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HOME > La Nota della Settimana > N° 3/2013

MANIFESTO DEI SINDACI CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO”:
A QUANDO L’ADESIONE DEL NOSTRO COMUNE?

 

L’Italia è il primo Paese in Europa, e il terzo nel mondo dopo Stati Uniti e Giappone, per la diffusione del gioco d’azzardo e il primo mercato mondiale del “Gratta e vinci”. Un record poco lusinghiero, con un fatturato che si aggira intorno agli 80 miliardi di euro nel 2011, destinato ad aumentare per il 2012 (tra gli 88 e i 94 miliardi di euro). Un Paese dove si spendono dai 1.703 ai 1.890 euro pro capite l’anno, con 500-800.000 giocatori patologici e 2 milioni di persone a rischio. Un costo per la società che va dai 5,5 ai i 6,6 miliardi di euro l’anno, anziché un guadagno per lo Stato, come si pensa. Se il giro d’affari cresce con un aumento di fatturato del 400%, diminuiscono invece le entrate dell’erario, ferme all’8,4% del fatturato. Al contrario, sono le mafie a guadagnarci, con 15 miliardi di euro di fatturato stimato del gioco illegale nel 2012 e 49 clan malavitosi coinvolti. È quanto emerge dai dossier della campagna “Mettiamoci in gioco” (promossa da numerose associazioni, tra cui Acli, Anci, Fondazione Pime, Gruppo Abele, ecc.) e di Libera “Azzardopoli 2.0”, presentati lo scorso 4 dicembre al Senato della Repubblica.

L’indagine dei centri di ascolto della Caritas Ambrosiana – Per quanto ci riguarda più direttamente, è stata resa nota, lo scorso 10 gennaio, anche un’indagine svolta fra i centri di ascolto della Caritas Ambrosiana. Dai dati viene la conferma che il gioco d’azzardo diventa sempre più spesso una vera e propria malattia, impoverisce le persone e le loro famiglie, spinge ai margini della società e, non di rado, rende schiavi dell’usura e della criminalità organizzata. «Il 71% dei centri di ascolto che hanno riposto all’indagine – si legge nel comunicato della Caritas Ambrosiana - afferma che il gioco d’azzardo è molto o abbastanza diffuso tra i propri utenti, il 58% ritiene di aver avuto la percezione che le persone incontrate avessero problemi di gioco d’azzardo problematico, il 48% dichiara di avere incontrato giocatori patologici. Almeno la metà dei centri Caritas ha intercettato da una a venti persone in un anno che si sono rovinate con il gioco. E poiché gli utenti dei centri di ascolto sono in maggioranza stranieri, disoccupati, con livelli d’istruzione medio-bassi, l’indagine conferma che le vittime preferenziali del gioco d’azzardo sono proprio le persone con minori risorse economiche e culturali. Condizione che rischia di appesantire ulteriormente il grado di sofferenza sociale diffuso nel territorio della diocesi. Tuttavia, la ricerca mette in luce soltanto la punta dell’iceberg. La dipendenza da gioco d’azzardo non è in genere esplicitamente espressa dalle vittime e soltanto l’ascolto paziente è in grado di far emergere il problema. Gli effetti sociali sono facilmente immaginabili. Dal momento che le possibilità di vittoria sono, in genere, minime, le conseguenze sono l’impoverimento ulteriore, l’indebitamento, la solitudine, la frantumazione delle relazioni familiari, fino alla collusione con la microcriminalità o la criminalità organizzata. La conferma viene da un altro strumento della rete di assistenza che fa capo a Caritas Ambrosiana: la Fondazione San Bernardino voluta dai vescovi lombardi per aiutare le persone gravemente indebitate e per prevenire il fenomeno dell’usura. Secondo l’analisi della Fondazione, ogni anno almeno un quarto degli utenti, segnalati proprio dai centri di ascolto Caritas, accumula debiti soprattutto a causa del gioco d’azzardo.»

Manifesto dei sindaci - Lo scorso 11 gennaio è stato presentato da Legautonomie Lombardia un manifesto per la legalità che ha già raccolto una cinquantina di adesioni, tra cui anche quella del Comune di Milano. I comuni in materia hanno armi spuntate, perché le competenze sulle autorizzazioni sono di altre istituzioni. Chi ha tentato di fare delle ordinanze restrittive se le è viste quasi sempre bocciare dal Tar. Interessante, invece, la proposta avanzata da alcuni comuni di introdurre una vetrofania che segnali i bar senza slot machine, per sensibilizzare la cittadinanza sul problema evidenziando i pubblici esercizi che scelgono di non lucrare sulla dipendenza da gioco. Perché non proporla anche per i bar di Cernusco?

Il manifesto per la legalità, dopo aver messo in evidenza i numeri e le conseguenze del gioco d’azzardo, denunciato che “spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata”, precisato che “il gioco d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo, ispettivo, autorizzativo”, aggiunge che “i sindaci non ci stanno e reagiscono. Chiedono una nuova legge nazionale, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono leggi regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli enti locali; chiedono che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia richiesto ai comuni e alle autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.” I primi cittadini che sottoscrivono il manifesto si impegnano a organizzarsi “in rete consapevoli che insieme si è più forti e si può contrastare la diffusione del gioco d’azzardo”, a costruire “reti nei territori con associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto”, a costruire “reti sovraterritoriali con le asl e con prefettura, questura e Dia per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori patologici” e si “impegnano per la formazione propria, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo; si impegnano a costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti” e “si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo.”

A quando l’adesione del nostro Comune a questo manifesto? Sorprende che non ci sia ancora stata, considerato che il presidente della Legautonomie Lombardia è proprio il sindaco della nostra città.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 21 gennaio 2013

 

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