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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 3/2009

Fondo famiglia-lavoro: gesto concreto di solidarietà

 

Il Fondo famiglia-lavoro, annunciato dal cardinale Tettamanzi, nella Messa di mezzanotte dello scorso Natale, in Duomo, è stato costituito e sono già arrivate le prime donazioni, da sacerdoti e laici, oltre al milione di euro di dotazione iniziale conferito dalla diocesi ambrosiana. I fondi raccolti confluiranno in un conto corrente aperto dalla Curia milanese, che veglierà sull’intera operazione, sulla raccolta dei fondi e sulla loro destinazione.

 

Nell’annunciare l’istituzione del Fondo, il nostro Arcivescovo aveva manifestato un interrogativo che lo “tormentava”: «Io, come Arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare? Prima di porre un segno, quasi a dare il “la” ad un concerto che mi piacerebbe potesse coinvolgere coralmente tutta la nostra Chiesa e anche tutti gli uomini di buona volontà, vorrei che ciascuno conservasse nel cuore questa domanda e da questa si lasciasse inquietare e convertire: io cosa posso fare?

Il pensiero che alcune famiglie in parrocchia, un vicino di casa, si possano trovare a vivere queste feste con il timore di perdere il proprio posto di lavoro non può non interrogare ciascuno di noi. C’è uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù. C’è una solidarietà umana da ritrovare nei nostri paesi e nelle nostre città per uscire dall’anonimato e dall’isolamento, perché chi vive momenti di difficoltà non si senta abbandonato. C’è una nuova primavera sociale fatta di volontariato, mutuo soccorso, cooperazione da far fiorire perché insieme - ne sono certo - solo insieme è possibile affrontare e superare le difficoltà che sperimentiamo e che si prospettano.

Non possiamo stare a guardare! Occorre agire. E l’azione ora deve privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro e non sarà più in grado di mantenere dignitosamente sé e la propria famiglia. Certo, la nostra Chiesa ambrosiana – nelle sue istituzioni, parrocchie, associazioni – è da sempre accanto alle persone che soffrono forme di antica e nuova povertà. Ma sento il bisogno di rinnovare l’appello alla responsabilità di tutti e di ciascuno affinché il miracolo della solidarietà, possibile dove si vive con autenticità il Vangelo, si ripeta anche in questo momento difficile. Realizziamo, insieme, dei gesti concreti di “solidarietà” …

La solidarietà invoca anche sostegni materiali e risorse da destinare a chi è nel bisogno. E l’atteggiamento che rende viva e autentica la solidarietà è la “sobrietà”. Tutti dobbiamo essere sobri: perché il cuore sia libero dalle ricchezze, per educarci a investire e a spendere per ciò che è necessario e importante e per condividere la nostra umanità e i nostri beni con chi è povero.»

Dopo aver annunciato la costituzione del Fondo famiglia-lavoro, il cardinale ha chiesto a «tutte le comunità cristiane della diocesi di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità a questo fondo.

Sarà compito insieme dei sacerdoti e dei laici – attraverso i consigli pastorali, i consigli per gli affari economici e gli altri organismi competenti – operare un serio discernimento e decidere come parteciparvi (rimandare spese non urgenti o secondarie, destinare una percentuale del bilancio parrocchiale, intraprendere coraggiose scelte di sobrietà…)».

All’iniziativa lanciata dall’Arcivescovo stanno collaborando attivamente la Caritas Ambrosiana e le ACLI, che «stanno già studiando le forme più adatte, a partire dalla loro esperienza, per la gestione e l’utilizzo di questo fondo secondo modalità che verranno poi rese note».

Lo stesso Arcivescovo ha precisato che «la distribuzione dei fondi non avverrà immediatamente ma nei prossimi mesi e non sarà “a pioggia” ma “a destinazione mirata”»  e che «nei confronti delle probabili dimensioni della crisi, questa iniziativa è poco più di una “goccia” rispetto al “mare” delle necessità. Vuol essere però un segno con cui la Chiesa ambrosiana manifesta il suo impegno di sobrietà e di solidarietà e, soprattutto, vive e testimonia la sua fede nel Signore che si è fatto uomo tra gli uomini, servo tra i poveri e per i poveri».

 

L’iniziativa del nostro Arcivescovo è, dunque, un segno, un richiamo a ricostruire una rete di solidarietà tra i diversi soggetti, pubblici e privati, singoli e collettivi, un invito a riflettere sui nostri stili di vita, a ricuperare capacità critica, a partire dal contesto culturale ed etico nel quale collochiamo le nostre scelte quotidiane.

Un invito che è rivolto, innanzitutto, a ciascuno di noi: semplici fedeli di questa Chiesa ambrosiana, chiamati a contribuire concretamente a questo Fondo famiglia-lavoro.

È stato aperto un conto corrente bancario - il numero 2405 presso l’Agenzia 1 di Milano del Credito Artigiano (Abi 0351; Cab 01602; codice Iban IT 03Z0351201602000000002405), intestato a Arcidiocesi di Milano, Fondo famiglia–lavoro - sul quale possiamo far confluire i nostri contributi. Altre modalità saranno comunicate in seguito.

 

In questi giorni è stato reso noto che circa il 70% delle diocesi italiane ha dato vita a fondi di solidarietà o di microcredito destinati a sostenere le famiglie in difficoltà o a favorire l’avvio di piccole imprese produttive da parte di disoccupati, giovani precari o immigrati. Un impegno caritativo volto, prima di tutto, a curare le relazione umane, a promuovere la dignità delle persone, a predisporre percorsi di integrazione e di reinserimento delle persone in difficoltà. Ma, accanto a queste nuove iniziative, continuano a svolgersi quelle      

tradizionali promosse dalle parrocchie: dai pacchi alimentari alle mense per i poveri, dagli ambulatori ai guardaroba per i bisognosi ...

Anche a fronte di recenti polemiche, non appare per nulla azzardato affermare che “tutto ciò che i cittadini italiani affidano alla Chiesa ritorna, direttamente o indirettamente, agli uomini e alle donne in Italia e nel mondo. Torna all’umanità verso la quale la Chiesa è protesa da sempre… Questo è il volto ordinario, quotidiano, normale della Chiesa. È la Chiesa che sta in mezzo agli uomini facendone proprie gioie e dolori, allegrie e fatiche, speranze e timori. Facendosi carico delle loro difficoltà.”

 

Le nostre parrocchie cittadine, con la collaborazione delle associazioni di volontariato, in passato sono state sempre pronte a sviluppare iniziative a sostegno delle persone in difficoltà o a rischio emarginazione. L’attuale crisi economica non potrebbe essere l’occasione per proporre innovativi interventi, pensando magari a nuove forme di sostegno (per esempio, il microcredito), coinvolgendo diversi soggetti  presenti sul territorio (associazioni, banche, imprese, privati, Comune …)? C’è qualcuno che vorrà farsi carico di verificare la possibilità di intraprendere questa strada? 

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 19 gennaio 2009    

 

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