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HOME > La Nota della Settimana > N° 40/2013

EXPO 2015: OCCASIONE
"PER METTERE MANO A UN NUOVO UMANESIMO"

 

L‘arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nel tradizionale discorso alla città, tenuto alla vigilia della solennità di sant’Ambrogio, ha toccato alcuni temi collegati all’Expo 2015. “Il discorso –come ha dichiarato lo stesso Arcivescovo - ha inteso approfondire i termini chiave del titolo dell’Expo (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”), che sono l’alimentazione, la vita, l’energia e il pianeta, cercando di coniugarli e di comporli in unità, in modo che si veda la sorgente che li ispira che, in ultima analisi, è la concezione dell’uomo e della vita comune. Nello stesso tempo, è stato un modo per interrogarci sulla grande importanza di questo avvenimento per Milano e per il suo futuro”.

"Non si può parlare di ecologia dell’ambiente senza parlare di ecologia dell’uomo" – «La questione della fame sarà dirimente non solo per ca­pire come "abitare il mondo domani", ma altresì per capire se domani ci sarà ancora un mondo abitabile», ha affermato l'Arcivescovo. «L'attuale crisi alimentare non implica solo l'impiego di tecniche. È in­nanzitutto una questione di concezione della vita umana». Per Scola, «prima di un'ecolo­gia ambientale viene un'ecologia dell'uomo; dal momento che il degrado o meno dell'ambiente è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana», perciò «non si potrà rispondere alla domanda cosa nutre la vita? in modo efficace senza prima assumere in prima persona il compito di educarsi ed edu­care a una rinnovata concezione dell' essere uo­mini». Dentro questa sfida educativa i cristiani offrono alla libertà di tutti «la risposta di Gesù»: «la sua Eucaristia, il dono totale di sé. Il pane che l'uomo desidera è Dio stesso che si offre in dono. Solo così egli può essere definitivamente saziato. I cristiani, partecipando ogni domenica all'Eucaristia, sono introdotti nella logica del dono come legge della vita». E sono chiamati a proporre «lo stile di Colui che ha vissuto pienamente l'esperienza dell'umano». Scola ha quindi avvertito che «i nuovi stili di vita di cui abbiamo bisogno o saranno integrali o, semplicemente, non saranno». Perciò serve «una visione integrale» dell'esistenza in ogni suo aspetto: la vita, gli affetti, il matrimonio, il lavoro, il riposo, la fragilità e il dolore, la giustizia, il conflitto sociale, la pace, l'economia, il rapporto col cosmo. L’Arcivescovo ha poi invitato a «recuperare l'orizzonte compiuto dell'insegnamento biblico sulla responsabilità dell'uomo, che mette in campo simultaneamente Dio, l'uomo e il creato». E così superare sia la «logica predatoria» sia la «sacralizzazione» dell'ambiente. Il pianeta non ci appartiene. E dovremo consegnarlo, abitabile, alle generazioni future.

“Il bisogno è innanzitutto espressione di fragilità e di mancanza” - Il card. Scola ha proseguito analizzando il concetto di bisogno: "Troppo spesso interpretato come diritto esclusivo al benessere, il bisogno è invece innanzitutto espressione di fragilità e di mancanza. In caso contrario il bisogno si trasforma in pretesa e diventa sorgente di dominio. Infatti, l’esperienza della mancanza non si risolve mediante una dilatazione indefinita del consumo. Niente di quello che consumiamo è in grado di rimediare la strutturale mancanza, bisogno, che caratterizza il modo umano di essere al mondo. Il bisogno, in quanto segno di fragilità, documenta invece la necessità di affrontare la questione cruciale del compimento dell’uomo". Dunque, "tale questione implica una duplice apertura: all‘intelligenza creativa e al desiderio, come capacità di riformulare continuamente i bisogni stessi, come facoltà di porsi al di là dell’ordine stesso dei bisogni". Infatti "l’appagamento dei bisogni implica l‘apertura ad una prospettiva di compimento integrale dell‘esistenza, che non può essere affrontata con una misura puramente quantitativa". L’Arcivescovo ha ricordato che l‘Expo potrà essere per Milano l’occasione "per mettere coraggiosamente mano a un nuovo umanesimo" che potrà portare a un suo "rinascimento". 

Verso l’Expo 2015 - “Cosa nutre la vita?” è il titolo del volume (in uscita lunedì 9 dicembre per le Edizioni Centro Ambrosiano e in ebook nella collana “I corsivi” del Corriere della Sera) che l’arcivescovo di Milano ha dedicato ai temi dell’Expo 2015 e che in sintesi ha ripreso nel discorso alla città. Tra i temi trattati nel volume, anche “questioni scottanti” come la tecnocrazia, che rischia di mettere ai margini il soggetto e i corpi intermedi”, o “il grande problema della fame”, della “sovranità alimentare e delle piante geneticamente modificate”, l’applicazione sempre più radicale dei sistemi finanziari generali al mondo dell’agricoltura. Una questione, quest’ultima, che, “oltre a portare con sé tutti gli inconvenienti della cosiddetta ‘finanziarizzazione’ dell’economia”, “tratta il cibo come pura merce”. Occorre, secondo l’arcivescovo di Milano, “affrontare il rapporto con il cosmo dentro una situazione di interscambio, di equilibrio tra tutti gli esseri viventi e con il cosmo stesso”.

Il “grande cambiamento” domandato da “un’autentica ecologia umana” - Il “grande cambiamento” domandato da “un’autentica ecologia umana” non è, per il card. Scola, “soltanto a livello delle macro-strutture, ossia dei sistemi politici, finanziari e delle modalità di produzione degli alimenti”, ma “attende da miliardi di persone piccoli cambiamenti a proposito di migliaia e migliaia di comportamenti”. Portando, pertanto, con sé “un’urgenza educativa realmente imponente ma necessaria”. È come se la nostra fosse una civiltà “piena di buone schegge, ma che domanda unità”, che può venire da un “nuovo umanesimo, ossia da un tentativo di mettere in evidenza la bontà di un io che si concepisce in relazioni: in relazione con gli altri, in relazione equilibrata col cosmo e in relazione con l’Altro”. Da qui fa discendere “stili di vita, pratiche di vita buona mediante le quali valorizzare la persona e tutti i soggetti intermedi”. Il grande cambiamento, pertanto, “non è soltanto a livello delle macro-strutture”, ma “attende da miliardi di persone piccoli cambiamenti a proposito di migliaia e migliaia di comportamenti”. http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

C’è quindi anche qualcosa che è richiesto a ciascuno di noi: l’impegno educativo, la testimonianza di una vita buona, stili di vita sobri. Il cambiamento tanto invocato può cominciare da qui.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 9 dicembre 2013

 

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