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HOME > La Nota della Settimana > N° 3/2014

LA FAMIGLIA: UN PATRIMONIO MISCONOSCIUTO

 

La crisi economica che affligge il nostro Paese ha travolto certezze e presunzioni, ma ha anche iniziato a far maturare una maggiore consapevolezza sui valori che contano davvero e sta mostrando pure quale sia la rete di sostegno e promozione, alla fine, più efficace e più solida: la famiglia. Una rete certamente incisiva in senso materiale, perché gli scambi monetari e di servizi che un nucleo può assicurare al proprio interno e alla cerchia vicina della propria comunità superano spesso di gran lunga le provvidenze pubbliche. Ma soprattutto in senso più ampio, se si guarda a quell'insostituibile funzione educativa che la famiglia assicura come bene per l'intera società. Se il nostro Paese ha retto meglio di altri alla perdurante crisi economica, se il prezzo sociale, che pure in moltissimi stanno pagando, è stato meno elevato e doloroso, lo si deve in particolare proprio agli ammortizzatori interni messi in campo dalle famiglie. In senso "verticale" tra le diverse generazioni: coi nonni pensionati ad aiutare le giovani coppie precarie, le generazioni di mezzo a prendersi cura dei propri vecchi. E in senso "orizzontale": con migliaia di famiglie che hanno messo mano ai portafogli e alle riserve, accumulate con fatica nel tempo, per sostenere migliaia di altri nuclei, come dimostrano i risultati concreti dei vari fondi di solidarietà promossi nelle diocesi italiane. La famiglia come scuola di solidarietà, di coesione sociale, rappresenta un patrimonio misconosciuto. Spesso guardato con fastidio, che addirittura bloccherebbe lo sviluppo di una società più aperta ed equa. E invece fortunatamente resiste, come peculiarità della società italiana.

 

Questo è il momento di investire sulla famiglia - Ora si tratta di rinnovare l'impegno ad aiutare le famiglie, ma più ancora di riconoscere e promuovere il loro ruolo respingendo sia i tentativi di porre sullo stesso piano qualsiasi forma di aggregazione sociale sia il rinnovarsi di un'indifferenza alla lunga distruttiva. Partendo - secondo quanto più volte proposte dalla associazioni famigliari e da esperti in politiche familiari – con provvedimenti di sostegno al reddito e di agevolazioni fiscali, a cominciare dalle coppie con più figli minori, dalle famiglie con anziani, dalle famiglie in cui una sola persona è occupata ed è un operaio, da quelle più povere, dai lavoratori dipendenti sui quali grava un'alta pressione fiscale e contributiva, dalle famiglie nelle quali ci sono redditi da lavoro atipico. Quanto dovremo aspettare ancora per vedere finalmente una  svolta nelle politiche famigliari e per assumere la famiglia come metro per misurare e progettare una società più equa e coesa? Spesso si sente dire che per le politiche famigliari bisogna aspettare tempi migliori, magari quando le casse dello Stato torneranno a riempirsi. Se come è dimostrato da tutte le ricerche sono proprio le famiglie a tenere a galla il Paese, allora non è il giunto il momenti di rischiare per aiutarle? 

Le politiche famigliari non devono più essere guardate come voce di “spesa” ma viste come “investimento” sociale. Inoltre, è necessario pensare e promuovere un welfare nuovo, costruito insieme alle famiglie, in cui le stesse possano essere protagoniste e sviluppare così la fantasia, le risorse e le relazioni di cui sono capaci (ne parliamo in un altro articolo su questo stesso sito)

 

A livello locale, importanti spazi di intervento a favore della famiglie sono riconducibili sostanzialmente a tre settori particolarmente sensibili: edilizia abitativa, asili nido e scuola materna, e in generale i servizi sociali. Nella nostra città, dobbiamo riconoscerlo, alle famiglie sono già offerti molti servizi, ma si potrebbe fare ancora di più. Nel maggio 2011, l’attuale Sindaco, nel lanciare l’iniziativa “Cernusco città amica delle mamme e delle famiglie”, parlò di “una nuova sfida per la nostra amministrazione, che si apre alla partecipazione e alla cittadinanza attiva con la quale proveremo a lavorare su azioni e progetti per sviluppare un’offerta sempre più vicina alle famiglie e alle loro reali esigenze”. Ma, trascorsi alcuni mesi, di quel progetto non si è più sentito parlare.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 27 gennaio 2014

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