-dovere del voto responsabilmente espresso: con esso si concorre a determinare l’indirizzo politico del proprio Stato e della propria realtà locale. Per questo motivo il Consiglio Episcopale si augura che il confronto tra le parti sia sereno e leale, si svolga su programmi ben articolati, in modo che gli elettori siano messi nella condizione di compiere la scelta che giudicano più valida.

2. In un momento in cui il perdurare della crisi economica sta generando paure e insicurezze che rendono più fragile il legame tra i cittadini, occorre che la politica sappia elaborare risposte all’altezza della situazione, capaci non soltanto di farci uscire dal periodo di difficoltà, ma di migliorarci.

Un clima di fiducia sarà realizzabile se insieme si lavorerà per salvaguardare dall’erosione dell’individualismo le questioni etiche rilevanti, promuovendo i valori ispirati alla retta ragione e al Vangelo. Per questo i cattolici faranno riferimento ai principi irrinunciabili dell’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia, aperta alla vita, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, sul rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale, sulla libertà religiosa, sul diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli, sulla tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù, sullo sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, sulla giustizia sociale, sul ruolo da riconoscere ai principi di solidarietà e di sussidiarietà, sulla pace come valore supremo a cui tendere.

Su ognuno di questi punti sarà importante lavorare per costruire un consenso il più possibile condiviso e diffuso. Tutti i candidati, a maggior ragione i cattolici, si impegnino per ridare fiducia al Paese e ai suoi abitanti, presentando programmi e proposte realmente tese a costruire il bene comune: non prevalga la tentazione del disfattismo. Dai cattolici in particolare ci si attende l’impegno per rafforzare la credibilità di un impegno speso al servizio della politica: siano esemplari per rigore morale, attenzione alla gente, spirito di servizio, professionalità, capacità non solo di rifiutare ogni forma di corruzione ma anche di anteporre il bene comune ai propri anche legittimi interessi di parte.

3. Per evitare strumentalizzazioni il Consiglio Episcopale ricorda a tutti le disposizioni diocesane più volte ribadite in base alle quali le parrocchie, le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, le associazioni e i movimenti ecclesiali, non devono mettere sedi e strutture a disposizione delle iniziative di singoli partiti o formazioni politiche, e invita anche i consacrati ad attenersi a tali indicazioni. Si vigili per evitare che le attività pastorali vengano strumentalizzate a fini elettorali: durante questo periodo, è prudente non programmare iniziative che coinvolgano persone candidate o già impegnate a livello politico.

Sulla base di quanto stabilito nei direttori diocesani, gli appartenenti a organismi ecclesiali, a maggior ragione se occupano cariche di rilievo, qualora intendano mettersi a disposizione del bene comune candidandosi alle elezioni sono da considerarsi sospesi dai predetti organismi e lasceranno il proprio incarico in caso di elezione avvenuta. Ogni persona che riveste e mantiene compiti o ruoli di responsabilità nelle istituzioni e negli organismi ecclesiali è invitata ad astenersi rigorosamente da ogni coinvolgimento elettorale con qualsiasi schieramento politico.

In particolare, sulla base dei criteri stabiliti nella normativa canonica e offerti nei ripetuti interventi dell’episcopato italiano, ai presbiteri è richiesta l’astensione da qualsiasi forma di propaganda elettorale e di attività nei partiti e movimenti politici. Analoghi criteri prudenziali sono offerti all’attenta valutazione di diaconi e consacrati.

Consiglio Episcopale della Diocesi di Milano

 

L’AC DI LOMBARDIA E L’ATTUALE SITUAZIONE POLITICA

Comunicato dei Presidenti diocesani: dopo lo scioglimento del Consiglio regionale, l’associazione non si sottrae alla riflessione e invita i cristiani a un impegno a tutti i livelli per il bene di tutti 

In questo tempo l’Azione Cattolica, consolidata scuola di formazione ecclesiale e civile e di democrazia rivolge, attraverso i Presidenti delle diocesi lombarde, l’appello a non cedere alla tentazione dell’indifferenza e del disimpegno e invita tutti a contribuire ad un cambio di passo per favorire un clima di nuova speranza e di rinnovato rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.

L'attuale situazione politica lombarda, dopo lo scioglimento del consiglio regionale e la necessità di nuove elezioni, induce alcune riflessioni. Le note vicende degli ultimi mesi hanno aumentato la sfiducia nei confronti della politica. La crisi fondamentale è quella del rapporto tra i cittadini e la politica, è la paura di non essere più rappresentati nelle proprie istanze e nel riconoscimento dei propri diritti, è la fatica nel cogliere un progetto di buona amministrazione per il bene di tutti.

Quanti sono i cittadini delusi che ormai non si pongono più la domanda “per chi votare”, ma “se andare a votare”? L’astensionismo, incombente, non mostra solo l’incertezza del quadro attuale di riferimento, ma anche la necessità di un profondo rinnovamento.

Tra le varie forze politiche e i vari schieramenti prevale ora la ricerca del candidato “credibile”, e ciò può essere indice di una riflessione interna che almeno in parte riconosce il bisogno di trasformarsi, aprendosi con più coraggio alla società civile. Ci auguriamo tuttavia che non sia una mossa strumentale per recuperare consenso, riconoscendo l’attuale “minusvalore” della connotazione partitica su un piano elettorale.

Oggi impegnarsi in politica è più difficile. Insieme alle necessarie competenze tecniche per chi dovrà amministrare, occorre un profilo umano alto che testimoni anche con uno stile di vita trasparente e coerente un autentico spirito di servizio a favore della collettività. Ricercare il consenso promettendo l’impossibile o la tutela di interessi di parte non può che condurre in vicoli ciechi.

Oggi più che mai chi fa politica ha bisogno di non sentirsi solo. L’esercizio politico dei cittadini non può ridursi al solo atto del voto, quasi inteso come una delega in bianco data a chi sembra possa meglio corrispondere alle “mie” idee o, peggio, tutelare il “mio” interesse. Avvertiamo il bisogno che si alzi il livello della cultura politica e che tutti si sentano responsabili della costruzione del bene comune.

È nella vita ordinaria e quotidiana che si inizia a “fare” politica, ed è un ambito nel quale ciascuno è chiamato a fare la sua parte: maturando un attento e lungimirante discernimento della realtà alla luce del riconoscimento della centralità della persona e della promozione dei valori che fondano la convivenza civile, anzitutto la famiglia e la vita; promuovendo, là dove si vive, relazioni amicali, dimostrando, in particolare, concreta solidarietà nei confronti di chi è in difficoltà e ha bisogno di gesti e segni di speranza.

Sono solo esempi di un necessario “abito culturale” che sappia con decisione contrastare la prevalente cultura individualista che mette al centro l’interesse personale e non sa guardare oltre la soddisfazione dell’oggi.

Accogliendo la raccomandazione, presente nella tradizione della dottrina sociale della Chiesa, di partecipare alle vicende del nostro Paese in termini di responsabilità personale e di attenzione ai principi che reggono la vita della società riproponiamo l’esortazione che il Concilio nella Gaudium et Spes aveva rivolto in particolare ai cristiani: «Tutti i cristiani devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica; essi devono essere d’esempio, sviluppando in se stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune; così da mostrare con i fatti come possano armonizzarsi l’autorità e la libertà, l’iniziativa personale e la solidarietà di tutto il corpo sociale, la opportuna unità e la proficua diversità» (n. 75).

L'invito decisivo è dunque quello di riprendere a fare politica a tutti i livelli, singolarmente e in forma organizzata, promuovendo luoghi ed esperienze di partecipazione attiva, per formare cittadini maturi e capaci di operare per il bene di tutti, nessuno escluso.

I Presidenti Diocesani di Azione Cattolica delle associazioni di Lombardia
BERGAMO - Paolo SANGUETTOLA
BRESCIA - Andrea RE
COMO - Francesco MAZZA
CREMA - Francesco GALIMBERTI
CREMONA - Gabriele PANENA
LODI - Giuseppe VELUTI
MANTOVA - Sabrina TELLINI
MILANO - Valentina SONCINI
PAVIA - Paolo MONTAGNA
VIGEVANO - Paolo PIOVERA
Il Delegato Regionale - Paolo RONCONI

 

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